Dell’invecchiare, figliare, trasformarti in tua madre.
Le prime avvisaglie le hai avute quando hai cominciato a pronunciare più volte al giorno la frase “Metti le ciabatte“. Di più: ti senti male a vedere tua figlia a piedi nudi manco se stesse camminando nella neve della Siberia con un paio di espadrillas. Hai cominciato a dire certe frasi pedanti al fidanzato: un tono che hai sentito solo sulla bocca di una persona. Dalle parole ai fatti è un attimo: dall’indipendenza psicologica al plagio dei gesti, delle azioni, delle abitudini. Uno: vuol dire che sei invecchiata. Due: vuol dire che sei invecchiata e somigli sempre di più a tua madre. Tre: sei invecchiata, sei madre anche tu e sei uguale a lei.
Passi la vita a criticarla, a scovare punti deboli, a prenderla in giro se è buffa o se ha un limite che non riesce a superare, cerchiamo in tutti i modi di prenderla in castagna in un momento di difficoltà, ché la mamma di solito è un’eroina multitasking a cui nulla può sfuggire, e magari invece no, è umana pure lei. Quella volta in cui voleva portare il pc in assistenza perché lo aveva messo per sbaglio la modalità aereo: e chi te lo dice che tra 30 anni non ti ritroverai anche tu a pagare qualcuno perché schiacci il tasto destro del mouse al posto tuo?
Hai passato anni a ripeterti che il suo modo d’essere, per quanto adorabile, non ti appartiene e mai ti apparterrà. Poi a un certo punto cambia qualcosa: ti sposi, o prendi casa, cresci, diventi madre anche tu. Trasformazione completata, sei come lei adesso.
Ecco le 7 cose che ti rivelano che stai diventando come tua madre.
1. Ci tieni alla casa
Ma quando mai. Ma perché pulire quando puoi uscire. Ma perché rifare il letto se poi ti ci ributti dentro dopo 12 ore. Questa è la te stessa prima di avere una casa e un figlio. Adesso fai il pane in casa con i semi di Chia, che ha sempre la casa in ordine che “se poi viene qualcuno“, che “oggi non ho cucinato niente” e poi ti presenta 16 portate elaboratissime.
2. Hai un pigiama per l’ospedale
Quel pigiama con i ricami rimasto chiuso in un cassetto perché, alla fine, in ospedale non ci sei mai finita, è il simbolo del tuo cambiamento. Una delle frasi più gettonate, quella del look ospedaliero, insieme alle versioni “Mutande sempre pulite, metti che ti investono“, “Non puoi non avere dei Tupperware a casa” e “Mai andare a trovare qualcuno a mani vuote”: saranno le prime che pronuncerai e metterai in pratica quando il cambiamento sarà ormai avvenuto.
3. Odi andare a letto senza aver sistemato la cucina
Quei piatti lasciati nel lavello per giorni, la roba della colazione che rimane lì fino a sera, le cene che finiscono in un hangover che certo non mette al primo posto la pulizia della casa sono solo un lontanissimo ricordo. Perché adesso nel tuo corpo abita lo spirito di una che pur di andare a dormire con la cucina che splende va a letto alle 4.
4. Fai il cambio di stagione
Non mentire con te stessa: fino a ieri il top senza spalline e il maglione di cachemire giacevano fianco a fianco nell’armadio e così rimanevano per tutto l’anno. Cambio di stagione WHAT!? Adesso che hai una figlia e che i vestiti in casa si sono quintuplicati, la ragione ti impone di essere ordinata e organizzata, un mix di due figure mitologiche che se solo si unissero in una finirebbe il mondo: tua madre e Marie Kondo.
5. Dici a tua figlia le stesse cose che tua madre diceva a te da piccola.
Nell’ordine: “Non rispondere male”
“Vai a lavarti le mani”
“Non camminare scalza”
“Non mangiare troppo veloce sennò poi stai male”
“Devi finire tutto quello che hai nel piatto”
“Se non lo assaggi come fai a sapere che non ti piace?”
“Te l’avevo detto”
“Se ti fai male ti do il resto”
6. Ti entusiasmi per i prodotti per la pulizia
Minchia, è uscito il nuovo Cif!
