La massima espressione dell’italianità e dell’italiano medio si palesa sui voli Ryanair nazionali. Polemiche, urla, strepiti e molto altro ancora in questa apologia che raccoglie i momenti più belli – dall’acquisto del biglietto al ritiro bagagli. Buon divertimento!
In certi momenti sono un po’ italiano medio anche io, perché una non è che può sempre frequentare i vernissage o fare l’acculturata: certe volte c’ho bisogno di gossip e chiacchiere futili e allora parlo di gossip e chiacchiere futili. L’altra sera per sbaglio ho anche guardato un film dei Vanzina, e ora mi chiedo quale sarà il mio contrappasso infernale, perché di certo deve esserci una punizione per chi si lascia andare a momenti di #italianomediezza così sfrenati.
Sono però fermamente convinta che il momento in cui noi italiani diamo il meglio del peggio di noi sia sui voli Ryanair. Il volo Ryanair di solito è una tragedia – ritardi, attese infinite nei tunnel, code immotivate agli imbarchi che ogni giorno diventano più lunghe, bagagli a mano in stiva, le Pringles che costano 5 euro e così via – e, come sempre in questi casi, sono dei momenti di aggregazione in cui sconosciuti si uniscono e diventano amici, uniti contro le hostess ritardatarie e le cinture di sicurezza troppo corte. Sul fatto che la Ryanair sia comoda per certe cose e immotivata per certe altre siamo tutti d’accordo, e siamo anche tutti d’accordo sul fatto che sì, lamentarsi per accertati malfunzionamenti è ok, ma lamentarsi del fatto che non ci siano i posti assegnati non è ok.
Eppure l’italiano medio, che proprio sui voli Ryanair trova la sua massima espressione, questo fa: si lamenta dell’illamentabile. In pratica sceglie una compagnia lowcost per spendere meno e poi si lamenta che è cheap. Ecco, in sei comodi punti, i momenti topici in cui l’italianomediezza scaturisce in modo del tutto automatico:
L’imbarco
Tipicamente la sua italianomediezza si coglie già all’imbarco, quando si mette in fila per essere il primo a salire sull’aereo e commenta i possibili (e reiterati) ritardi con frasi tipo “Ma che stanno a fà, dormono?” o se vuole buttarla sul simpatico “Si sò fermati a fare benzina all’aereo?” fino al polemico “L’Italia fa schifo, manco un’aereo in orario“. Da Bergamo a Lamezia, l’italiano medio non coglierà l’esigenza di mettersi in fila per agevolare l’imbarco e infilerà il suo corpo in ogni anfratto possibile e immaginabile pur di guadagnare posizioni, generando così due filoni di reazioni: i litiganti che alzano la voce e i bisbigliatori che si lamentano con il vicino o tra sè e sè. I litiganti che alzano la voce sono animatori di folle e di animi e scatenano la pronta reazione dei secondi, che però non se la sentono di esporsi. Il risultato è che tanto poi una volta preso il bus siamo tutti uguali e la prima posizione di uno diventa improvvisamente l’ultima, quindi litigare è inutile, vale solo lo scatto di gamba: ma di questo parleremo nell’apposito paragrafo Scatto di gamba per guadagnare posizioni nel breve tragitto che separa il gate dall’aereo.
Il controllo del bagaglio a mano
Lo sa anche mio fratello di sette anni che su Ryanair non puoi portare due bagagli (almeno fino al 1 dicembre 2013, grazie a Dio onnipotente). Lo sa mio nonno che su un aereo non ci è salito mai e lo sa l’italiano medio che pure non si rassegna. Ed è così che arriva al gate con due borse: la valigia e la borsetta. Nella borsetta l’italiano medio infila di tutto, anche suo figlio; va da sè che non sarà possibile infilare la stessa in valigia come regolamento vuole, con conseguenti liti, polemiche, urla degni di un salotto di Giletti. Anche il controllo grandezza valigia fallisce sempre perché né gli sms di Ryanair; né le mail di Ryanair; nè il buon senso possono inculcare nell’italiano medio la consapevolezza che il bagaglio a mano non può avere le dimensioni del Molise. Da quel momento in poi sarà solo una grande lite, tratteggiata da rimostranze fisse come “Io il bagaglio in stiva non ce lo metto” anche se non c’è più chiaramente posto nelle cappelliere e l’hostess svedese implora in inglese l’italiano medio, che, essendo italiano medio non capirà.
