Il racconto di un bel weekend al sole della Puglia, nel Nova Yardinia Resort di Castellaneta Marina (Taranto): gli scatti postati sul mio account Instagram parleranno per me. Buona lettura!
La prima Instagram Photo Story che inaugura la sezione la voglio dedicare tutta al Nova Yardinia Resort , un complesso turistico che si divide in quattro villaggi con differenti identità e atmosfere dedicate a ogni genere di esigenza vacanziera. Il Nova Yardinia è a Castellaneta Marina, in provincia di Taranto e a circa 1 ora dall’aeroporto di Bari, dove sono atterrata dopo una sveglia mitologica alle 4.30 del mattino e molte, moltissime occhiaie. I miei compagni di viaggio: il mio Davide e l’adorabile Teresa di Peperoni e Patate, con la quale condivido le origini calabresi e l’amore per il Sud. Non ero mai stata in Puglia – dalla Calabria è un’impresa raggiungerla, voi non avete idea – e allora ho accettato al volo l’invito a fare un tuffo nel suo mare blu e nei suoi panzerotti. E quando sono arrivata, sono finita nel villaggio Alborea, che su carta propone delle Eco Lodge Suites in pineta, mentre per me si è tramutato subito in “Ho la Jacuzzi in camera!“: un entusiasmo non da poco, perché non avrò mai più una Jacuzzi in camera.
Le suites sono più grandi di casa mia e sono immerse in una natura incontaminata: curatissima, ma intatta nella sua anima selvaggia. Avevo dimenticato quanto potesse essere micidiale la natura selvaggia per la mia allergia, ma ho ingollato due antistaminici, ho preso la navetta (che fa il giro dei cinque villaggi a ritmi sostenutissimi) e sono andata al mare. Il primo bagno a giugno e poi chissà il prossimo quando sarà! Il primo sole! La prima sabbia che scotta! e insomma, aggiungendo al già letale mix di sonno e sonno da antistaminici anche la potenza del sole pugliese, sono praticamente andata in catalessi per un’oretta. Ho passato la successiva mezz’ora a inviare a tutti i miei amici in ufficio foto magiche della spiaggia, e ne ho molto goduto. Mi sono presa anche un sacco di insulti.
Per pranzo ci siamo spostati al Kalidria, che racchiude invece un’anima di benessere con la sua Thalasso Spa al sapore di mare. E’ qui che abbiamo conosciuto gli altri compagni di viaggio: Cinzia di Turista di Mestiere , Elisa e Luca con l’adorabile (ma che dico, adorabile. Meraviglioso) Sebastiano di Mi prendo e mi porto via e anche Chiara di Machedavvero? , che, insomma, non ve la devo mica presentare. Al Kalidria ho mangiato un panino ripieno di verdure a dir poco fotogenico:
Nel pomeriggio siamo andati a Taranto, che è bella e struggente allo stesso tempo. Io sento un sacco di volte i miei amici del Nord che vengono al Sud per mangiare, bere e prendere il sole e poi tornano, e dicono: “Madonna, però, che fatiscenza. Madonna, però, è tutto lasciato in malora“. Io rispondo che neanche la periferia più estrema di Torino è Miami Beach e poi penso alla mia Calabria, che di zone abbandonate ne ha tantissime, e certo per colpa delle Istituzioni e anche un po’ di chi ci vive senza fiatare, eppure conserva quel suo fascino malandato che commuove sempre. Anche Taranto è così: illuminata dal sole caldo del mare, con quella sua silouhette industriale di cui tanto si parla, eppure così bella nelle sue stradine contorte del centro storico. Mi sembrava di camminare nei luoghi della mia infanzia: c’è qualcosa di più bello, secondo voi?
La cosa bella di girare con dei blogger e dei Social Media Addicted è che non ti devi vergognare se passi il tuo tempo a hashtaggare, fotografare, posizionare oggetti strategicamente per creare un mini set, perché tanto lo stanno facendo anche loro. E’ una bella sensazione, quella di non essere soli con il proprio smartphone.
Un’altra cosa tipica dei blogtour è la consapevolezza che, prima o poi, arriva sempre il momento in cui il tuo telefono ti abbandonerà. Lo farà davanti a un tramonto fantastico, a un mare trasparente, a una bambina che coglie fiori nel tramonto, o a uno spritz. E lo farà esattamente due ore dopo che avrai cominciato a usarlo per fotografare/postare. E cosa fai a quel punto? Elemosini prese di corrente a chiunque ti capiti a tiro (o tiri fuori il secondo smartphone, come ho fatto io).
La mattina dopo ho avuto un’epifania, non solo davanti al morbido panbrioche mangiato per colazione (tutto rigorosamente a mano e con prodotti a Km 0) di cui ho fatto più volte il bis senza ritegno
… ma soprattutto alla Masseria Quis ut deus.Che cos’ è la Masseria Quis Ut deus? E’ la location del mio matrimonio con Davide, ovviamente. Io lo avrei sposato lì, all’ombra di un trullo, su due piedi: i testimoni c’erano, i bambini a fare da pagetto pure e sono sicura che sarebbero usciti anche due panzerotti per il buffet, se solo li avessimo chiesti. Tutto, in questa meravigliosa location, gridava: “Davide, fallo! Fallo!”: dalla meravigliosa facciata restaurata e tutta bianca dei piccoli trulli, alla piscina al coperto, al percorso Spa a tema “Divina Commedia” di Dante, alla cappella romantica ora location di massaggi rilassanti, alla piscina immersa negli ulivi e insomma, Davide non ha colto e io non avrò pace finché non troverò qualcosa di simile per il giorno del Sì. Sempre che questo giorno arrivi: al momento i bookmaker non lo danno per certo.
