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Donne, non pentitevi di quello che comprate all’Ikea. Piccola ode al paradiso degli acquisti inutili

20 aprile 2011 | Scritto da Giovanna Gallo | 2 commenti

Non ci si vergogna di chi si ama. Un messaggio senz’altro banale, letto su una bacheca Facebook di qualche amico romantico in vena di citazioni. Eppure è così: se ami, non puoi anche provare imbarazzo, repulsione o vergogna verso l’oggetto del tuo amore. Altrimenti non  è vero amore.

Prendiamo l’Ikea: l’Ikea è un paradiso in terra e l’ultima ricerca dell’Università del Wyoming ha dimostrato che Milton, nostalgico, pensava al reparto candele e incensi quando ha scritto Paradise Lost. Ogni donna che si reca all’Ikea per ravvivare un sabato pomeriggio particolarmente noioso, o per arredare casa, o per punire il fidanzato per niente shopping-addicted, sa, come sa che il ciclo arriva ineluttabile ogni mese, che non ne uscirà a mani vuote. Che si pentirà di aver comprato un nanosecondo dopo aver pagato le sedicimillanta euro dovute per acquisti totalmente inutili.

Ma io sono qui per dire NO! al pentimento post pagamento, NO! alla terribile delusione provata nei confronti di sè stessi dopo aver acquistato cose assolutamente immotivate, NO! al mantra “Basta, questa è l’ultima volta“. Non ci si vergogna di chi si ama, e alzi la mano chi non ama l’Ikea.

Perché l’Ikea ti prende sin dai primissimi momenti, sin dal reparto letti e cuscini, ti prende per i piumoni che puoi rimpire di piume fino a scoppiare di caldo, ti prende perché la libreria Billy contiene più libri di quanti riuscirai mai a leggerne, ti prende per gli inutili cestini in vimini del reparto bagno, per i giochi in legno e gli animaletti-burattini del reparto baby, e credi di amarla, di un amore infinito e disinteressato (perché tanto è lei che prosciuga te, e da lei non vuoi nulla in cambio) quando arrivi alla zona mercato, che già dire Mercato ti sa di piccolo paese in cui le signore si riuniscono per commentare le bancarelle e il prezzo (sempre troppo alto) dei carciofi. Il Mercato dell’Ikea è un sogno che diventa realtà, perché finché giri nei reparti sono ben poche le cose che puoi infilare nella capiente, ma pur sempre scomodissima, borsa a forma di barchetta che arraffi all’entrata, giurando a te stessa che “tanto non ci infilo niente dentro, è solo per tenere qualcosa di assolutamente poco ergonomico al braccio“. Nel Mercato puoi, devi comprare, nell’ordine:

  • le pile di dubbia marca svedese di cui non si capisce mai il voltaggio e allora compri quelle più carine esteticamente (di solito le più piccole), tanto prima o poi serviranno
  • trenta contenitori in plastica, che ti chiamano dalla loro posizione a grappolo, appesi sul soffitto, di forme impossibili e assolutamente inutilizzabili, che hanno bisogno di un armadietto intero a casa perché non riuscirai mai più a inserirli uno dentro l’altro come le matrioske (e di solito non c’è)
  • posate composte da forchette con tre denti, che di solito ci puoi fare tutto tranne che infilzare il cibo. Motivo dell’acquisto: sedici posate a 3.99 Euro non puoi mica lasciarle lì, costano troppo poco
  • Specchi a forma di cuore, delfino, pipistrello, frigorifero, astronave, campo da golf
  • Teglie per dolci a forma di cuore, delfino, pipistrello, frigorifero, astronave, campo da golf
  • vedi sopra per FORMINE DEL GHIACCIO E BISCOTTI
  • Milleduecento tovaglioli color verde acido
  • Portatovaglioli verde acido per abbinarlo ai tovaglioli
  • Candele profumate (trecento circa)
  • Attrezzi da cucina che non sai utilizzare
  • Tazze, bicchieri e piatti la cui scelta del colore è influenzata dal mood del momento
  • Scolapasta che puoi infilare direttamente nel lavello
  • Scolapasta classico a forma di zebra (se ti secchi a utilizzare quello da lavello, bisogna sempre avere l’alternativa a disposizione nella vita)

Se a questo punto dei tuoi acquisti la capiente borsa è già colma e sei passata al carrello, sappi che la tua spesa è ben oltre le 50 Euro.

Poco male, ci sono le casse fai da te: per chi, come me, ha sempre avuto la sindrome da cassiera, un divertimento assoluto.

Un’altra zona assolutamente paradisiaca dell’Ikea è la Bottega Svedese. Un tripudio di polpette e salmoni rosa, di pancake e cipolla croccante ti accoglierà festante. Ma a quel punto tu sarai già pentita degli acquisti fatti al Mercato. Per mettere a tacere i sensi di colpa c’è un’unica soluzione: passare prima alla Bottega, spendere (sempre meno di quello che spenderai dentro) e poi recarsi, con l’animo quieto di chi sa di stare facendo la cosa giusta, verso il reparto stampe e poster, per compare una bellissima riproduzione di Monet per la zona living della nostra casa Ikea style.

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Categoria: Lifestyle, Vi racconto le donne
Tag: bottega svedese, comprare all'ikea, consigli sulle donne, ikea, segreti sulle donne, zona mercato ikea

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  1. Invecchiare significa diventare come tua madrePerché | Forse ho sbagliato tutto - Il blog di Giovanna Gallo ha detto:
    19 dicembre 2011 alle 15:35

    […] lei. Magari non così tanto da spendere un patrimonio in Tupperware – che i 16 contenitori Ikea a 4.99 Euro van benissimo – ma abbastanza da farti capire che la trasformazione è […]

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    14 marzo 2012 alle 12:57

    […] musicale. Non c’è un libretto d’istruzioni, come quelle del tavolino Lack dell’Ikea, non ci sono manuali da seguire per diventare […]

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