Cose da non dire a una donna che si sente una ciofeca.
Quanti giorni al mese vi sentite delle vere ciofeche? Io più o meno 18- 19. Oggi, per esempio, mi sono vestita come peggio non potevo, come se mostrare i rotolini di ciccia sui fianchi fosse la moda dell’estate, e invece no. Ho una t-shirt bianca e mi ci sono versata sopra una goccia di caffè: siccome ho perso la lezione “smacchia subito e con maestria”, quella è ancora lì da quattro ore, al centro dell’attenzione, e nessuno riesce a guardarmi negli occhi. O forse è perché questa stra-maledetta maglia è trasparente e ho le tette ingombranti dalla terza elementare?
E poi i capelli. Non so voi, ma se ho i capelli pessimi, mi sento tutta pessima. Per me capelli pessimi vuol dire coda, chignon da “lo so devo lavarli ma ogni volta che penso all’ora di shampoo e piega mi prende lo spleen” e riccioli che sfuggono senza una meta.
Per non parlare del caldo: mi sfianca. Stare seduta 8 ore a una scrivania con accanto altre duecento persone e sognare una doccia rigenerante è il mio programma giornaliero reiterato.
Insomma, oggi mi sento una ciofeca. Io lo so, voi lo sapete. Però la regola d’oro è: non ditemelo. Mai.
Essere una ciofeca è uno status ma anche una condizione fissa che non scende mai sotto lo zero. Anzi, i piccoli elementi che contribuiscono a farti sentire davvero una ciofeca si accumulano come i punti del supermercato. A titolo esemplificativo:
– ho il ciclo
– ho il ciclo e i capelli non stanno
– ho il ciclo, i capelli non stanno e sto facendo crescere le sopracciglia di brutto per andare dall’estetista e dar loro una forma
– ho il ciclo, i capelli non stanno, sto facendo crescere le sopracciglia di brutto per andare dall’estetista e dar loro una forma, idem per i peli sulle gambe, ma in attesa di ceretta
– ho il ciclo, i capelli non stanno, sto facendo crescere le sopracciglia di brutto per andare dall’estetista e dar loro una forma, idem per i peli sulle gambe, ma in attesa di ceretta, fa caldissimo
– ho il ciclo, i capelli non stanno, sto facendo crescere le sopracciglia di brutto per andare dall’estetista e dar loro una forma, idem per i peli sulle gambe, ma in attesa di ceretta, fa caldissimo e sudi
– ho il ciclo, i capelli non stanno, sto facendo crescere le sopracciglia di brutto per andare dall’estetista e dar loro una forma, idem per i peli sulle gambe, ma in attesa di ceretta, fa caldissimo, sudi e il correttore per le occhiaie è finito
Un cumulo di macerie.
Una regola non scritta dell’universo dice che se hai davanti una donna che si sente una ciofeca, si comporta come se si sentisse una ciofeca, dice addirittura di essere una ciofeca, non devi dire “Hai ragione“. Non devi dire niente.
Ecco le cose da non dire a una donna che si sente una ciofeca:
1. Minchia stai sotto un treno oggi, eh!?
Neanche all’appuntamento con la morte ci andrei conciata così. Carino da parte tua farmelo notare, comunque.
2. I capelli? Tanto non li guarda nessun uomo.
E infatti Bar Rafaeli è calva.
3. (alla domanda: “Ma sei sicuro che i miei capelli vadano bene?”) Amore, sei perfetta, davvero, i tuoi capelli sono sempre così.
Ma mi guardi? Ieri avevo le onde fluenti come Zooey Deschanel e oggi ho una crocchia che mi fa sembrare quindici Eva Kant una dentro l’altra e tu vuoi dire che sono uguale a ieri?
4. Cos’è quel brufolo sul mento? (pregevole anche nella versione al silenziatore, con lui che ti guarda il mento insistentemente, te lo prende tra le mani e trasforma gli occhi in due punti interrogativi e indagatori)
Quel brufolo sul mento è il ciclo, e se non è il ciclo è la Natura e se non è la Natura è la cioccolata e insomma, quel correttore della Benefit da 35Euro non serve proprio a niente, quindi!?
Io oggi mi sento una ciofeca e non vedo l’ora di arrivare a casa, spogliarmi delle mie vesti, fare una doccia e infilare dei leggings sformati e una maglia altrettanto andata, farmi una crocchia, e ok, a quel punto sarò ufficialmete una ciofeca, ma almeno non dovrò risponderne a nessuno.
Peggio ancora è uscire di casa sentendosi delle fighe per poi notare all’improvviso, in ascensore, baffoni che neanche Groucho Marx… E la giornata è rovinata!