Da un anno sono tornata a scuola per realizzare uno dei miei più grossi buoni propositi di sempre: dare una botta al mio inglese.
DISCLAIMER: Questo post è il racconto della mia esperienza con i corsi di inglese di My English School nella sua sede di Torino e frutto di una collaborazione annuale.
A novembre 2018 sono tornata tra i banchi dopo un decennio – se ci penso mi fa male – e l’ho fatto per imparare l’inglese una volta per tutte. Premesse indispensabili per capire il mio profilo di capra dell’inglese: ho fatto il liceo linguistico e ricordo con chiarezza lancinante solo un po’ di aneddoti rock sui personaggi della letteratura inglese e le parolacce, of course; un tempo sognavo di fare Lingue all’università, poi ho mollato il sogno per Scienze della comunicazione; non ho mai fatto esperienze all’estero, solo qualche viaggio in paesi anglofoni in cui sostanzialmente non ho capito niente.
Tasto dolente, il mio lavoro: sono una Digital Editor e la cosa che faccio sempre prima di iniziare a scrivere è una rassegna stampa solo in inglese, non devo parlarlo ma capirlo bene. E molto spesso mi arrivano richieste di preventivi per clienti internazionali che mi mandano in iperventilazione al solo pensiero di dover fare riunioni non in italiano. Insomma, il quadro generale iniziale è deprimente, lo ammetto senza ombra di dubbio e so che in tanti si riconosceranno nel profilo – ahimè, è piuttosto nella media – quindi a novembre 2018 quando ho iniziato il viaggio con My English School nella sua sede di Torino ho deciso di darci dentro. Se state pensando a un corso di inglese in aula per imparare bene la lingua, ho pensato di seguire un percorso un po’ atipico per raccontare la mia esperienza nel modo più sincero possibile: partire dai limiti più comuni che ognuno di noi ha con l’inglese per descrivere come in quest’anno di corso li ho aggirati un pochino, con grossi balzi non solo per la mia self confidence (tipo quando sono andata piena di baldanza a New York sicura di poter imbastire conversazioni impegnate con i locals) ma anche per il mio lavoro.
#1 “NON HO MODO DI PARLARE IN INGLESE, ECCO PERCHÉ NON LO SO”
Problema principale: sei in Italia, parli solo italiano e hai poche possibilità di fare esercizio con l’inglese. Purtroppo praticare la lingua è l’unico modo per impararla davvero, su questo non ho altri consigli. Quando ho raccontato delle lezioni di My ES Torino ai miei followers su Instagram, nell’80% dei casi la prima domanda è stata: ma si parla inglese o si fa solo grammatica?
Risposta: si parla tantissimo. In pratica si fa solo conversation, anche durante le Lessons, che sono le ore dedicate alle regole grammaticali. Le Focus di ogni modulo – con grado di difficoltà diversa in base al livello di inglese personale che viene fuori subito col primo test attitudinale – sono vere e proprie conversazioni su argomenti diversi in cui applichi le regole delle Lessons e impari a usare nuovi modi di dire.
Risultato? Non ho mai parlato inglese tanto come in questo ultimo anno, anche se si tratta di un’ora a settimana (con i corsi intensivi si possono personalizzare in frequenza e modalità). A casa fai dei piccoli test sull’app e hai pure appunti e dispense per ripassare direttamente dallo smartphone.
#2 “NON HO TEMPO”
Questo è praticamente la motivazione principale davanti alla quale il 90% dei miei buoni propositi crolla. Vale anche per voi? Vi concedo che per frequentare una scuola d’inglese in aula per almeno una o due ore a settimana sia un impegno: anche per me che lavoro a casa a volte è complicato mollare il pc e fiondarmi a lezione, però a conti fatti è solo un’ora nell’arco della giornata intera: un’ora che trascorro lontana dal lavoro, dalla casa che urla “Mettimi in ordine!!“, dagli intricati intrecci della mia vita di mamma. Se lavorate in ufficio può essere un po’ più dura, ma le lezioni vanno avanti fino alle 21 e anche di sabato mattina e godervi un’ora di chiacchiere su argomenti random per voi sarà ancora più gustoso che per me.
#3 “NON RIUSCIREI A CONCENTRAMI CON TROPPA GENTE INTORNO”
Se l’idea che avete di scuola è quella in arrivo dalle medie o dal liceo, con 25 persone intorno e un insegnante che cerca di spiegare D’Annunzio, rimettetela nei meandri della vostra memoria. Certo ci sono giorni più caldi lato presenze (il sabato mattina e le fasce serali, almeno nella sede di Torino, sono le più affollate) ma i gruppi delle lezioni che ho seguito da My ES sono formati da 5, 6 persone al massimo: alcuni li becchi di continuo perché hanno i tuoi orari, altri invece sono facce nuove con cui ti capita di chiacchierare sui temi più disparati e che poi non rivedi più. E anche i teachers della scuola turnano: sono un gruppo di ragazzi molto in gamba che vengono da ogni parte del mondo, dal Texas all’Irlanda, con accenti diversi e modi di fare differenti che ruotano a seconda della fascia oraria.
