Chiudete gli occhi. Immaginate un lui e una lei che camminano per strada. Lui è indaffarato al telefono, ha in mano una ventiquattrore, la giacca un po’ aperta per il vento, i capelli arruffati. E’ palesemente incazzato. Lei corre perché deve andare in biblioteca a riportare dei libri, o forse torna dalla biblioteca e ha un’ immotivata fretta di poggiare la pila di preziosi fogli e manoscritti sulla scrivania. Lui continua a parlare al telefono, lei a correre e ..sbam, si scontrano. Fogli in aria, libri in terra, telefono scheggiato, lui più incazzato di prima, poi alza lo sguardo, la vede raccogliere trafelata i suoi preziosi manoscritti e.. si innamora.
Ecco a voi la più gettonata scena di incontro tra i due protagonisti nelle commedie romantiche. Non si capisce perché lei corra per la città con la biblioteca di Babele in mano, nè perché lui non si incazzi per il telefono scheggiato. Quel che conta è innamorarsi.
Soprattutto nelle commedie romantiche, gli schemi ripetuti dagli sceneggiatori sono sempre i medesimi. Propp non parlava mica a caso quando buttava giù i suoi disegnini sulle favole russe. Non era mica un perdigiorno come gli sceneggiatori di Hollywood.
INCONTRARSI è INNAMORARSI
Oltre alla già citata scena dell’incontro/scontro, i nostri due baldi&bellissimi protagonisti possono incontrarsi nei seguenti modi:
– Scambio di persona: lei povera cameriera, shampista, dog-sitter ha per un secondo della sua vita l’immensa fortuna di provare gioielli/abiti griffati o di trovarsi in un posto da ricconi proprio nell’attimo in cui lui, ricco e in carriera, la vede e sbam! se ne innamora perdutamente. Lui allora, seppur lei abbia chiaramente l’aria della poveraccia, si convince che sia del suo mondo. Per quattro ore lei farà finta di essere Paris Hilton e l’ equivoco si risolverà con la nostra protagonista che si svela, e tornerà a essere l’emerita poveraccia che è, semplicemente sciogliendosi i capelli o levandosi con il dorso della mano il rouge Coco di Chanel, che nel frattempo si è comprata con la Mastercard di lui. Ma lui a quel punto è cotto. E per di più un citrullo e allora, povera e struccata, se la prende e la mantiene a vita.
– Amici di letto: nelle commedie romantiche più trasgressive ci sono sempre due amici di letto che si giurano eterno sesso senza amore per almeno 3 minuti del film. Dopo questi 3 esatti minuti di coerenza uno dei due si innamora, ma chi rinuncerebbe a un amico di letto sicuro e prezioso? Allora l’importante sarà salvare le apparenze: con appuntamenti a quattro opportunamente combinati per far vedere che No, io con te ci vengo solo a letto e quando ne ho voglia! e per le successive due ore sarà solo un rincorrersi fino alla scena finale, quella dell’inseguimento.
L’INSEGUIMENTO
Nelle commedie romantiche c’è sempre qualcuno che scappa (opportunamente sostituita dalla versione “Irrompo al tuo matrimonio per impedirlo”) di solito una lei confusa/impaurita/incazzata/tradita/ferita/in carriera con importante opportunità di lavoro dall’altra parte della costa. Lui ha già avuto settecento fantastiche occasioni per dirle che l’ama ma non ha mai trovato il coraggio/il karma è avverso/ muore qualcuno proprio mentre sta per baciarla. Qualcuno dirà a lui che la sua amata è in aereoporto/sta per prendere il traghetto/ il treno/ la mongolfiera e lui correrà. Se il posto è vicino deciderà immotivatamente di andare a piedi saltellando e superando ostacoli, arrivando sudato marcio da lei, così che possa platealmente ansimare quando le dichiarerà la sua bruciante passione. Altrimenti prenderà un taxi, incontrando solitamente un tassista scemo al suo primo giorno di lavoro che non conosce le strade e si perderà, o quello troppo sveglio che dirà la tipica frase: “Non si preoccupi! Conosco una scorciatoia!“, ma casualmente la strada sarà interrotta per lavori, il taxi si bloccherà, il nostro protagonista, guardando l’orologio nervoso (strano: nessuno gli ha mai detto a che ora parte lei, ma lui mostra sempre di saperlo) dirà “Non può andare più veloce, maledizione?” ma poi, trafelato, scenderà dal taxi e comincerà a correre (vedi sopra). La raggiungerà al pelo, le farà una dichiarazione strappalacrime e the end.
