Nel 2000 avevo 12 anni. Frequentavo le medie e mi innamoravo di uno con la stessa frequenza con cui mi lavavo i denti e mi cambiavo le mutande. Nel 2000, mentre tutti si aspettavano un disastro epocale, un bug distruttivo e un temibile avvento del Messia, vivevo il pieno della mia adolescenza comportandomi come tutte le ragazzine di 12 anni dell’Universo intero, cioè come una cerebrolesa totale. E se oggi mi viene da tormentare a morte le bimbominkia innamorate di Robert Pattinson e dei vampiri tutti e dei Jonas Brother, qualunque cosa essi siano, non posso dimenticare che a 12 anni io ero peggio.
Io ero una bimbominkia innamorata di Dawson.
Dawson’s Creek ha riempito il mio diario segreto per tre anni della mia vita. Pagine e pagine di riassunti che manco un amanuense, foto, gossip, cuoricini. Perché ne parlo adesso? Perché LA CINQUE, il mio canale digitale preferito, ha deciso di riempire i pomeriggi autunnali delle repliche, sin dalla primissima stagione. Io adoravo Dawson, lo amavo visceralmente. Quel bipede capelluto era il mio prototipo di perfetto fidanzato. Per dire.
LA TRAMA vista con gli occhi della ventiquattrenne che sono oggi.
Dawson, vive in una cittadina immotivatamente perfetta, Capeside, con tanto di fiume perennemente calmo navigabile da barchette costruite con la plastilina, siepi potate di fresco, una quantità indegna di moli da cui guardare il tramonto tormentandosi. Dawson, interpretato tra l’altro da un attore trentaduenne costretto a rasarsi ogni 12 minuti per sembrare imberbe, è un appassionato di cinema e straccia i maroni a tutti con citazioni tratte dai film di Spielberg, suo regista-modello. Dawson, oltre ad avere un nome indecifrabile e non riconosciuto dall’anagrafe capesidiana, ha un’amica del cuore, Joey, una giovinetta povera, con gli occhi spioventi, con la famiglia disastrata, i capelli crespi e due unici possedimenti: una barchetta per compiere le traversate del fiume di cui sopra; un giubotto jeans trafugato dall’armadio di Brenda Walsh di Berverly Hills. Dawson ha anche un amico del cuore, Paecy, è l’unico personaggio che rimane credibile anche a distanza di dieci anni. Paecy c’ha la famiglia difficile, ma il cuore tenero. Sin dalla prima puntata lo vediamo alle prese con una MILF professoressa, che riesce a trombarsi dopo esattamente 40 minuti. Dawson ha anche una fidanzata, Jen, una che della vita ne sa. Cacciata da New York, dopo essersi fatta anche il lampione davanti casa, arriva a Capeside e comincia a svezzare la popolazione al sesso. Oggi l’avremmo mandata in rehab con Lindsey Lohan. Ma questa vita apparentemente perfetta, può soddisfare l’animo tormentato del nostro protagonista? No. Dawson si strugge per tutto, in un turbinio di quesiti freudiani che vanno dal “Oh Dio, e se mi metto con Joey e rovino l’amicizia?” a “Il sesso è donare il cuore alla persona amata, voglio preservarmi” al “Mi trovo ad un bivio esistenziale e devo scegliere la strada giusta al fine di non conformarmi al meccanismo che preclude le relazioni intrinseche tra esseri umani” (qualunque cosa voglia dire). Con questo andazzo e con un sapiente scambio di coppie (Dawson/Jen; Dawson/Joey; Paecy/Joey; Paecy/Jen più una serie indefinita di personaggi secondari che si intrufolano nel menàge) gli autori sono riusciti a tirarla per 5 serie, o forse più.
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Dawson era sensibile. A 12 anni sei circondata da idioti che a malapena riescono a scriverti “Sei bona” sul diario, invece Dawson era capace di acrobazie letterarie che manco Leopardi. I coetanei di Sant’Eufemia, Lamezia Terme, Catanzaro, Calabria parlavano di solo di calcio, in un italiano stentato; i coetanei di Capeside, invece, erano tutti belli, degni di avere un fidanzato e un tormento già a disposizione a 14 anni.
A riguardare oggi ciò che 10 anni rappresentava una delle mie fonti di felicità televisive settimanali, provo una grande tenerezza per me stessa. Dawson, con le sue t-shirt anni ’90 e i suoi capelli folti, Joey con le sue pippe e Jen con i suoi amorazzi, vivevano in un mondo degno di essere vissuto.
Negli anni, il mio modello di eroe televisivo è cambiato. Ad esempio adesso mi innamoro solo dei tipi alla Sawyer di Lost o alla Eric Northman di True Blood. Due stronzi, niente a che vedere con Dawson, buono, caro pivellino dell’amore, con poco gusto nel vestire e nello scegliere il bersaglio del suo struggimento.
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Che fine hanno fatto quelli di Dawson’ Creek – dieci anni dopo? (Wikipedia, aiutami tu!)
- Dawson – James Van der Beek: le cronache lo vogliono sposato per la seconda volta. Le cronache non riportano note sulla sua attuale carriera. Il suo ruolo principale resta quello. E’ nato da Dawson e morirà da Dawson.
