Perché quando viaggio non posso essere figa?
Io ci provo a partire ordinata e organizzata. Capelli puliti e in piega: ok. Vestiti decenti e vestiti non decenti ma comodi: ok. Forcine per raccogliere gli eventuali ciuffi ribelli: ok (ma per poco: le perderò comunque tutti prima della fine della vacanza). Make-up essenziale ma decisivo: ok. Scarpe basse brutte e scarpe basse belle: ok.
Ci provo veramente a mantenermi in uno stato decente per tutti i giorni della mia permanenza in un’altra città. Sono piena di buona volontà, boccettine da massimo 100 ml di liquidi vari ed emollienti, vestiti carini, cose che mi stanno bene, roba così. Ci provo sul serio e parto sempre con l’indispensabile. Mi sono ridotta anche a comprare lo shampoo secco, per dire, e quando l’ha saputo la mia amica Paola mi sono sentita dire che lei lo usava per il cane e giammai lo avrebbe posizionato sulla sua cute. Mi ha annichilita.
Insomma, la mia esperienza da turista parte con tante buone intenzioni ma finisce sempre a scatafascio. Anche per questo viaggio in Marocco ero pronta ad essere quanto meno decente arrivata al settimo giorno di permanenza in terra africana, ma a questo punto posso dire che non è una mia prerogativa, viaggiare ed essere figa.
Le cause, dopo accurati studi portati avanti su me stessa, sono da ritrovarsi in due principali filoni:
– il sovrappeso
– i capelli difficili
Il sovrappeso non mi permette di indossare gonne, abitini leggerini e svolazzanti né di vestirmi di soli capelli e dunque di stare fresca e asciutta, sia che mi trovi in centro a Torino in una calda giornata di luglio agosto settembre che a scarpinare sulle dune del Sahara. A differenza di quelle stronze delle inglesine, che si infilano un micro abito di H&m e ci vanno su e giù per il mondo, poi arrivano in albergo alla sera e se fanno la prova della velina sotto le ascelle, quella non si appiccica neanche a morire. Perché sono fresche e asciutte. Le stronze.
Cosa da non sottovalutare, noi ragazze in sovrappeso abbiamo un problema decisamente importante sul fronte cosce. Ora, so che nessuno ne parla perché non è carino, ma non ci credo che a voi ragazze con qualche chilo in più non sfreghino mai quando non avete addosso indumenti con un rassicurante cavallo in mezzo alle gambe.
Perché il solito team di esperti dell’Università del Wyoming non ha effettuato dei rilievi sul solito centinaio di donne per verificare quale sia la soluzione più adatta a questo problema, eleggendo a prodotto dell’anno, che ne so, un mega cerotto da infilare nell’interno coscia? Perché abbiamo duecento tipi di deodorante, settecento tipi di mascara e altrettanti di salvaslip e nessun anti-sfregamento decente che mi evita le vesciche quando disgraziatamente esco in gonna?
Insomma, il problema sfregamento me lo porto dietro da quando avevo 12 anni ed è sempre lì in agguato. Risultato: quando sono in giro non posso indossare il peplo come farebbe una qualsiasi ragazzina russa.
Il problema capelli mi affligge e non poco. Innanzitutto, se hai i capelli ko, sei tutta ko. Se tutto il resto è a posto ma i capelli non stanno, mi sento uno schifo. In più, non sono propriamente una di quelle che risulta aggraziata alla vista con in testa uno chignon.
Lo chignon è un’arte. Le solite inglesine, russe, slave – che chiameremo stronze per comodità – hanno solo bisogno di un elastico per rigirarsi tra le dita in sei secondi netti la loro enorme, voluminosa e spumeggiante massa di capelli e ritrovarsi con una splendida e arruffata acconciatura, che non solo sta benissimo a tutte ma è anche proprio bella da vedere. Io quando faccio lo chignon sto dicendo al mondo una cosa tipo: “Sono malata” oppure “Ho i capelli sporchi, non mi giudicare“.
Poi quando mi lavo i capelli io ho bisogno di una piega. Non ho morbidi ricci che si pettinano con le mani e neanche quel liscio pesante che non ha mai incontrato la spazzola. Se i miei capelli vengono disgraziatamente a contatto con l’acqua, sono nei pasticci. Le tedeschine invece si fanno la doccia e fanno una di quelle cose che se Dio scendesse domani in Terra e mi dicesse: “Ti darò tutto quello che vuoi“, io gli chiederei quello. Gli chiederei: voglio asciugarmi i capelli al vento senza conseguenze mortali per il mio look. Non voglio carte di credito illimitate, voglio capelli perfetti senza piega. Ti prego, Dio.
Va da sè che, venendo meno questi due elementi portanti per garantirmi un aspetto quanto meno accettabile per almeno un paio di giorni, io quando viaggio non posso essere figa.
Questa volta per il Marocco sono partita munita di tutto: piastra portatile compresa. Ma siccome sapevo già come sarebbe andata a finire e che mi sarei trovata qui a scrivere questo post, cristallizzando la mia posizione di “donna che quando viaggia è un cesso a pedali“, ho deciso di scattarmi un selfie al giorno per dimostrarvi la mia tesi.
E dunque, ecco il risultato di questa settimana a spasso tra dune, palmeti e mercati.