SCENE DA UN MATRIMONIO
Nelle commedie romantiche di solito ci si sposa in un gazebo. Perché nei film c’è sempre il sole, e piove solo quando due si lasciano e decidono di dirselo sotto la pioggia per rendere tutto più straziante e maledettamente complicato, quindi col gazebo non puoi sbagliare. Ci saranno max 30 invitati vestiti di fiori, un pastore che sorride, lei che avanza e le promesse, che di solito lui non riesce a scrivere, e soffre tra pianto e stridore di denti sul foglio bianco senza saper mettere su carta il suo amore per tutto il film. Poi arriva il momento clou e da troglodita della lingua quale era, si trasforma nel Petrarca.
E ADESSO SPOGLIATI
Gli amici di letto fanno sesso senza problemi, di solito nei luoghi più impensati: in vicoli bui con goccia d’acqua inquietante che scandisce il ritmo della passione, nel letto dei genitori di lei perchè “Hai mica paura che arrivino? E’ più eccitante” e poi invece arrivano e allora i due si alzerano come una furia dal letto e lui in realtà sotto ha gli slip – e allora lei perché fino a un momento prima ansimava come durante un amplesso da Oscar? Raccolgono i vestiti di lui in tutta fretta e lo spedisce nel guardaroba, che di solito nei film americani è un bilocale, giusto un attimo prima che la mamma apra la porta e trovi la figlioletta nuda, ma opportunamente avvolta nel lenzuolo, che la saluta e dice “Mamma, avevo tanta nostalgia del lettone” e ovviamente la mamma non si insospettirà e farà solo una faccia da scema. Inquadratura sulla figlia, lui nel guardaroba che origlia per sapere quando puo’ uscire e poi stacco.
I timidini non fanno sesso o lo fanno dopo aver fatto sospirare l’altro per mesi. Di solito lei non si fida, o lui è rimasto scottato da una vipera in precedenza, e allora fino alla fine ricorrerà lo schema del “Devi fidarti di me buttati/Non mi fido“, concretizzato in un gesto, uno, che, solo, saprà dimostrare finalmente la fiducia. Solo una scena fra tutte: la presa dell’angelo in Dirty Dancing.
Nell’ordine abbiamo i timidini ubriachi che lo fanno al primo appuntamento o con uno sconosciuto e la mattina dopo si svegliano e non si ricordano nulla e poi si guardano il dito e c’è una anello e “Oh mio Dio, cosa ho fatto?“, i playboy che vanno a letto con tutte, poi incontrano una che non si concede e si innamorano, le sfigate che si tolgono gli occhiali, diventano bellissime e conquistano l’amministratore delegato dell’azienda in cui lavorano e che hanno puntato sin dal primo minuto, lui di solito è giovane e affascinante e fanno sesso con lei che è finalmente fighissima in camicia da notte di seta lilla.
A chiudere questa raccolta di scene di film (in work in progress) è la più ricorrente nelle commedie romantiche. Chiudete gli occhi. C’è lui che è davvero impedito con lo shopping, oppure lei che è una poverella finita per una botta di fortuna nella boutique di Armani, per scegliere il vestito della sua prima serata di gala a cui lui, ricco, l’ha invitata credendola Paris Hilton (vedi sopra), oppure c’è lui che vuole comprarle un vestito griffato, o lei che con un’amica cerca l’abito da sposa. Con gli occhi sempre chiusi, immaginate lei (o lui) che entra nel camerino con un mucchio di abiti, con l’altro che aspetta seduto in poltrona a leggere il Financial Time o Vogue. Parte una musichetta leggerina. Lui (o lei) esce dal camerino con un abito terribile che non gli daresti due soldi ma lei immotivatamente lo ha pescato dal mucchio (perché è una poverella e non ha buongusto), fa una piroetta, l’altro la guarda e fa una smorfia. Oppure si copre la faccia con il Financial Time. Oppure si alza e se ne va. Oppure fa finta di vomitare. Oppure guarda la commessa che è lì accanto con aria disgustato. Poi, finalmente, lei (o lui) trova il vestito giusto, bellissimo, che a colpo d’occhio avrebbe dovuto essere il primo nella lista e invece lei (o lui) ha deciso di indossarlo per ultimo. E tutto si ferma. La musica rallenta. La commessa ha un mancamento. Lui (di solito è lui a uscire maggiormente provato da questa esperienza) la guarda e le fa, sognante: “E’ lui“.
Peccato che lo spettatore lo sapesse già da un pezzo.
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Anche tu hai ritrovato nei film le stesse scene ricorrenti? Scrivimi (giovanna.gallo23@gmail.com), suggeriscimela e io la racconterò per te sul mio blog!
akio says
ahahaha! grande giò!
cri says
Bello, divertente, scritto in modo egregio! 🙂
Fantastica Giò.
Corrado says
Da oggi ti seguirò. Complimenti!
Giovanna Gallo says
@corrado: grazie! 🙂