- Joey – Katie Holmes: che ne sarebbe stato della piccola Josephine Potter se non avesse sposato Tom Cruise? Inutile pensarci: dopo un po’ di indegni ruoli in film di cassetta, Katie porta la figlia Suri al parco. O almeno così raccontano SEMPRE le foto di TMZ.
- Jen – Michelle Williams: la turbolenta Jen Lindley non si è smentita. Ottima attrice, candidata all’Oscar per il ruolo di Alma in Brokeback Mountain di Ang Lee, sul cui set conosce il mai troppo compianto Heath Ledger, da cui ha avuto anche una figlia.
- Paecy – Joshua Jackson: oltre a stare con quella gran strappona di Diane Kruger, Joshua è l’eroe di Fringe.
God Bless You All.
davide says
bellissimo articolo gio… anche io mi struggevo… ovviamente non per Dawson ahah… un molo così me lo sarei portato a casa!!!
Giovanna Gallo says
@davide UN molo per struggerti!
Lobotomia says
uhm..
“Joey – Katie Holmes: che ne sarebbe stato della piccola Josephine Potter se non avesse sposato Tom Cruise? Inutile pensarci: dopo un po’ di indegni ruoli in film di cassetta, Katie porta la figlia Suri al parco. O almeno così raccontano SEMPRE le foto di TMZ.”
Con tutta la bona volontà eh, ma sai com’è… è solo la protagonista femminile di Batman Begins.
Giovanna Gallo says
@lobotomia: per me Batman Begins è un film di cassetta. Non ti preoccupare che la carriera cinematografica di Katie la conosco! 🙂
Lobotomia says
Beh, resta l’ottavo incasso negli USA del 2005, per un reboot tanto male non è, se poi da cassatta sono anche i maggiori incassi dell’ann. Direi che la regia di Christopher Nolan salva tutto e considerare la storia basata su “Year One” non era delle più cinematografiche, specie per Batman.
Poi “per te” è un discorso diverso.
Giovanna Gallo says
@lobotomia: e da quando gli incassi fanno un buon film? Somewhere della Coppola avrà incassato 400 mila euro in una settimana di botteghino e la sua bontà resta intatta. Il mio era un giudizio informale così come è assolutamente informale tutto l’articolo. Per cui data la mole di giudizi immotivati e a cazzeggio possiamo inserire anche questo tra gli altri no? Sono solo gusti e opinioni divergenti 🙂
Lobotomia says
perchè cinematograficamente “da cassetta” ha un significato preciso. Così come dire “un blockbuster”.
Somewhere per molti è solo sopravvalutato proprio perchè porta il cognome Coppola. 😀
La Holmes è stata una attrice da telefilm, come tante altre, che ha avto un medio successo, ma non nullo, al cinema. L’unico che si è veramente distinto in tale cosa è Clooney. Convieni?
Giovanna Gallo says
@lobo: convengo, da un lato. Ma davvero restiamo nel campo delle opinioni personali. Apprezzo senz’altro di più la Williams, ma anche questo è gusto! Insomma, non ne usciamo!
Mattia says
Grandissimo articolo, ho sorriso dall’inizio alla fine… anche io povero bimbominkia ogni giovedi sera ero davanti alla tv per non perdermi nemmeno un minuto!
Bei tempi…
ladyV says
Quindi, se la bimbominkia di ieri oggi è redenta, anche le bimbominkia di oggi si redimeranno, e tutto questo spreco di fiato per insultarle è tempo perso.
Oppure, se ‘bimbominkia’ è una condizione esistenziale-fisiologica che non può estinguersi mai..le bimbominkia di ieri oggi hanno solo cambiato la forma ma la sostanza è ancora fatta di quella materia lì.
Riflettere.
una lettrice occasionale che ha perso l’occasione di guardare dawsoncreek quand’era il momento.
Giovanna Gallo says
@ladyv: ciao lettrice occasionale, ti quoto su tutto bimbominkia-mode never ends.
ciao!
Mephisto says
St’articolo è bello, in ogni caso il pezzo forte di tutto è la scelta della foto col procione (Dawson) che fa quella smorfia tipo “omfg mi sono schizzato sui pantaloni”.
Roberto says
“occhi spioventi”… geniale!
Sayu says
Ommioddio, ho riso tantissimo, hai centrato perfettamente la sensazione di time-warp che ho provato anche io quando mi sono trovata davanti uno scampolo di puntata a distanza di (apparenti) millenni. Fantastico articolo!
Giovanna Gallo says
@sayu: ma grazie! Sai qual’è stata la mia reazione, dieci anni dopo? Riguardarlo tutto, mannaggia!
Sayu says
Davvero? Io non sono riuscita a sopportarne nemmeno 10 minuti. Dopo anni di disintossicazione, sentire di nuovo tutte quelle pippe mentali mi ha dato l’orticaria XD
Giovanna Gallo says
@sayu: sì! lo so che è immotivato, anche a me sentirli adesso, dieci anni dopo, fa morir dal ridere..ma è un po’ come riguardare Friends, con cui sono cresciuta (ovviamente siamo su due livelli diversi!) ..un sano tuffo nella nostalgia televisiva!