Il mio racconto “Calabria Survivor“, sulla giornata tipica di un vacanziero del nord sulle spiagge calabresi – un’analisi ironica, volutamente macchiettistica ed esagerata, per esigenze di copione – nell’ebook gratuito “Meglio il sole (che male accompagnate)“, che potete scaricare gratuitamente sulla pagina Facebook di Hawaiian Tropic Italia. Insieme a me, altri quattro racconti da spiaggia di altrettante blogger e giornaliste (Sonia Grispo di Trend&Thecity, Daniela Losini, Beauty Editor di Grazia.it, Valentina Divitini e Laura Renieri di The Old Now) che sapranno divertirvi, e stupirvi. Ci siamo messe in gioco, ora tocca a voi leggerci. E’ gratis e fa ridere: cosa volete di più? Ecco un estratto del mio racconto “Calabria Survivor”!
Innanzitutto, se ti sei spinto aldilà dei confini di Cuneo nel pieno del bollino nero del traffico e sei giunto fino a Pizzo Calabro il 14 Agosto, voglio stringerti la mano. Probabilmente sei arrivato in aereo, prenotato a gennaio sotto la neve, cavandotela con appena un litigio con l’hostess che voleva mandarti il bagaglio in stiva.
Oppure sei venuto fin qui in treno? Fino a Salerno viaggio deluxe e poi strilli di bambini, gente nelcorridionelbagnosulportabagagliovunque e finalmente tiri un sospiro di sollievo quando il tuo piede sandalato tocca il suolo in una Pizzo Calabro che raggiunge picchi di umidità pari al Borneo.
Magari sei un duro, hai riempito la macchina, comprato due vasetti di crema di nocciola da regalare ai tuoi ospiti, e ti sei messo in viaggio, fino ai confini dell’Universo, che di solito finiscono a Sala Consilina, dove inizia la Salerno-Reggio. Sei un duro? Ti meriti una stretta di mano, e un Tartufo Gelato ripieno di cioccolato fuso. Goditelo, quel gelato. Gustati tutto, fino in fondo: l’accoglienza della famiglia calabra da cui sei in visita; il loro sorriso; la porta sempre aperta; le cotolette a friggere e mai in forno. Goditi i bis e i tris che sei costretto a fare di ogni singola pietanza sul menù (circa 8, per un pasto senza impegno) e poi anche il bicchiere di vino rosso del nonno Antonio che devi assolutamente assaggiare, pena la pubblica umiliazione, e il secondo e il terzo. Goditeli, perché domani vai in spiaggia con la famiglia calabrese.
Ci sono cose che non sai: per esempio, non sai ancora che la famiglia calabrese che si sposta, ovunque vada, colonizza. Che si tratti di città intere (ti dice qualcosa Torino?) o di scampagnate di Pasquetta, la famiglia calabra media non può prescindere dal trasportare con sé tutto quello che la fa sentire a casa. Il pranzo non può essere semplicemente un panino in piedi, mentre si osserva la marea: deve ricreare in atmosfera e comfort quello di casa, con tanto di tavolo e sedie, teglie e piatti, portate limitate ma complicate e riserve di cibo “che se poi ti viene fame!?”. Eppure, sei partito preparato: i racconti mitologici su quel Sud così allegro ed esagerato, li conosci tutti. Ma in spiaggia con loro non sei mai andato.
Ed ecco quello che succederà.”
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