Heidi, immortale orfanella sfigata.
Avere tra i venti e i trentanni adesso vuol dire aver divorato almeno per un certo periodo i cartoni animati degli anni ’80, graficamente poco appetibili ma talmente articolati a livello di sceneggiatura da essersi cristallizzati nei ricordi di tutti.
Parlare di cartoni animati e inserirli in una sezione revival vuol dire parlare di Holly, di Benji, di Mark Lenders, di Georgie che si trastullava con due fratelli facendoli impazzire, di Candy Candy e di Miss Pony, e ancora di Mila & Shiro, di Licia e Mirko, di Occhi di gatto, di Lovely Sara.
Ma i cartoni animati non si fermano agli anni ’80. In che sezione dunque inserire Heidi, la ragazza dei monti, se non in una creata appositamente per lei, una sezione vintage?
Il plot (serio)
Heidi è una povera orfanella di cinque anni. Spedita per forza di cose da suo nonno paterno tra i monti, si troverà ad affrontare non solo il carattere burbero di lui, ma anche la vita difficile della montagna. Quando avrà trovato la chiave d’accesso al cuore del vecchio nonno, Heidi sarà costretta ad affrontare una nuova sfida: il trasferimento a Francoforte. Qui, però, conosce Clara, una ragazza paralitica che Heidi aiuterà a risollevare, fino all’epilogo felice, di nuovo lassù, sui monti.
Innanzitutto, una volgare questione di look che però sta a cuore ai più: perché diamine la povera bambina non ha la possibilità, in 52 puntate, di cambiarsi il prendisole rosso con il quale si è trascinata nell’erba, ha dato da mangiare a Fiocco di neve la pecorella, ha inseguito Peter l’amico buzzurro, ha munto la mucca, ha riverniciato le pareti della baita del nonno, ha inchiodato le travi del tetto e pascolato l’asinello? Perché a questa povera bambina, già orfana di genitori (che nel romanzo di Johanna Spyri da cui l’anime è tratto, muoiono in modo orribile: papà sotto una trave, mamma di crepacuore n.d.r.) non è concesso di cambiare il suo abbigliamento standard con un capo più consono a una ragazzina di cinque anni?
La povera Heidi le deve passare tutte: il nonno burbero che non se la fila di striscio, Peter che ci prova perché a parte caprette e sua nonna, di femmine non ne ha viste mai, la pecunia di cibo, l’assenza totale di compagnia, non considerando Nebbia il cane e le pecorelle. L’epoca storica e il digital divide non permettevano ad Heidi di lamentarsi di tutto questo: ma se avesse avuto un cellulare o un pc, secondo voi, avrebbe chiamato prima il Pronto Pizza o il Telefono Azzurro?
E ancora, secondo voi, questa povera orfanella disgraziata, una volta trovato il suo equilibrio in montagna, una volta abituatasi ad orari disumani che neanche uno scaricatore di porto, una volta fatta amicizia con Peter, con sua nonna e con tutta la valle (quindi con 5 persone in totale) poteva avere un attimo di relax? Un momento per disegnare, per fare le casette di lego, per costruire forme con la lana delle pecorelle? Ovviamente no: perché torna la zia svampita che l’aveva portata dal nonno, per trascinarla in lacrime a Francoforte, che, in proporzione, credo sia come partire da Conflenti in provincia di Cosenza per andare a Tokyo, così, dal nulla.
E allora si ricomincia: casa nuova, vita nuova, montagne che non si vedono in lontananza, lacrime, sonnambulismo e manco un pezzo di Freud per psicanalizzare ‘sta povera orfanella. In più, come se i suoi problemi non fossero abbastanza, Heidi a Francoforte deve sorbirsi pure quelli di Clara, una povera rachitica poliomelitica paralizzata, che la asfissia con i suoi problemi di ragazzina troppo bionda, troppo pallida e costretta a portare un fiocco azzurro in testa per tutto il resto della sua vita. Ma può bastare? Per aggiungere carte su carte alla scrivania dell’analista che avrebbe accolto come ospite gradito questa povera orfanella, una frustrata zitella frigida si pone sul cammino della felicità di Heidi: la signorina Rottenmeier.
La signorina Rottenmeier è brutta e incastrata in uno scafandro bluette che manco una suora in clausura. Fa la maestra, la badante, non ha uno straccio di uomo con cui sfogare l’evidente frustrazione e odia Heidi e le sue guanciotte rosse rosse.
Ma alla fine l’happy end arriva per tutti. Heidi torna sulle sue montagne, si sorbisce Clara e la sua carrozzina finché, miracolosamente, l’aria buona non la rimette in piedi, si becca due o tre avances di Peter che nel frattempo si è consolato con le pecorelle, si sbronza a suon di latte appena munto e anche la signorina Rottenmeier accenna un sorriso di benevolenza.
