Pasti che saltano, beveroni, palestra a ore improponibili, cremine miracolose, verdura detox: mai fatto. Un post per chi, come me, non riesce a mettersi a dieta.
Una volta ho fatto una dieta seria, di quelle che ti metti di impegno e sganci soldi alla dietologa e lo stomaco si abitua e perdi massa corporea e anche il polso ti dimagrisce, così, per dire. Ero una S T A N G O N A. Il problema è che poi ho intensificato la mia vita sociale e la dieta è fallita: chili recuperati, e da stangona sono passata a curvy (anche se culona faceva rima).
Che poi è anche di tendenza, perché adesso essere curvy è un vanto sdoganato dalle migliori riviste di moda e sulle passerelle mondiali. In più se non sei minimamente complessata, stai bene con te stessa e te piace magnare, qualcosa di carino ti entra ancora e i jeans si chiudono senza auto-indursi il soffocamento, ti convinci che non è che sei poi tanto ciccia, che comunque hai un fidanzato che ti ama e che non sopporta le magroline, che hai sempre saputo di avere l’ossatura spessa, mica è colpa tua.
Così passano gli anni e i chili aumentano e a un certo punto ti taggano in una foto su Facebook e ti scopri schifosamente gonfia. La presa di coscienza avviene solo quando qualcuno ti tagga ché se carichi tu selezioni accuratamente le immagini da mostrare al mondo.
Alzi la mano chi, la domenica sera, dopo le sedici cene del weekend e la merenda ipercalorica, non si è sentita sollevata dicendo a sè stessa: “Domani. Domani mi metto a dieta“.
Non c’è niente di più facile che giurare a sè stesse di non mangiare più porcherie quando si ha lo stomaco pieno.
In più non tutte ci sanno fare con gli sport, ottima alternativa al digiuno pannelliano: ci sono quelle a cui ballano le tette quando corrono e si vergognano, quelle che non hanno tempo, quelle che hanno tempo ma non hanno voglia, quelle che hanno figli e corrono dietro a un passeggino, quelle che proprio no, in palestra no, a correre no, a fare balli caraibici no.
Lo dice una che, in un vortice di follia, aveva annunciato al mondo di voler iscriversi e il giorno dopo si è beccata una distorsione di quelle che il piede si trasforma in un panettone violaceo. Perché evidentemente il karma non era d’accordo e allora, con il piede bello in alto, mi sono sparata un kebab.
Una per stare a dieta – non di quelle proibitive, solo quelle che ti tolgono di mezzo la robaccia grassa – secondo me non deve uscire di casa. Anche una cena a casa di amici è deleteria. Per risparmiare fai l’aperitivo, ma la cosce non fanno sconti.
Per fare la figa vai ai brunch, dove la gente si ingozza nonostante l’ambiente d’alta borghesia e magni pure lì. Per lavoro incontri i clienti che ti invitano a pranzo: per sopravvivere alla riunione cosa c’è di meglio di un bel dolce?
Io non resisto alle tentazioni, sapete, perché mi piaccio. Però ogni tanto mi chiedo come ci si sente a non avere problemi di peso.
Mi immagino una cosa alla Sliding doors: se fossi stata magra la mia vita sarebbe stata diversa? Magari avrei indossato la minigonna e questo avrebbe cambiato il corso della mia vita?
Avrei comprato meno cardigan per coprire le chiappe? Meno reggiseni ingombranti? Avrei evitato di spendere i soldi per l’acquisto di un iPod (“Andrò a correre e la musica mi distrarrà“), di una paio di pantaloni da jogging, della Somatoline Pancia e Fianchi (“Stavolta la uso tutte le sere, sì“) e con quei risparmi adesso sarei ricca e nel bel mezzo di un party a Los Angeles?
Di certo avrei mangiato meno brownies e meno gelati, e anche meno pane e salame, con ovvie conseguenze sul mio umore cibopatico (se non mangio sclero e mi capita anche se non mangi tu: se scopro che qualcuno salta i pasti impazzisco).
Sono le 17.07 e sono a dieta da 7, lunghissime ore. L’armadietto dei biscotti è così vicino…
Per distrarmi guardo le repliche dell’avvincente appuntamento domenicale con la personal trainer di Studio Aperto, quella che sale e scende da un pacco di pasta come se fosse uno step e che si allena con le bottiglie di Gatorade.
E poi mi viene in mente che sono calabrese, santo iddio. Mangiare e farlo bene è un mio diritto inalienabile.
Gesù mi perdonerà.
Vicina all’armadietto dei biscotti?! Quando sei a dieta niente biscotti in casa (e neanche salame, dolci, pane, caramelle)! Butta tutto 🙂
Hai detto che ti piaci. Scusa, ma se sei in salute, chi cavolo te lo fa fare?
Al massimo cerca di fare le scale a piedi, giusto quel tanto per compensare il tempo che passi seduta a bloggare. Io per restare in un peso accettabile dovrei nutrirmi solo di zucchine bollite, ma di fronte ad una vita di zucchine bollite preferisco il fianco prorompente.
(Il kebab è un tonico dell’umore straordinario…)
Mai fatta una dieta canonica, d’estate dimagrisco a vista d’occhio poichè mi cala l’appetito e d’inverno “rinciuottisco” perchè ho estremo bisogno di mangiare! Oscillo tra una 42 e una 44 da anni e il mio peso si è aggirato pressochè sempre tra i 55 e i 60-62 chili.
Quando il mio metabolismo rallenterà, però, temo sarà una tragedia. 😀
Come si può resistere alle tentazioni? ahah è davvero impossibile!
Stare bene nel proprio corpo e nei propri vestiti è il segreto fondamentale, tutto il resto è superfluo, ergo, se ti senti “stretta”, metaforicamente e non, nei tuoi abiti, stai lontana da quel pacco di biscotti, altrimenti, te lo consiglio caldamente, apri l’armadietto e gustatene uno con orgoglio e fierezza… Ma mi raccomando, sempre senza sensi di colpa! 😉
Perchè curvy non è che bello, di più! 😀
*che è bello 😛
Giovanna, hai detto bene: sei calabrese, mangiare e farlo bene è un tuo diritto inalienabile! Questo post è tra i più spassosi e brillanti che abbia letto. Lo adoro! E oltretutto sono a dieta, non ho potuto astenermi dal momento che sfioro ormai la taglia 48 😛