7. Hai un quaderno con le ricette
Torte Cameo cosa!? Largo spazio a varianti healthy e gustose a base di carota e curcuma, tutte rigorosamente trascritte su un quaderno vergato a mano dalla versione di te posseduta da tua madre e un amanuense. Sono lontani i tempi in cui il tuo dessert preferito era la coppa Malù, ora è tempo di cose fatte a mano in tempo per la colazione.
Susanna says
Oh amica!quant’è vero!!!!!
barbaraivani says
La variante al “se poi viene qualcuno” è “metti che dovessi chiamare il dottore”. Comunque la fissa del “non indossare niente che possa metterti in imbarazzo se dovessi avere un incidente” comincio ad averla anch’io.
extramamma says
Succede è vero, l’emulazione ti si insinua subdola sotto pelle e sgorga in un momento in cui può coglierti di sorpresa 🙂
Ritrovo mia madre soprattutto nel “metti le mutande belle che poi magari ti investono!”
Io invece sono feticista di Tupperware…rivelatore d’età più che una vita passata a non mettere il contorno occhi!!!
Mademoiselle says
Eccomi, presente: un’altra che sta diventando come la mamma! Ieri mi sono pure sbattuta a cercare un paio di “regalini di riserva”…metti mai che venga qualcuno a cui non avevo pensato e poi mi ritrovi a mani vuote. Sai che grama figura?
linda says
Ciao Giovanna,
Complimenti! Diverteissimo e bene scritto e, soprattutto, vero!
Io mi ritrovo a somigliare tantissimo a mia madre…nella sua follia e nei suoi modi di fare.
Nella cucina e nel tenere casa un pò meno (mia madre è un pò anarchypunk!)io sono più ordinata di lei 😉
Mi ritrovo però a ripetere alcuni atteggiamenti sia suoi che di mia nonna, che da piccola non sopportavo!
Il sangue non è acqua e la genetica, beh…è una cosa seria!
Un abbraccio
Bella calabra ^_^
linda says
Ciao Giovanna,
Complimenti! Divertentissimo e ben scritto e, soprattutto, vero!
Io mi ritrovo a somigliare tantissimo a mia madre…nella sua follia e nei suoi modi di fare.
Nella cucina e nel tenere casa un pò meno (mia madre è un pò anarchypunk!)io sono più ordinata di lei
Mi ritrovo però a ripetere alcuni atteggiamenti sia suoi che di mia nonna, che da piccola non sopportavo!
Il sangue non è acqua e la genetica, beh…è una cosa seria!
Un abbraccio
Bella calabra ^_^
Giovanna Gallo says
@linda Cara amica calabra, so che tu mi capisci! Perché somigliare alla propria madre è fisiologico, ma somiglira alla propria mandre del SUD è una disgrazia! C’è di buono che da vecchie avremo sempre le case in ordine, o sapremo cucinare da Dio, che “se poi viene qualcuno!”! Un grosso bacio!
linda says
“Se poi viene qualcuno!” e “Metti che devi andare in ospedale!” sono davvero delle pietre miliari…^_^
Da vecchie sapremo cucinare da Dio e magari andremo a vivere sulla spiaggia e in tempo di crisi, ci salveremo solo grazie alla cucnica calabra!
:***
Manuel says
Mia madre non ha il pallino de “sepoivienequalcuno?”, però, come generazioni di madri, ha l’ansia facile. La gatta salta un pasto? E’ il caso di chiamare il Dottor House, Grey’s anatomy (tutti, perchè sono solo specializzandi),John Carter di E.R. per farla visitare. Potrebbe morire di inedia da un momento all’altro.
Del resto, mia madre è una prestidigitatrice che nemmeno Gustavo Roll e Silvan messi insieme: lava i panni tenendo la sigaretta tra le dita. Asciutta, niente cicca nella vaschetta. Et voilà.
E ha solo metà sangue del sud…
Tiz says
Da morire! Precisa io: il mio maritino nordico è stato coinvolto suo malgrado nel turbinio del “e se poi?” (togli quelle scarpe da lì che se poi viene qualcuno, compra un paio di bibite in più magari viene qualcuno…)… Ma soprattutto anche lui è stato rifornito di “pigiamaperl’ospedale e ciabatteperl’ospedale”, perché se poi succede qualcosa è sempre meglio averli a portata di mano…
sendy says
la n. 3!!!!!!!!!! sono mia madre… doh!