#4 “MI VERGOGNO”
Questo è l’inghippo più caldo di tutti: parlare in una lingua che non è la tua ti fa sentire esposto, debole e vulnerabile quindi oltre a un esercizio linguistico spesso è una vera e propria seduta psicologica. I timidi tremano, gli insicuri manco ci provano e gli spavaldi si buttano ma a un certo punto capiscono di aver bisogno d’aiuto. Nelle lezioni di My ES io parlo un sacco (potete mettermi nel gruppo degli spavaldi) e non mi sono mai vergognata della pronuncia che mixa l’inflessione calabra a quella acquisita in 10 anni a Torino (in pratica ve la ricordate Sabbri della Littizzetto?) ma in ogni caso non ne avrei avuto modo: durante le lezioni del mio livello – ho iniziato dal 7 che è ok ma non così favolosa e ora sto seguendo le lezioni del modulo 8, quasi Advanced! – sono circondata da persone come me: anche loro non sanno dire bene vows, gown e antibiotics (parola che ha una pronuncia incredibile) e si confondono ancora sull’uso di much e many quindi hey, siamo tutti sulla stessa barca, che ti vergogni a fare? E per la cronaca si pronuncia an·tee·bai·o·tuhks, sì, lo so, è da matti.
#5 “COSTA TROPPO”
Un corso di lingue seguito in una scuola con un metodo, servizi ad hoc e un grande livello di personalizzazione costa, è vero. I miei progetti per il futuro, finito questo anno di corso frutto della collaborazione con My English School, sono di continuare per un altro anno a mie spese per arrivare al livello Fluency, che oltre a essere una bellissima parola vuol dire che parlo e capisco l’inglese in modo un po’ più sciolto. Investire sulle mie competenze ha un prezzo ma in fondo non ce l’ha. Ed è vero che i costi possono essere ingombranti e che buttarsi in un anno intenso tra i banchi, con tutte le cose che uno c’ha da fare è un bell’impegno anche in termini di tempo, ma io con l’inglese avevo una specie di conto in sospeso, tipo una ferita aperta che mi ricordava un sacco di quante esperienze non abbia fatto quando potevo, tipo un anno all’estero o prendere una certificazione di lingue mentre studiavo. E per questo continuerò da cliente oltre la collaborazione: perché ci tengo, perché mi serve e perché ha funzionato.
Da My Es Torino (parlo per la mia, ma esistono sedi in tutta Italia) c’è una buona possibilità per studenti e non un po’ più low cost: un calendario di eventi mensili e a tema a cui tutti possono partecipare (con un piccolo investimento economico) per passare una serata insieme a persone nuove e parlare rigorosamente inglese: secondo me, più che qualunque recensione, è questo il modo migliore per assaggiare l’atmosfera della scuola, conoscere i teachers e i tutor che seguono la carriera scolastica degli iscritti e capire quanto sia utile per dare una spinta al modo in cui parliamo e capiamo l’inglese.
IN CONCLUSIONE: E ORA COME LO PARLI L’INGLESE?
Allenare l’inglese leggendo tutti i giorni magazine in lingua ovviamente aiuta a cogliere espressioni di un certo tipo, tipo “the hostess with the mostess” (il cui significato in effetti mi è ancora abbastanza oscuro). E anche guardare le serie tv su Netflix in inglese e con i sottotitoli in inglese (non barate, anche se non capite nulla) è un buon training, ma non basta. Io con le lezioni in aula mi trovo bene perché il teacher tipo di My ES ti corregge sempre live la pronuncia e non sta solo lì a lanciare slide sullo schermo, ma ti coinvolge davvero in una conversazione.
Ho testato la comprensione e lo speaking a New York mentre ero in viaggio di nozze: ho parlato senza lanciarmi in conversazioni estreme ma neanche nascondendomi dietro un bagel, ho capito cosa mi dicevano anche se gli accenti lì sono milioni vista la provenienza delle persone che abitano in città; scrivo mail in inglese con maggiore fluidità e senza usare Reverso Context ogni minuto e mi sento decisamente più sciolta anche nelle telefonate di lavoro in inglese.
Non sono fluente, ma sono più sicura. Non penso in inglese ma capisco bene quello che leggo e la prossima prova sarà leggere un romanzo in lingua originale. Se guardo How I Met Your Mother senza sub non capisco ancora nulla, ma sfido chiunque a comprendere i giochi di parole assurdi di Barney Stinson. My English School, ci pensi tu?
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