Questo è il giorno zero, quello in cui sono partita. Arrivavo da una doccia, una piega con i miei prodotti preferiti, forse anche una maschera viso tonificante. Vestiti da viaggio in aereo addosso, Converse ai piedi. Niente lascia presagire cosa verrà dopo, vero?

Il giorno uno e il giorno due avevo ancora questo aspetto. Capelli ancora decenti, vestiti ancora tutti puliti e non spiegazzati, voglia di mettermi un filo di correttore per le occhiaie per decenza. Comunque in Marocco c’è sempre il sole, quindi puoi tenerti su gli occhiali scuri fino a notte fonda.

Il giorno tre avevo nuovamente i capelli ok, ma sferzati dal vento. Poco male, mi sono detta, l’importante è che siano puliti. Va bene, indosso una maglia con su scritto Sunshine Kiss legata sulla pancia come Brenda di Beverly Hills, ma va ancora tutto bene. Il segnale che sta tutto per andare in malora è dato dalle trecce: non una meravigliosa acconciatura da dea greca, ma un espediente diverso per coprire il ciuffo a zigzag.

Il giorno tre, sul calare della sera, non ne potevo più di chiome fluenti sulle spalle, così ho fatto una treccia. Non paga, ho indossato un cappellino, un capo che di solito considero inindossabile e incivile, quasi come i capi di Decathlon e la bandana e che metto solo in casi di estrema emergenza. C’è da pensare su questa foto: è solo il terzo giorno, nessuna possibilità di trovare per strada vestiti decenti e un phon davanti. Il disfacimento è dietro l’angolo.

Il giorno 4 non ho trovato altro modo per sviare l’attenzione dal mio look (il nero per il deserto, brava Giovanna, brava!) e dai capelli distrutti da ore e ore di treccia e sabbia che sventolare una pashmina gialla al vento del Marocco.

Prima che la sabbia del Sahara si impossessasse di me e del mio essere fino ai luoghi più reconditi del mio corpo, ero felice. Mi facevo i selfie sulle dune. Un attimo dopo stavo stramazzando al suolo perché, ovviamente, una che va a fare un escursione a piedi sulle dune del deserto, per fare l’avventurosa, parte senz’acqua (Brava Giovanna, brava!).

A mia discolpa posso dire che: era l’alba, non avevo chiuso occhio perché la pioggia della notte sul deserto mi aveva tenuta con gli occhi sbarrati a immaginarmi morta per colpa di un fulmine o di una tempesta di sabbia, a chilometri da casa e dal mondo civile, soccorsa solo da un dromedario, e il giallo non mi dona.

