Immaginate una bella giornata. Piena di sorprese, di emozioni, di attimi che abbiamo contribuito tutti a costruire. Una giornata in cui il gesto dell’ombrello l’ha fatta da padrone, per così dire. A cena arrivi satollo di felicità, e degusti le pietanze assaporandole come fossero caviale e invece sono fagiolini in scatola. Perché il mondo è bello, perchè l’Italia ha votato al Referendum. Perché io valgo e così tutta il Paese. Ma sei stanco, la giornata ricca di emozioni comunque l’hai passata in ufficio; vuoi solo un cuscino sotto le gambe, per alzarle come fanno le signore anziane con gli acciacchi, la tele accesa, possibilmente non su Melissa Satta, live da uno sfasciacarrozze, mentre spiega ai telespettatori come attaccarsi a un muro con il nastro adesivo, ondeggiando i capelli morbidi e setosi e le sue cosce perfette fasciate da shorts microscopici. No, lei non va bene, perché tu hai una matita in testa e un cuscino sotto le gambe e ti manca solo la crema gel rinfrescante per i polpacci per garantirti un futuro nel reparto geriatria delle Molinette.
Ed è così che incautamente lasci che la tivvù ti guidi verso il programma del giorno, che non è Insideout di Melissa Satta ma Tamarreide.
Se pensavate di aver visto tutto con i vari Grandi Fratelli, pupe, secchioni, ex concorrenti di reality in tutina adamitica fluo, sbagliavate di grosso. Tamarreide è molto di più: mi sento di scommettere il mio reparto beauty che il programma subirà spostamenti di palinsesto, ma non la cancellazione. Tamarreide ha come protagonisti quelli che Giuseppe Culicchia, nel suo Torino è casa mia, definisce “zarro o tamarro, zatamarro o tarro, che dir si voglia“. Paese che vai, slang che trovi. In Calabria il termine tamarro va per la maggiore, ma all’occorrenza puoi essere un vero grezzo (livello di tamarragine alta) o un temibile tartararu, che nasconde, nella zona del lametino, un significato oscuro e maledetto e che ti posiziona al gradino più basso della scala sociale.
Tamarreide raccoglie i tamarri italiani e tutti gli stereotipi che li caratterizzano (l’Aò romano, il Minchia oh! torinese e così via) e li mette in un bus gran turismo tutto paillettato e con zona suite per i trombamenti notturni. Quattro donne e quattro uomini: il mito della tettona è duro a morire, e allora ecco Angelica con la sua settima ben in vista, che parla come Marisa Laurito e “Ammemipiaceapparire“; c’è Antonio il contadinello che pare abitare nel Wisconsin e invece arriva dalla Sicilia; arriva Cristiana, presentata dalla mamma milf come “ragazza indecente” con il sorriso sulle labbra, mentre scorrono sullo schermo le immagini della figlia diciannovenne che si limona un palo della luce; c’è Manuel lo spogliarellista che ha le sopracciglia perfette come io non avrò mai; due coatti de Roma, uno che c’ha la forza negli avambracci, l’altra il cui ex, Er Gitano, dimostra una creatività commovente con i suoi tatuaggi in pieno zigomo e il suo rap alla Truce Baldazzi (ma in romano).
Prendendo a modello il ben più truzzo Jersey Shore, made in Usa, ora in Italia per celebrare le origini dei protagonisti, Tamarreide ne ricalca il percorso ma senza spiccare il volo. Il romano de Roma fa pena e la lezione di Spartaco, vero figlio d’a città più bella der monno sull’essere veri coatti quasi quasi la prendono come format per una lezione ai master dello Ied, le serate in discoteca passate a limonare donne di plastica e la diciannovenne burina e sciacquetta con gli occhi vacui per le troppe Caipirissime scolatasi fanno davvero tristezza, ma noi auspichiamo che questo programma non venga chiuso, solo spostato di orario, così da evitare che, tra una pastasciutta e un’insalata serale, l’imberbe ragazzino non scopra il mondo dei tamarri e non decida di farne parte solo perchè “aò, se tromba“.
Perché il vero tamarro “è bono de panza e de core“, ma sa cogliere le occasioni per essere davvero tamarro: alle feste di Paese, nel bel mezzo delle giostre, con lo smanicato di piumino a 40 gradi all’ombra; o all’aereoporto, mentre aspetta un imbarco che non arriva, e allore pensa bene di servirsi del microfono del gate per lanciare in diretta completa per l’aeroporto tutto il suo messaggio di stizza, che risponde alla frase tenera, ma allo stesso tempo perentoria: “Hey, vi siete dimenticati di noi?” (real life).
Santo cielo… in televisione non c’è mai limite al peggio!!!
Ne ho visto solo un pezzetto. Una cretinata epocale. Penso che durerà al massimo qualche puntata e poi sparirà. E’la versione sfigata di Jersey Shore. Mi fa solo specie che #tamarreide sia finito tra i trending topics di Twitter. Poi la Cicogna è odiosa.
Sì concordo, la cosa indecente è che sia diventato trend topic su twitter, cmq la maggior parte delle persone lo criticavano…
Ma cs vOl3te? S1eete sOlO g€lOs1! Qst è 1 prOgrmm bellixxxxxxxximO nn dvt prmttrv!!!!1!1!1!!!!!1!!!!!!1!1!1
Aspettavo questo post…con ansia, oserei dire!
Mancava un reality esclusivamente dedicato al Tamarro e dopo l’ultima puntata, in cui qualcuno si redime, altri si dissociano e la Marisa Laurito versione tamarra viene cacciata, beh, non oso immaginare cosa succederà di nuovo!
@stefania: grazie per il tuo commento! Speriamo in bene per le prossime puntate, io ho trovato la forza di commentarlo solo per la prima! 🙂