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La figlia inetta in cucina e la mamma, cuoca sublime

7 dicembre 2010 | Scritto da Giovanna Gallo | 16 commenti

Tema

La figlia inetta in cucina e la madre cuoca sublime

Svolgimento

Mia madre è una cuoca perfetta. Per di più è calabrese, per cui è perfetta e calorica. Per lei l’ospitalità equivale alla capacità di rotolamento post-pranzo del suo commensale. Per lei al di fuori della sua tavola non esiste nulla, figuriamoci al di fuori dei confini regionali. Dopotutto, nella gelida tundra del Nord non crescono nell’ordine: pomodori, zucchine, melanzane, mele, pere, carciofi. Il pane non è saporito, le lasagne mai abbastanza sostanziose. In questo mondo dietetico che vive sopra Roma, le polpette non sono un contorno e il salame non è uno sciacquabocca utile a soddisfare la voglia di qualcosa di buono dopo aver ingurgitato la qualunque.

Mia madre inventa le ricette. Se solo sapesse come si accende un pc, sarebbe più famosa di Tocco di zenzero, che è una uips dei fornelli. La offendi se le regali un libro di ricette. Se non c’è il pane a casa per qualche disgraziato motivo, lei impasta e sforna dei deliziosi panini ripieni, da fare invidia alla nonnina di Heidi. Se, per inettitudine, le dici che la tua amica viene a pranzo il giorno dopo, la vedi che sfoglia la sua agenda per ricordarsi gli ingredienti di quella torta elaboratissima, per poi mettersi a preparare qualunque cosa. Mia madre è una che cucina il mondo in tre ore tre, non un minuto più, nè uno meno. In quelle tre ore riesce a montare la cena dall’antipasto al dolce semplicemente schioccando le dita, come tutte le mamme del Sud. Se la tavola straborda di pietanze, lei ha il coraggio di dirti che non è abbastanza, che avrebbe potuto fare di più. Mentre impasta la pizza e la ricopre di ingredienti a più non posso, mette tutto a posto, con il piede chiude uno sportello innavertitamente rimasto aperto, rimbocca le maniche a mio fratello quattrenne, riesce a seguire – unica spettatrice in Italia – Un posto al sole.

Sarebbe bello se adesso, dall’alto di 25 anni di osservazione della sua cucina, per proprietà transitiva, dicessi che “Grazie a mia madre, ho una passione incommensurabile per i fornelli“. Sareste tutti lì a piangere per la commozione, a dire: “Che bella storia, una figlia d’arte“.

Invece io sono un’inetta. Io sporco, rompo i barattoli, spargo la farina, insegno giochi proibiti a mio fratello che li immagazina nella sua tenera memoria a lungo termine per riproporli ogni giorno della sua vita “perché l’ho visto fare a Giò“. Io brucio le zuppe liofilizzate della Knorr e, se mai mi viene voglia di preparare un dolce, mi butto su qualcosa che non preveda forno e fornelli. Dunque una cosa che mia madre non prenderebbe mai in considerazione, perché il livello di bontà di una cosa che hai preparato per lei è direttamente proporzionale alla fatica che c’hai messo nel farlo.

Dovendo preparare un dessert per una cena tra amici, ho avuto l’ardire di chiederle cosa ne pensasse dei profiteroles. Facile, goloso, no fornelli, no forno. Tutto pronto. Tutto facile. Zero tempo, zero fatica. Mi ha chiesto: “Ovviamente hai uno sbattitore per montare la panna!” e io a dire “No, mamma, a casa non ho neanche la macchinetta del caffè, però ho sedici forchette dell’Ikea pieghevoli, ci faccio qualcosa?“. L’ho delusa. Più di tutto, non dovevo dirle che, all’occorrenza, avrei potuto usare la panna spray. Con astio e sufficienza, mi ha detto: “Guarda che la panna spray non regge“.

Dopo questo, e mi perdonerete il gioco di parole triste quasi quanto me in cucina, mi ha proprio smontata.

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Categoria: Lifestyle, Storie calabre
Tag: calabria, cucina calabra, giovanna gallo, racconti calabria, rubriche giovanna gallo

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Commenti

  1. ery says

    9 dicembre 2010 at 11:23

    ahahahahhaha anche io ho pensato subito alla pannna sprayyyyyy!!!!!!!!
    XD
    ma alla fine cosa hai cucinato?? ihihih bellissimo!

    Rispondi
  2. France says

    9 dicembre 2010 at 15:03

    Giò sei semplicemente mitica…mi fai sempre stradivertire!
    Vorrei proprio averla vissuta quella scena per poter vedere la faccia di tua mamma…sei proprio la pecora nera della famiglia!!!
    un bacio calafricana

    Rispondi
  3. nena says

    9 dicembre 2010 at 17:19

    Tua mamma ha ragione, una volta ho provato a fare i profiteroles con la panna spray.
    Con troppa presunzione.
    Il giorno dopo erano vuoti!!

    Rispondi
    • Giovanna Gallo says

      9 dicembre 2010 at 17:37

      @nena: VUOTI?? inquietantissimo!

      Rispondi
  4. Susanna says

    9 dicembre 2010 at 17:40

    amica ti amooooo!!!!comunque devo constatare una cosa, mia madre sarà pure nordica ma mi sa che è una nordica meridionale!!!!

    Rispondi
    • Giovanna Gallo says

      9 dicembre 2010 at 18:46

      @susy: ah! una piemontese che cucina!! una novità assoluta!

      Rispondi
  5. nena says

    9 dicembre 2010 at 17:52

    giuro, è solo aria la panna spray 🙁

    Rispondi
  6. Sara says

    20 gennaio 2011 at 19:37

    Però i Ciocorì col cioccolato sopra sono la morte sua.

    Rispondi

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