L’Italia ha due occhi, uno si guarda dentro, l’altro sbircia fuori. A guardar dentro siamo bravi tutti: conosciamo le nostre origini (forse), adoriamo la nostra storia (chissà!), ci vantiamo dei nostri primati. Ci sentiamo italiani per il tricolore che sventola dalle nostre finestre, perché il 17 Marzo siamo scesi in piazza a festeggiare, perché Berlusconi un po’ lo ammiriamo un po’ lo deridiamo.
Guardare fuori è un po’ più complicato e non tutti ci riescono. Di solito chi in Italia nasce e cresce e muore non riesce a dare un’occhiata, sta sempre lì a guardarsi dentro, e l’Italia è una fidanzata on/off che oggi la ami, il giorno dopo la tradisci e il terzo giorno vorresti essere suo per sempre.
Ma chi nel nostro Paese ci arriva per vie traverse – amore, questioni di famiglia, lavoro – invece butta un’occhio e osserva. Se poi queste persone sanno anche scrivere e mettere nero su bianco le proprie impressioni, il racconto dell’Italia vista da fuori può cominciare.
Mariano Sabatini, giornalista, critico e autore televisivo, analista lucido della tv sul free press Metro, ha ascoltato questo racconto dalle parole dei suoi colleghi giornalisti, stranieri in una terra che poi è diventata la loro casa, per capire come questi occhi percepissero i fatti e i misfatti italiani, i protagonisti degli scandali, i grandi eventi mediatici, la storia e la cultura. Da questa ricerca, una sorta di intervista collettiva e corale, è nato “L’Italia s’è mesta. Dall’unità nazionale a Silvio Berlusconi, il bel paese visto dai corrispondenti stranieri” (Giulio Perroni Editore, 11 Euro). Nessun giudizio da parte dell’autore, che accompagna garbato i suoi ospiti, giornalisti francesi, tedeschi, spagnoli adottati dall’Italia da molti anni, fino all’ultima pagina. Sul perché proprio loro – i corrispondenti stranieri – Sabatini dice che ci pensava da un po’: ” Mi fa piacere essere arrivato primo a collezionare tante voci di giornalisti stranieri chiamati da me ad esprimersi sulle nostre sorti. Ora vedo che escono libri identici, con titoli meno eleganti del mio. Ritengo che, visto l’andazzo, serve restare nell’alveo della civiltà e dello stile. La mestizia unita all’abulia mi sembra lo stato d’animo che pervade questi anni folli“.
Giovanna Gallo: Quasi tutti i giornalisti che hai intervistato non fanno altro che criticare l’Italia e sono molto lucidi soprattutto rispetto a quello che non va, eppure in pochissimi se ne sono andati. Perché, secondo te? Cosa lega queste persone al nostro paese?
Mariano Sabatini: Lo stesso legame che unisce certe vittime ai loro carnefici. L’Italia è una matrigna arcigna e poco accogliente eppure ci irretisce e ci tiene qui. Io non saprei vivere altrove. I corrispondenti stranieri invece sono italiani d’elezione, potrebbero vivere ovunque, invece restano e lottano insieme a noi. Per questo meritano stima e considerazione.
GG: Dal Berlusconismo al potere della Chiesa, all’organizzazione che non va, alla burocrazia che fallisce: i problemi sono davanti agli occhi di questi professionisti della comunicazione ma nessuno fugge via terrorizzato, perché comunque l’Italia resta il Belpaese per tutti. Secondo te si salva solo perché ricca di monumenti, colma di storia, piena di cultura?
MS: Anche e soprattutto per quello, la cultura rimane il nostro atout ed è per questo che Tremonti e Brunetta sbagliano alla grande quando tagliano i fondi allo spettacolo o vituperano artisti, registi, musicisti e intellettuali. Io ho incontrato corrispondenti esteri laureati con una tesi sulla lingua di Goldoni… Oggi non sono molti gli italiani che conoscono chi sia. Ho parlato con una collega scozzese, Margaret Stenhouse, che mi aveva messo in guardia sul degrado di Pompei, ben prima che si verificassero i crolli. Loro hanno sull’Italia quel distacco necessario che consente una visione d’insieme che noi ci sogniamo.
GG: Silvio Berlusconi. Nella tua analisi dedichi molto spazio al Premier e al modo in cui i giornalisti stranieri lo giudicano. Si passa dal “fenomeno tutto italiano” a “personaggio buffo” e si arriva a “commediante”. Gli italiani di Berlusconi hanno detto, e dicono, anche peggio, eppure lui è ancora lì, ben saldo sulla sedia del potere. Secondo te, i giornalisti stranieri, come vedono noi cittadini italiani e che parole userebbero per descrivere la nostra tendenza al laissez-faire?
[…] di Giovanna Gallo [ l'originale QUI ] L’Italia ha due occhi, uno si guarda dentro, l’altro sbircia fuori. A guardar dentro siamo […]