Diciamocelo: dopo una giornata in ufficio, tra rogne, riunioni, pause pranzo flash, alle 18, sempre che i tuoi orari siano umani, non hai voglia di uscire. Se poi devi prendere dei mezzi vuoi solo tornare a casa più in fretta che puoi. Vuoi arrivare in un luogo sicuro, spogliarti delle tue vesti, fare una pipì lunga e liberatoria, una doccia, mangiare, cenativvùrivista. Se è programmata un’uscita, un aperitivo, un vernissage, comunque devi saperlo in anticipo per prepararti. Non è che te lo possono dire sul momento, anche perché si tratta di andarsene in giro direttamente dopo l’ufficio. Con gli stessi vestiti, make-up (rinvigorito in bagno alle 17.55) e scarpe della mattina. Checchè se ne dica, non porterò un ricambio di scarpe nella mia borsa già colma di qualunque amenità, per farmi la figa con il tacchettìo durante la serata mondana.
Il mondo colorato degli spot ti insegna sempre una cosa: una donna, per essere bellissima in ogni momento della sua lunga e impegnativa giornata, resistere all’ufficio e possedere ancora la forza di fare la party-girl alla sera, deve:
a) avere una macchina molto figa possibilmente rosa confetto metalizzata, in cui rifarsi il trucco e giungere come una diva al party a cui è invitata, magari lasciando le chiavi in mano al fattorino- parcheggiatore che la guarda allibito da cotanta bellezza. perché lei c’ha la macchina figa, rosa confetto, lei ha un bagagliaio colmo di scarpe tacco dodici e foulard per ravvivare il look da ufficio.
b) avere dei capelli molto lunghi: durante l’orario di ufficio saranno castigati in uno chignon (che attizza i colleghi maschi per l’aria da “sono una maestrina sexy“), ma la sera, appena varcata la soglia del posto di lavoro..basta scioglierli, scuotere un po’ la testa e via, perfetta. I capelli, minimamente toccati dal fatto di essere stati costretti all day long in un’acconciatura che a chiunque altra rimodellerebbe anche il cuoio capelluto, sono perfetti, morbidosi, solcati da lucenti waves.
c) avere dei capi basic nell’armadio: il tubino nero, la ballerina un po’ carina, il pantalone skinny, la camicetta che slacci un bottone e sei sexy, lo riallacci e zac! sei una suora ecc. Non c’è un sito femminile, una rivista di moda, un programma che parli di look che non predichi l’importanza del capo basic. Ma il capo basic non esiste. Intanto, non tutte possono infilarsi con nonchalance un tubino nero o un pantalone skinny. La camicetta è il capo più sporcabile sulla faccia della terra, non sia mai non macchiarla, non sarebbe una camicetta. Per togliere la macchia devi strofinare: e vai con l’alone che non va più via. E addio camicetta. E addio look per la serata.
d) possedere le lenti a contatto giuste: le it-girls della pubblicità di solito saltellano da un posto all’altro dopo l’ufficio proteggendo i loro occhi. Perché dal mattino alla sera davanti al pc, poi la sera vuoi mettere le luci del locale, meglio partire prevenute. Basta la lente a contatto giusta e sei fresca e lucida tutto il giorno, aperitivo compreso. Le lenti a contatto che dopo 4 ore che ce l’hai addosso bruciano a morte, negli spot non esistono. Non ci sono occhi lacrimanti. Occhi rossi e sofferenti. Ci sono solo occhi brillanti e sperluccicosi, che si adattano a ogni tipo di luce senza problemi.
e) avere il sorriso perfetto. Perché un sorriso perfetto, non stremato da giornate faticose spese dietro a clienti e capi, è il nostro primo biglietto da visita. Le ragazze della pubblicità hanno sempre voglia di sorridere, perché sì. Perché al locale post-ufficio c’è il tipo carino. L’amica che porta le partecipazioni di nozze. Perché nonostante lo chignon hanno i capelli fluenti. Mai una pubblicità che dica che dopo 8 e più ore, di sorridere non se ne parla. Al massimo qualche grugnito. Con il fidanzato ancora meglio.
f) non avere fame. Anche perché agli after-dinner, agli aperitivi, agli incontri post-lavoro, si sorseggia e basta e le it-girls non hanno mai fame.
Ieri sera sono stata invitata a un party notturno molto fescion dalla mia amica Maurizia: la presentazione della nuova collezione Max&co nello store di Torino Centro e poi aperitivo in una American Bakery che fa molto figo chiamarla così, ma alla fine è solo un bar carino con due candele e poco cibo all’aperitivo. Esco dall’ufficio alle 17, corro per mezza Torino come una pazza, metro, bus, casa, doccia, trucco, cambio d’abito, bus metro, store Max&co. Arrivo trafelata, circondata da ragazze su tacchi altissimi e capelli boccolosi. Capelli (miei) ridicoli. Il trucco può andare, ma se hai i capelli out sei tutta out. Alle 9 ho sonno, parlo e straparlo con le mie compagne di serata (Cici, AleRosaspina e Cécile) per evitare di morire tra gli stenti e le privazioni. Assalto al buffet e non si mangia. Sento il soffio della morte per fame che aleggia su di me. Ma sono una it-girl, cavolo! Esco dall’ufficio e vado agli aperitivi fescion, cavolo! Faccio la giornalista, la blogger, cavolo!
Sono arrivata a casa alle 11, con i piedi gonfi come due Buondì, la testa a palloncino come alcuni degli abiti di Max&co, gli occhi in fiamme e una sola convinzione in testa: la pubblicità è proprio una roba brutta brutta brutta.
Haha la voce della verita’! A parte il buffet inesistente e i piedi a buondì e’ stata una serata deliziosa al nostro tavolo, ci vediamo presto!
Ale
il punto a) sarà mica la Ypsilon ELLE..?? oppure la trendissima 500 Gucci…!!??
Io dico che questo schifo di periodo in cui viviamo riesce nell’impresa di togliere ogni credibilità all’uomo e peggiorare al contempo la vita della donna