Per quali cose una donna va in fissa più spesso? Ecco un piccolo resoconto che parla di gabbie shabby chic, di Ruzzle, di Instagram e di borse. Enjoy!
Sono una donna e mi focalizzo sui dettagli. Nel senso che, periodicamente, vado in fissa. Per cosa? Dipende dal momento: può essere il cibo, un programma tv, un colore di smalto, strane gabbie per uccelli – di quelle che su Elle Decor sembrano fichissime e adatte ad arredare un loft a Manhattan ma a casa tua sembra solo una gabbia per uccelli, e senza nessun pennuto dentro.
Anche gli uomini vivono momenti in cui vanno in fissa con qualcosa, ma non dura mai abbastanza da poter loro rinfacciare disattenzione, svogliatezza, monotematicità nei discorsi. Nell’80% dei casi si tratta di una fissa che dura una vita: quella per lo sport, per la forma fisica o per le lasagne di mammà. E’ un grafico equilibrato: non una variazione nell’ultimo ventennio.
Noi ragazze invece sì, semplicemente perché vediamo più roba intorno. Credo dipenda tutto da quella cosa che noi distinguiamo le sfumature e i ragazzi noi. Per dire, avete mai visto un uomo appassionato delle scatole Pantone? O passare ore a scegliere la sfumatura delle piastrelle della cucina? Funziona così per tutto quello che c’è nel mondo, per noi: una donna ama i dettagli e si entusiasma con poco e a volte, diciamo una volta a settimana, cambia focus e va in fissa con una cosa diversa.
Ma per cosa può andare in fissa una ragazza?
– cianfrusaglie decorative: shabby chic, industrial chic, suburban chic, country chic, school chic, postmodern chic. Tutto (purché sia chic), basta che ci si possa abbinare un inutile e immotivato – per quanto adorabile – soprammobile. Cuori, capanne, gnomi, elefanti, fatine, Bratz, coni gelato portachiavi, lanterne da castello medievale, enormi gigantografie con tanto di citazioni da lifecoach, pezzi di calcinaccio, forchette a due denti. Possedere una casa significa personalizzarla, darle un’anima. E avere una gabbia per uccelli in stile provenzale che si affaccia sul lavello della cucina è assolutamente un must.
– app risucchia cervello: tutto il mondo ha uno smartphone, e chiunque abbia uno smartphone ha un’app – o centinaia di app – per facilitarsi la vita. Prendete Whatsapp: avevamo appena superato la fase del “Ti mando un sms anche se devo raccontarti la mia lunghissima e complicata discussione di laurea perché non ho voglia di telefonarti” e lasciato da parte quella del “Qualunque cosa deba dirti, non c’è niente che i messaggi di Facebook non possano sapere” e ci ritroviamo in quella “Sto organizzando il mio matrimonio: suddividendo in gruppi la mia rubrica di Whatsapp, riuscirò a inviare la partecipazione a tutti nel giro di 10 minuti“.
E vogliamo parlare di Ruzzle? Non so voi, ma io non riesco a fermarmi. Nel senso che le tre partite a manche sono obbligatorie, così come anche la rivincita in caso di sconfitta. E la Ruzzletiquette vieta di abbandonare una partita prima della sua fine e impone che ogni invito venga accettato, senza discriminazione di amici. Quindi ogni partita deve essere giocata, a costo di cadere in un circolo vizioso di manche mentre siamo sul bus in bilico su un piede, a cena dai suoceri o durante un incontro hot (ma in quel caso magari evitiamo).
E veniamo a Instagram, la peggiore di tutte. Una cosa che può occupare tre secondi oppure mezz’ora, dipende se siete dei fotografi pasticcioni o cercate la luce e l’inquadratura perfetta. Instagram è il Male e il Bene insieme, perché da un lato sembra innocuo – è smart, colorato, veloce, a volte emozionante – dall’altro invece ti incatena allo scatto. Ogni cosa è potenzialmente forte su Instagram e se non la fotografi e poi non la ripassi di Earlybird perdi un’occasione. Mangi un budino a forma di farfalla? Click. In cielo c’è un arcobaleno? Click. Hai una foto di te in bigodini su cui non avresti scommesso un soldo e invece è venuta bene? Click. Può diventare più che una fissa: siamo già in bilico sul baratro dell’ossessione (secondo voi una foto che mi riprende da dietro, mentre scrivo di Instagram, potrebbe avere successo su Instagram? Click.)
– serie tv: ho almeno 10 amiche che hanno pronunciato la seguente frase: “La mia giornata ideale? Una tazza di the caldo, copertina e venti episodi di altrettante serie tv da guardare“. Essendo io la capobanda di questa crew di fissate per gli show americani (a proposito, mi seguite su Leonardo?) non posso che affermare che la fissa più fissa di tutte è l’ossessione per le serie televisive. Analizzare i personaggi, le inquadrature, seguire centinaia e più storie contemporaneamente e ricordare tutti i nomi come mai farete per i parenti, piangere e appassionarvi, organizzare tutta la pausa pranzo intorno a questo. Ce l’ho e ancora mi chiedo come faccio ad avere una vita sociale sana ed equilibrata.
– abbigliamento/make-up/scarpe: c’è quella che “E’ uscita l’ultima borsa in limited edition di sto cippo. Devo averla” e poi, non avendo nessuna occasione d’uso (che in pratica consiste nel vivere a Miami o nell’essere un’ereditiera sempre sotto i riflettori) finisce con l’indossarla a messa la domenica; quella che lo smalto non si chiama così ma “vernis” e pretende che anche il suo fidanzato lo chiami così; quella che non esce mai senza il tacco 12. Probabilmente la cosa per cui le donne vanno in fissa più spesso è tutto l’universo del fashion – dalle scarpe ai cappelli passando per lo smokey eye perfetto – e questa è una cosa inspiegabile, nel senso che è un dogma. Le donne sono il papa e la passione per il fashion è un dogma. Vi sognereste mai di contraddirle?
Segnalo a tutte le amiche questo sito per risolvere automaticamente gli schemi di ruzzle, genera solo parole valide perchè si basa sul dizionario ufficiale di ruzzle!