Lontana da tutto quello che mi rende decente agli occhi del mondo e dal lento disfacimento fisico, gli ultimi due giorni trascorrono con il maledetto chignon in testa, quello che grida al mondo: “Hey, hai presente quanto calcare c’è nell’acqua marocchina? Vorrei vedere te“, vestita con indumenti di Decathlon, quelli incostituzionali, e senza un filo di trucco perché arrivata a questo punto, di solito, abbandono le armi e decido che se devo essere una ciofeca, allora ciofeca totale sia.
Non ho un selfie di me, sull’aereo per il ritorno a casa, abbandonata su un sedile con occhiali da vista e un outfit indecente, che bramo una doccia e con svariati tirabaci dietro le orecchie, che mi fanno sembrare una cretina distrutta, ma soprattutto una cretina.
Perché quando viaggio non posso essere figa come le tedeschine, le inglesine e le russe, che si vestono di soli fiori e ogni sera sono di nuovo perfette, a loro basta una doccia, basta il vento, basta darsi un pizzicotto sulle guance per dare un tocco di delizioso colore, se hanno caldo si alzano i capelli e si fanno un’acconciatura che neanche Jean Louis David quando è ispirato, ma soprattutto, per andare a spasso per miglia e miglia, indossano vestiti con cui io non starei comoda neanche se fossi seduta immobile con un condizionatore puntato in faccia e un bonazzo che mi mette chicchi d’uva nella ciotola quando li finisco?
la maledizione del capello demmerd affligge tutte.
Per lo chignon, c’è una tecnica infallibile che utilizza lo shampoo secco che se vuoi ti linko. Per l’abbigliamento, sostituirei gli abitini con delle gonne lunghe alle caviglie+canottiera. Contrariamente a quanto si può pensare, generano meno attrito di quelle corte e, nei luoghi di culto, sono molto più pratiche. Spero tu abbia in programma un viaggio a breve per testare questi input e ricrederti.
sono io, parola per parola. Capelli, sfregamento e mise inguardabili!
Io giuro che non è per far la buonista pronta alla parola carina ma…dove ti vedi ciofeca? Ok, non sarai una stronza tedesca ma io non vedo il crollo!
Poi per me le stronze, oltra alle suddette nate fighe, sono le ragazze mediterrane: chè si svegliano con quella permanente abbronzatura genetica, chè le occhiaie le hanno ma si vedono meno, chè i brufoli li hanno ma si vedono meno, chè i capelli sono spessi e tanti e voluminosi. So che le mediterrane si vedono i brufoli e le occhiaie ed il colorito spento, ma solo noi dai colori sbiadiati conosciamo la vera sfiga!
E pensare che io ho preso tutto da mio padre, calabrese; peccato che lui sia color latte e miele, abbia i capelli biondo cenere e gli occhi verdi.
Su di me è una combo effetto “zombie dopo after”.
Quindi, per me, rientri nella categoria stronze.
@alice credimi, CREDIMI non è vittimismo il mio: io divento davvero una ciofeca! Non mi odiare 😀
Sarà! Ma un giorno ti conoscerò (il mio “L’amore non è un film” è ancora vergine di autografo) e potrò dire -sono esperta e mi basta uno sguardo- che tu non sei una ciofeca!
Le mise non posso farcela nemmeno io! Quando vedo le foto di quelle che vanno a Parigi con le ballerine e il giacchino di pelle in pieno inverno rabbrividisco… i miei sono tour de force! Altro che ballerine e mocassini la scarpa deve essere una scarpa da ginnastica comoda!
I miei capelli invece sono gestibili perchè lisci, però essendo troppo lunghi sono la specialista dell’antica arte del “tuppo” (che io chiamo tuppeto) in ogni stagione dentro e fuori casa.
Per quanto riguarda le cosce AMEN SORELLA!!! Non metto vestitini e gonne d’estate per i tuoi stessi motivi ma questa storia dello sfregamento va studiata e deve finire! Un’estate volevo andare a chiedere se esistesse qualche pomata in farmacia, ma giuro che avrei avuto meno vergogna a chiedere un DiarreaStop.
Sono io!!! Quando viaggio cammino come mai nella vita, ergo: scarpe da ginnastica. E non le converse, le all star o altre poverelle, intendo scarpe da ginnastica vere! Ma se hai le scarpe da ginnastica ai piedi, non metti gonne o vestitini. Ma se non metti vestiti carini, a che serve il trucco? Il trucco leggero a me non basta, e non ho nè tempo nè voglia di truccarmi in modo serio quando sono in un posto nuovo, il tempo è prezioso!
Vi lascio alle ovvie conclusioni sulle condizioni in cui vado in giro.
Per i capelli, per fortuna sono più o meno gestibili, ma cerco di farmi le foto quando sono puliti perchè quando sono sporchi li lego, e in qualunque modo li lego sto una merda.
Però voglio dire anche un’altra cosa: ho visto ragazze, anche liceali andarsene in gita coi tacchi,per poi avere tutte le sere le gambe distrutte. Ho visto ragazze indossare ballerine per poi farsi spuntare cerotti schifosi da tutte le parti e avere dolori ai piedi continui. Ho visto ragazze pretendere di fare trekking con le superga, per poi il giorno dopo avere dei dolori da 90enne.
Io non ho questi problemi: vivo tutti i giorni di viaggio al massimo, giro, vedo quello che mi pare, alla sera mi fanno male le gambe e sono stanca ma non ho vesciche sui piedi, non ho infiammazioni ai tendini, non devo mettere creme nè cerotti, e il giorno dopo sto bene e ricomincio daccapo.
Scusate il papiro, ma bisogna scegliere: chi è quella che ci guadagna di più?
Pensa che io viaggio in moto, immagina come può diventare la mia piega perfetta dopo 600 km schiacciata in un casco bollente 🙁
Ma tu sei una bellissima ragazza altro che ciofeca!! Dovresti vedere me….4 peli in croce che se asciugano all’aria si increspano e sembro un paralume….anche io in giro mi sento inadeguata…e in genere non mi faccio selfie….