Quis ut deus fa parte del consorzio Le cento Masserie di Crispiano, che sono una più belle dell’altra. Si possono visitare con una guida, scegliendo un Percorso tematico (enogastronomico, naturale, religioso) e ognuna ha una sua anima. La Masseria l’Amastuola è ancora in divenire, ma diventerà ben presto una piattaforma per visite di amatori e degustazioni enogastronomiche e centro di iniziative turistico-culturali. Mentre ci spiegavano il grandioso progetto legato a questa Masseria, siamo rimasti incantati dalla vista sulle vigne e gli uliveti che si godeva da una finestra, che è diventata ai nostri occhi cornice di un quadro.
A pranzo abbiamo fatto la conoscenza del Don Carlo e della stracciatella della Masseria del Duca. La stracciatella della Masseria del Duca ti rimane nel cuore e vorresti averne sempre un po’ in borsetta. Se solo fosse possibile.
Per la gioia dei bambini, l’ultimo step del giro delle masserie ha visto come protagonista i cavalli della Francesca, sede dal 2007 dell’Accademia Italiana di Arte Equestre “Il Moro di Puglia”.
La Puglia è sole, ma anche vento. Il vento un po’ stordisce e un po’ ti rallegra, ma più di tutto sfianca. E allora cosa c’è di meglio per riprendersi se non infilare il costume e provare la Thalasso Spa del Kalidria, una volta tornati al Resort?
Ammetto di aver rinunciato al trattamento massaggio, ma le mie colleghe sono uscite dalla seduta con una faccia che ancora adesso sono lì a pentirmene. mentre loro si facevano modellare da oli e pietre calde, io mi tuffavo nel percorso tonificante, composto di getti di ogni entità e possenza, e infine in piscina, a prendere un po’ di sole, che una calabrese pallida non si può mica vedere.
Il momento magico, forse quello in cui, dopo solo due giorni di convivenza, abbiamo cominciato a sentirci meno “blogger” e più “gruppo” è arrivato in spiaggia, al tramonto, sorseggiando uno spritz, scattando foto a metà tra il malinconico e l’esistenziale, ma, soprattutto, mangiando i frittini. I frittini sono la via, la verità e la vita e mangiati in riva al mare diventano anche l’unica risposta possibile alla domanda: “Perché esistiamo?”.
In spiaggia, io mi sono detta una cosa: che niente si dà per scontato e che, pur essendo lì per “lavoro” (passatemi il termine) io sono una privilegiata e e ogni momento devo viverlo come se fosse unico. Semplicemente perché lo è. Se vi sembrano parole scontate, mi dispiace: forse non conoscete quei miei colleghi che girano il mondo grazie al loro status di “influencer” (di nuovo, passatemi il termine) e sembra quasi che gli sia dovuto. Io non voglio accomodarmi: certe cose sono speciali e non c’è etichetta professionale che la renda scontata.
Alla sera, in sella alle bici, una piccola site-inspection dei cinque resort: il Valentino e il Calanè, per vacanze in famiglia, perfette per i bambini e per chi non vuole rinunciare al relax e al sole in un atmosfera da vero villaggio all’italiana. E poi il Kalidria, con la sua Spa e i suoi sentieri nel verde; e infine l’Alborea, che ci accolto con la sua bellissima piscina e il suo ristorante meraviglioso sotto un porticato, con cucina a vista, orecchiette e mozzarelle fatte sul momento e otto tavoli di cibo pugliese.
Sempre per rimarcare questa grande affinità che c’è tra la Puglia e la Calabria, sono arrivate loro: le tarantelle. Avevo la gamba che si muoveva a manetta sotto il tavolo e unirsi al gruppo folk sarebbe stato doverso, ma il piatto di pesce che avevo davanti mi ha trattenuto dal lasciarmi andare.
Poi, è finito tutto. Un transfer veloce alle prime ore del mattino verso l’aeroporto, l’aereo e infine di nuovo Torino.
I blogtour sono come Uno Mattina (quel programma tv che in due ore ti fa passare dalla cronaca nera al gossip, alla cucina, passando per la zoologia): in un giorno solo fai qualsiasi cosa e ti ritrovi in mille atmosfere diverse, e tu sei lì che oscilli tra il food e la Storia, la Cultura e la tradizione, il relax e la frenesia e cerchi di goderti il meglio. Avere vicino dei compagni di viaggio in gamba aiuta moltissimo; più di tutto, aiuta trovarsi in un bel posto, accolta nel migliore dei modi.
La Puglia ce l’ha messa tutta per vendersi bene al di fuori dei suoi confini, e lo fa benissimo. Ha km di spiagge meravigliose, una cucina fantastica e lo sforzo di marketing legato al turismo non solo è evidente, ma è anche fuori dal comune. Alla Regione e a tutti gli operatori del settore turismo, i miei complimenti. A Nova Yardinia, Resort che ama il territorio e supporta sinergie tra chi ne fa parte, il mio piccolo grazie.
L’Italia può essere meravigliosa, se ci crede un po’, e a volte lo è davvero.
In effetti parlano da soli. Brava Giovanna!
@thegirlwiththe suitecase grazie cara!
Che dire!!! Ho ancora la pelle d’oca!!
Io sono innamorato follemente della mia terra….e leggere questo post ha “rafforzato” la meraviglia di questi posti.
Grazie….e complimenti per il blog!
@tommaso: grazie mille 🙂