Lo speedy boarding
L’italiano medio non concepisce che si possa pagare per salire prima sull’aereo e infatti si lamenta quando quelli che hanno pagato per salire prima sull’aereo vengono fatti passare come dei vip. In coda ci sarà sempre qualcuno che accennerà un “La fila si rispetta!“, ma verrà zittito da chi sa che non c’è storia con quelli che pagano: quelli sono borghesi, sono ricchi e se lo possono permettere. Fine della storia.
Scatto di gamba per guadagnare posizioni nel breve tragitto che separa il gate dall’aereo
Una volta che l’italiano medio ha superato i controlli, ha infilato il bambino e la borsa in valigia e ha salutato con la manina la hostess di terra, ecco che si fionda nel tunnel per guadagnare posizioni e scavalcare la fila in modo del tutto casuale, per essere il primo a salire sulla scaletta dell’aereo. Il bus mescola le carte in modo esemplare ma anche l’attraversamento a piedi della pista rende primi gli ultimi: tutto sta nello scatto di gamba, perché chi più corre, più vince. Più che un imbarco, ogni volo Ryanair sembra una maratona di deficienti.
“Le prime cinque file vanno lasciate libere”
Ecco un’altra cosa che l’italiano medio non riesce a capire: le prime 5 file libere. Nonostante il filo rosso che delimita l’area e le hostess in modalità catena umana per impedire che qualcuno si sieda, l’italiano medio non si può capacitare di quei posti vuoti e, alla prima distrazione dell’hostess prenderà posto nelle prime cinque file. Poserà la valigia, strapperà i sigilli, si metterà comodo e comincerà a sfogliare la Gazzetta dello Sport. Rimarrà in questa posizione sei secondi netti, poi verrà cacciato dopo la fila 5; seguiranno invettive contro il sistema, contro le hostess, contro l’Italia tutta, contro la Ryanair che non si sopiranno neanche dopo il decollo.
L’applauso finale
Un momento da cui non può esimersi: felice di essere sopravvissuto all’imbarco, al controllo bagagli, alle prime cinque file da lasciare libere, alle code per salire in aereo e complimentandosi con sè stesso per essere riuscito a trovare posto per la valigia nella cappelliera anziché farselo spedire nell’angusta stiva, ecco che all’atterraggio l’italiano medio partirà con l’applauso. Un applauso che non ha niente di misurato: non è un timido accenno di felicità, ma un’esplosione di gioia che manco alla Domenica delle Palme con Gesù guest-star, urla e tifo sfegatato. Perché la gioia di essere un sopravvissuto non può essere taciuta e la musichetta finale di Ryanair concilia il giubilo.
Postilla: trucchi di una sopravvissuta per non soccombere prima, durante e dopo un volo Ryanair
- Prima regola: non arrivare all’ultimo momento. Posizionarsi in coda al gate – in piedi e con nonchalance – almeno un’ora prima dell’apertura dell’imbarco, pena: il bagaglio nell’angusta stiva se ci si ritrova a salire per ultimi sull’aereo.
- Seconda regola: non litigare. E’ inutile mettersi a discutere con l’italiano medio dei voli Ryanair. Infilate le cuffie e isolatevi fino all’atterraggio. Non rivolgete la parola a nessuno, non fornite informazioni personali che possono essere usati contro di voi e, per carità, non fatevi coinvolgere nell’antica polemica tra Nord e Sud, quella secondo cui al Nord funziona tutto e al Sud niente.
- Terza regola: posizione strategica sul bus. In base a un calcolo affinato da me medesima, bisogna sempre individuare le porte che verranno aperte per la discesa e posizionarsi in prossimità delle stesse con fare che sembra casuale e che invece è tutto frutto di sottili riflessioni trigonometriche.
- Quarta regola: la scelta del posto. Dopo la fila cinque c’è la fila sei. Sedetevi lì, posto corridoio, così sarete anche i primi a scendere senza rischiare che un trollery vi cada in testa.
- Quinta regola: non comprare i biglietti della lotteria. Il buonsenso guiderà la vostra mano e vi impedirà di spendere milioni di euro per bottigliette d’acqua, sigarette elettroniche e biglietti di strane lotterie.
Maurizia Torino Style says
Anche il posto corridoio in coda non e’male, ugualmente tattico ma meno ambito e sempre libero rispetto alla fila sei. 😉
Miriam Lanza says
Quest’estate ho perso un sacco di voli Rayanair e non ho fatto altro che lamentarmi che i posti non sono assegnati. Non capisco, non ce la faccio 🙂