Una delle due cose memorabili della seconda metà del giorno tre al Festival del giornalismo di Perugia (link al reportage del giorno uno e due) è senz’altro la parentesi cosmetica nel bagno dell’Hotel Brufani con Paola Saluzzi.
Entrambe armate di correttore per le occhiaie, of course. Non sono riuscita a dirle niente, davanti a vip divento timida. Mi veniva in mente solo una frase per rompere il ghiaccio: “Corriamo ai ripari, eh?“, riferendomi al mio, di stato psicofisico, non al suo ovviamente. Ma, prima di formulare ad alta voce questo assurdo pensiero, mi sono resa conto che non sarebbe stato carino. Allora non sono diventata amica del cuore di Paola Saluzzi nel bagno qualunque di un hotel 4 stelle nel centro di Perugia, e pazienza.
L’altra cosa memorabile è stato l’incontro con Tiziana Ferrario, che, con altre illustri colleghe, ha discusso in sala dei Notari di donne al potere. Cioè, praticamente di nulla. Perché in Italia non ci sono donne al potere, nel giornalismo come in altri ambiti. Il moderatore, un Rocco Siffredi un po’ stantìo, circondato da firme illustri dei nostri quotidiani, stava per rischiare il linciaggio a causa del suo essere uomo e maschilista all’ennesima potenza.
Ma il clou, è ovviamente tutto dedicato al caso Minzolini, in cui la Ferrario, insieme ad altri volti del Tg1, è invischiata. Ora sospesa in attesa di nuovi ordini, la Ferrario, elegante e charmante come solo una donna di grande esperienza come lei può essere, ha voglia di parlare. E di dire: “Minzolini mi ha fatto una grande porcata!“. Si scatena il putiferio. Mi viene voglia di bruciare un reggiseno sulla pubblica piazza. Lei continua: “Aspetto di vedere cosa succede. Per il momento, sono in attesa”.
I relatori litigano tra loro, rischia di scatenarsi l’inferno e il coro di “Fuori! Fuori!“, per il moderatore simil-Rocco Siffredi.
Alcuni colleghi volontari diventano gli schiavetti di questo o quel vip, e puntano al Premio Pulitzer solo perché stanno partecipando al Festival. La concorrenza è feroce. I più agguerriti si scatenano per intervistare i vip più succosi. Non c’è visibilità per nessuno di noi, nel senso che, senza alcun appeal, tutti gli articolo prodotti vengono buttati in un magazine senza revisioni, immagini, nulla.
E’ una bella esperienza, per fare amicizia e per stare in giro tutto il giorno è seguire qualche conferenza interessante, o qualche spettacolo teatrale (ieri Bilal, di Fabrizio Gatti). Ma tutto è molto autoreferenziale, per i volontari.
Il giorno quattro si apre con la pioggia. Nessuno ha voglia di spostarsi dall’hotel Brufani, anche se al teatro Pavone è previsto un incontro con Paul Steiger, per cui si prevede il tutto esaurito.
E per Marco Travaglio, questa sera, con tutto il clan del Fatto Quotidiano si prevede la stessa ressa.
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