In conclusione, Heidi, per quanto l’anime ce l’abbia dipinta come una bambina allegra e altruista, non è altro che una sfigata, una bambina maltrattata da tutti, senza un cambio d’abito o amici decenti. Noi la vogliamo ricordare così, felice e sorridente sulla sua altalena (trattenuta dagli angiolettii in cielo?!), sempre bambina, con il suo taglio di capelli immotivato e il suo scamiciato rosso, mentre saluta le pecorelle, sempre ricambiata.
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ps: la ricerca iconografica per corredare l’articolo, con keyword Heidi, mi porta non solo alle foto dell’orfanella ma anche a quelle della fighissima (e poco vestita) Heidi Klum. Ho optato per le immagini della prima per rispetto nei confronti della già sfigata Heidi.
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maxmoto says
…… ” la signorina Rotthermeier ” …. HIHIHIHIHIHIHIHIHIH!!! (frankenstein J docet)
Steek Hutzee says
Ecco.. letta la conclusione.. potevi dare anche a noi una happy ending e mettere la poco vestita heidi klum .. 😀
Nulla da dire sull’articolo, vero e incontestabile.. e mi aspetto quello su holly e benji.. per ridermela..
Unica cosa che ti invito a cercare:
Poco tempo fa, facendo zapping tra i canali satellitari mi sono imbattuto in una Fiction Real Action(in poche parole, una serie tv con persone reali) di Heidi ambientanta nei tempi moderni…
Questo potrebbe rispondere dare risposta domanda “e se avesse il cellulare..?”
Recuperala 😉
barbaraivani says
Aggiungo che puntualmente ogni notte d’inverno, dalla finestrella a forma di oblò rigorosamente senza vetro, cade la neve sul letto di fieno di Heidi, che si risveglia (allegramente!) ogni mattina sotto una montagnetta gelata. Ci vuole un fisico bestiale! Credevo che alla fine lei morisse di broncopolmonite!
RobiG. says
Non so se il mio mal di denti o la tua tesi ma mi è mancato il consueto ROFL!
P.S. ‘pecunia’ di cibo?!? Opterei per un’ottimo ‘penuria’, e qui concordo dato che non ho mai visto la sfigata orfanella (:D) mangiare altro che caciotte…
Voto: LOL!
francescapeach says
Ma soprattutto, Heidi era confusa. C’erano molte cose che non capiva. Tipo… come puoi pensare che i panini morbidi che hai comprato a Francoforte per la nonna sdentata di Peter – che nulla può mangiare se non panini morbidi di città, pare – arrivino sulle montagne Svizzere conservando la loro morbidezza? Cristo, arriveranno fossili! Se la nonna si mangiava pietre era lo stesso. Forse ha perso i denti proprio ostinandosi a mangiare i panini spacciati per morbidi ma duri come il cemento armato. In ogni caso, tutti giù dal burrone, comprese le capre, il cane Nebbia e tutto l’armamentario di falegnameria dilettantistica del nonno.
Giovanna Gallo says
@francesca: come dici le cose tu non le dice nessuno. Vuoi essere la mia ghostwriter?
Marco says
Holly e Benji spaccano. Comunque anche in quel cartone c’è il malato…il buon Julian Ross che giocava mentre aveva un attacco di cuore e stava 90 minuti attaccato al palo…e alle medie aveva già le groupie!
piero says
La Heidi se viene in Italia è subito adottata da Berlusconi per raccontargli le sue esilaranti barzellette
Gea says
Chissà perchè siamo dovute crescere con una galleria di ragazzine sfigate, perchè erano tutte così! Georgy, Annette, Milly, Sara, Candy, Polly Anna e Sailor Moon (che anche se non era sfigata sulla carta, passava il tempo a frignare e questo la rendeva sfigatissima). Che se non frignavano erano sul versante opposto: felici in modo ebete. Io ho voluto bene a quelle ragazze, eh, ma col senno di poi…
PS. dopo averti tanto sentita nominare su twitter da Rudy Bandiera e Francescapeach, sono contenta di conoscerti “dal vivo”!^^
Giovanna Gallo says
@gea: ma grazie! sono contenta che tu sia passata di qui! ma ci followiamo già su Twitter? ora ti cerco!
La Vyrtuosa says
Per non parlare di quando la tenera sfigata scendeva in paese e tutti i bambini la perculavano davanti e di dietro. Vvenivano dall’Upper East Side, loro. -_-‘
Morgana says
Non solo era sfigata Haidy ma pure l’interprete della famosa sigla, Elisabetta Viviani,compagna del golden Boy Rivera , abbandanata con figlia a carico. Comunque vorrei ancora incontrare una capretta che mi faccia Ciao !
Simplyclod says
Posso aggiungere Jhonny “è quasi magia alla lista”? hihi 😀