Non ammetto repliche. Tu, che mi dici: “Durante le feste mangio come un porco” e poi magari vengo a scoprire che sei di Bussoleno senza neanche un filino di origini sudiste, non hai “mangiato come un porco“. Non ti credo. Non posso.
Se sei del Sud, o tuo nonno era del Sud, o comunque il link con il Sud è ancora forte, allora sì, posso crederti. Posso credere che hai mangiato tanto, fino a desiderare la morte subitanea che ti portasse via dall’orribile e fascinoso mondo del fritto. Io, ad esempio, sono calabrese. In quanto calabrese, torno all’ovile ogni anno, sperando che mia madre, la signora della cucina, abbia smesso di cucinare. Ma Natale è Natale. Non è che puoi accogliere gli ospiti con un’oliva e due spaghetti.
Innanzitutto, se tu, ignaro lettore delle tradizioni calabre, credi veramente di poter sopportare di trascorrere le feste quaggiù, devi sapere due o tre cosette legate alla tua sopravvivenza. Mi ringrazierai, dopo.
La prima regola è: non ci sono regole. Primosecondocontornofine in Calabria non esiste, il tutto è almeno alla seconda, se non alla terza. Se per antipasto hai già ingurgitato una quantità illegale di salame e olivette saporite e bruschette su cui campeggiano chili di condimento, sappi che il momento duro deve ancora arrivare. E se è periodo di festa, devi dire addio alla tua integrità psico-fisica.
Le feste, come per tutti, cominciano l’8 Dicembre. Siccome annoiccipiacciono le cose intrinsecamente fritte, quel giorno friggiamo. Prendi l’ingrediente più grasso che hai, le patate, e le abbini a un altro elemento che grida “Calorie! Calorie!“, e cioè l’olio. Li metti insieme in una padella e crei delle ciambelline di patata morbidose, che puoi mangiare con o senza lo zucchero, così, tanto per aiutare il colesterolo. Se le mangi senza lo zucchero ti senti meno in colpa.
Mai essere un ospite in casa calabra durante le feste. Perché se è vero che vige la regola del “ingozzare gli ospiti come la strega fece con Hansel e Gretel in segno d’ospitalità“, allora stai sicuro, caro ignaro delle tradizioni calabre, che ciò avverrà. E avverrà nel peggiore dei modi: a tradimento.
Le frasi tipiche che potrai ascoltare da ospite intorno ad un tavola calabrese saranno le seguenti:
“Assaggia questo, l’ho fatto io, è genuino” (detto di solito di una cosa disgraziatamente grassa)
“Mangialo, questo al Nord non ce lo avete” (detto di solito di una cosa che cresce, nasce e muore anche ad Aosta)
“Dai, un altro pochino: lo dobbiamo finire” (detto di almeno 3 porzioni pro-capite di alimento)
Le frasi che DOVRAI EVITARE se commensale di una tavola calabrese è la seguente:
“Buono!” (Pena: il temibile bis, che comunque è di default e che quindi diventerà automaticamente tris)
Dopo questo brevissimo vademecum su cosa dire o non dire, tu, commensale ospite di una tavola calabra sappi che dovrai mangiare molto velocemente, se vuoi stare ai ritmi degli altri. La leggenda metropolitana vuole che i pasti del Sud durino ore&ore. Errore: il calabrese medio, secondo studi approfonditi portati avanti da me, riesce a mangiare in dieci minuti d’orologio in media otto portate, esclusa la frutta secca. La stessa ricerca ha infatti evidenziato che la frutta secca trattiene il calabrese medio a tavola almeno 80 minuti, fino alla pennichella pomeridiana che lo trattiene altri 60-70 minuti.
Un discorso a parte meritano matrimoni/battesimi e cerimonie varie per le quali è preferibile mettersi in testa da subito che null’altro che la morte potrà portarvi via da quel tavolo.
La cosa da sapere sulle mamme calabre in preda alla cucina folle delle feste è che tu, ospite straniero, non potrai mai capire quanto è isterica. Con te sarà amabile, dolce, affettuosa, una donna rilassata e felice di avere tanta gente intorno al suo desco. Ma quando volterai le spalle, lei si trasformerà in una terribile virago, trasfigurandosi in una mamma-mostro che deve a tutti i costi cucinare quella quantità di roba in una certa quantità di tempo e senza sgarrare, e tu, figlia inetta, dovrai essere un anello buono di quella catena di montaggio, pena il pubblico sputtanamento con tanto di F di fallita cucita sull’inutile grembiule da cuoco.
Ad ogni modo, se tu, ospite straniero in terra calabra, credi di poter resistere a un pranzo di Natale calabro, sei chiaramente un illuso. Se una domenica media è portatrice funesta di almeno 7 portate, esclusa frutta e dolce, cosa può mai regalare un cenone in grande stile?
E se credi, oh tu, povero illuso, che una volta sazio potrai smettere di mangiare, ti sbagli di grosso: dopo 8 portate pantagrueliche, qualcuno si alzerà da tavola urlando: “Chi vuole della salsiccia fritta per farsi la bocca?“, e, in un coro lamentoso e straziante di no, imperterrito si recherà ai fornelli per friggere ciò che la legge vieta di friggere. Come chiusura di pasto. Che tutti dovranno mangiare, pena la pubblica fustigazione.
Un’altra regola d’oro dell’ospite in casa calabra durante le feste è: è meglio se te ne vai una volta finito il cenone/pranzo di Natale o Capodanno. Perché tu credi che il giorno feriale dopo quello festivo sia di magro, e invece no: a parte che ci sono da finire gli avanzi, ma poi vuoi mettere una bella carbonara?
E sii pronto a una cosa, ospite straniero in terra calabra: a fine serata ti troverai le polpette anche nel reggiseno.
Mia mamma la vigilia di Natale si è svegliata alle 5 e 30 ed ha iniziato a cucinare alle 6 …….
e ancora è rimasta l’epifania!!!
@antonio: santa donna! anche la mia! dio ci salvi dall’epifania!
cielo, parli di calabria ma, sinceramente, a me sembra una breve sintesi della “tipica tavolata dell’italiano medio”.
Sto ancora male al pensiero.
E sto ancora male pensando che io, IO, sono la mamma.
sigh.
@cri: sei la mamma isterica!?? Non ci credo!
sai che per l’epifania si mettono 13 piatti sul tavolo? non importa quali e in quali quantità.. ma ci devono stare … poi aggiungi che il 5 è il compleanno di mia Mamma e il 6 di mio cognato ….
Non oso pensare!!
LoL!!!
ummmm no, per fortuna ho ancora un po’ di dignità… ahahah però ammetto che a volte esagero con le preparazioni “culinarie”, comunque a prescindere dal periodo. Forse, di fatto, a Natale mi controllo abbastanza anche se ho ancora lasagne dall’ultimo dell’anno (di tre teglie ne ho servita solo mezza…)
Mi è venuta voglia di salamina da sugo con il purè….
Bellissimo! 🙂
Da Crotonese D.O.C. comprendo pienamente.
Mi hai fatto venire voglia di crispeddrhe! 😀
Io che non mangio carne sarei arsa viva come le Streghe nel 500. 😛
Very good, I feel very interesting.