Una volta c’erano i bigliettini attaccati alla macchina del tipo che ti piaceva. Quelli tipo “Ti vuoi mettere con me?” e un quadratino per il sì e uno per il no. Poi c’erano i giornali di quartiere, quelli con lo spazio per i messaggi personali. Robe tipo: “Per l’autista del bus linea 5 che fa il turno ogni lunedì a mezzogiorno: sei bellissimo!“. E come non rimembrare i foglietti passati di mano in mano sotto il banco a scuola, che prima di arrivare al destinatario venivano letti da tutta la classe?
Ma oggi non è più così. Oggi c’è Facebook, che è la morte di ogni iniziativa di cuccaggio tradizionale che avete usato o di cui siete stati oggetto. Allo stesso tempo è anche la vita per tutta una serie di rarissimi esemplari di essere umani sfigati o troppo convinti delle loro potenzialità e sex appeal e carica di testosterone.
I tipi che tentano di cuccarti via social network, e in particolare via messaggio privato di Facebook, si dividono in diverse categorie: il vecchio bavoso classe 1950 che spera di farsi amiche donne puntando sulla signorilità, il baldo ragazzetto brufoloso classe 1993 che punta ad allargare il suo bacino di flirt e il poeta, ovvero quello che tenta di conquistarti con frasi a effetto, sperando in una capitolazione repentina.
Quest’ultima categoria è ritenuta da me tra le più affascinanti: l’indubbia esistenza di quelli che chiameremo “poeti di Facebook” è stata tra l’altro testata dalla sottoscritta.
Di seguito il testo del messaggio privato ricevuto da un emerito sconosciuto in un’assolata giornata d’agosto:
Ciao, volevo dirti che sei carinissima! Alla ricerca di qualche amico perso di vista ho notato la tua foto e mi è piaciuta! non sono riuscito a non scriverti un messaggio, perdonami! Ti dedico le splendie giornate a Torino quando i raggi del sole brillano nel cielo, perché sono un po’ come il tuo splendido di accenno di sorriso che illumina il tuo viso! Mi farebbe piacere sentirti, sei della mia città?
E ora, provate a fare di meglio!?
mauro says
ho osservato spesso il fenomeno dei poeti sui commenti alle foto di alcune mie amiche.
sarà perché sono maschio e malfidato, ma frasi come “sei veramente bella sei una poesia” eccetera vengono da me lette come “vabbuò io ci provo, poi vediamo”.
e solitamente la poesia di queste frasi è direttamente proporzionale alla quantità di pelle esposta nelle suddette foto.
Giovanna Gallo says
@mauro: amico mio, il problema è che di pelle esposta io ne avevo davvero poca. E non provare a dare la colpa alle squinzie del web e alle bimbominkia, hai capito?? 🙂 Grazie di essere passato!
Alessandra says
bwhahhaha stesso messaggio che è arrivato a me..cambiava solo il nome della città.. LoooooL