Dopo Eroine Multitasking, in arrivo la mia seconda “fatica”. Non ha ancora un titolo, ma in amicizia possiamo chiamarlo “Come ti distruggo tutti i clichè delle commedie romantiche”. In arrivo a Luglio!
“Sto scrivendo un libro” è la frase che più mi sono sentita rivolgere nell’ultimo anno. Perché, insomma, pare che scrivere un romanzo, o un saggio, o un manuale, sia veramente una tacca sul curriculum che di questi tempi non può mancare. Di alcuni colleghi ho veramente apprezzato lo sforzo editoriale, di altri meno, nel senso che, a volte, soprattutto per noi gente del web, l’approdo in libreria è un po’ forzato.Ci trasciniamo dietro una miriade di contatti virtuali, ma è poi così scontato che diventino anche lettori?
D’altro canto, anche io ho ripetuto la frase “Sto scrivendo un libro” forse più volte di “Ho fame” e “Ho ragione io” (e già che le dico almeno venti volte al giorno entrambe), perché sì, negli ultimi due mesi ho fatto questo: ho scritto un libro. Il secondo, dopo Eroine Multitasking (che trovate ancora su Amazon a 0.99 Euro e che potete recensire, o stellinare, oppure stroncare, un po’ come vi pare), pubblicato con la casa editrice femminile digitale e adorabile Emma Books. Eroine, che mi ha portato a spasso a presentare il mondo delle donne e a parlare di sindromi premestruali violente per tutto l’anno scorso, è stato uno sforzo editoriale minimo: una raccolta di post tratti da questo blog, che raccoglie blateramenti dal 2010, corretti e rivisitati alla luce della pubblicazione. Dei capitoli inediti completavano poi il quadro di quello che è, in assoluto, lo stile che più mi rappresenta.
La novità che probabilmente avrete letto sul mio profilo Facebook e su Instagram è che il prossimo libro, questa volta cartaceo (per la gioia di mia mamma: il primo e-book l’ha stampato, in una comoda copia solo fronte, per un totale di 1500 fogli volanti, via via fotocopiati per tutti i parenti e gli amici prossimi non digitalizzati), edito da Aliberti Editore, uscirà i primi di luglio ed è quasi pronto per andare in stampa.
Siccome scrivo quello che dico (e infatti sarei perfetta in radio: qualcuno legga il mio appello!) ecco che l’idea per questo secondo romanzo, con target prevalentemente femminile, analizza nel dettaglio e poi distrugge, uno a uno, tutti i cliché delle commedie romantiche degli ultimi vent’anni. Voi mi direte: ma che bisogno c’era? Serviva veramente un libro che racconta le scene ricorrenti che gli sceneggiatori ci propinano ogni volta che, al cinema, si parla d’amore?
Io vi rispondo: certo che no. Ma siamo sinceri: ho guardato tutti i film di Jennifer Lopez e di Cameron Diaz e, credetemi, è un male che mai augurerei a nessuno di voi, neanche a quelli che mandano mail di lavoro alle 3 del mattino di sabato (anche se quelli sì, meriterebbero una maratona JLO lobotomizzante) e adesso mi volete dire che, quando uscirà in libreria, non vi fionderete a comprarne una copia per l’amica, la sorella, la mamma?
E per cosa soffriamo, allora, su questa Terra? Io mi sono guadagnata il Paradiso osservando sempre le stesse scene (cambi di programma all’ultimo momento, prese di coscienza fulminee, addii sotto la pioggia, dichiarazioni che nessun uomo sano di mente farebbe mai, corse all’aeroporto, scambi di persona) e voi mi state dicendo che non stavate aspettando un libro così?
Non scherzate: io ho questa maledizione – un acutissimo quanto inutile spirito d’osservazione che mi permette di notare e poi commentare ciò che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni e che, per prigrizia (o perché semplicemente sono immotivate. Ma l’importante è essere lucide) ci sfuggono- e questo libro ne è il frutto.
Qualcuno un giorno mi ha detto: “Tu dici cose che pensiamo tutti, solo che lo dici in modo divertente”. E quindi diciamocelo: oggi chiunque pubblica libri. Basta avere uno spunto di idea, essere più o meno un personaggio e zac, tre secondi dopo si è a scaffale. Io non sono meglio di tutti i nuovi autori che vengono fuori dal web e non ho pretese, se non quella di far sorridere chi mi legge.
Tra dieci anni mi vedo sempre allegra, con qualche figlio a carico, ma chissà dove sarò, come sarà la mia casa, quanti chili in più avrò addosso. Sono variabili della vita che non posso anticipare. Però una costante ce l’ho: tra dieci anni io non so né come né dove sarò, ma mi vedo a scrivere, perché è l’unica cosa che so fare (a parte parlare, e mangiare).
Ho scritto questo libro – che non ha ancora un titolo, ma lo avrà presto – nei ritagli di tempo dal lavoro, ma mi sono impegnata a farlo quando ero ispirata e non solo quando ero libera. Non posso darvi molto, solo un paio d’ore di leggerezza: non potevo fare altro che scrivere divertendomi, in modo tale che, se e quando spenderete dei soldi per acquistarlo, possiate divertirvi anche voi.
Il giorno che perderò questo gusto, poserò la penna. Ma fino ad allora, vi pigliate quello che c’è: un po’ di sana, rilassante distrazione dalle rogne quotidiane.
Allora, vi ho convinto?
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