Come Studio Aperto ci ha sputtanato Twitter. E addio social-tranquillità.
Tre mesi fa Twitter non lo conosceva nessuno. Al solo dire “Twitter” la gente fuggiva disperata alla ricerca di un riparo, che quasi sempre trovava in Facebook, altri voltavano lo sguardo imbarazzati, manco stessero ascoltando i tuoi racconti intimi. I più temerari si spingevano fino al “Ma come funziona?“, al che si aprivano possibili spiegazioni da parte dell’interlocutore twitt-colto, ovvero:
Spiegazione vaga
“Eh, puoi scrivere agli amici, ma anche ai non amici, l’importante è non sforare i 140 caratteri”
Spiegazione for dummies
“E’ come Facebook, ma senza foto, chat, con una grafica più scarna, con gente diversa da quella che gira su Facebook e si può scrivere poco”
Spiegazione furba
“Eh, per capire come funziona devi provarlo, non posso dirtelo io”
Tra svenimenti, “èmmegliofeisbuc“, incomprensioni ed effettiva difficoltà nello spiegare le dinamiche di questo social network, per un po’ di tempo Twitter è rimasto alla mercé di coloro che lo avevano scoperto un paio di anni fa senza staccarsene mai.
Poi tutto è cambiato: sono arrivati prima i ragazzini o i vip? Difficile a dirsi: quel che è certo è che entrambi sono arrivati in massa come i pullman dei giapponesi in piazza San Pietro. I vips hanno cominciato a racimolare followers a manetta, grazie al loro status di vip (e raramente perché interessanti), i ragazzini si sono uniti ad altri ragazzini che erano amici di altri ragazzini che amavano i GionasBrader o quelli di Twilight, o Hanna Montana o Britney Spears o chiunque sia venuto dopo o prima di loro e fu sera e fu mattina e fu così che i bimbominkia colonizzarono Twitter.
Ma la svolta, la vera svolta, non l’hanno data i vip, non l’han data i ragazzini.
La botta vera l’ha data Studio Aperto, che si è accorto che i vips twittavano alla grandissima e che su di loro giravano foto inedite (bastava seguirli) e notizie di prima mano ed ecco montato il servizio delle 18.45.
Checcenefrega di inviare un paparazzo sull’uscio di Melissa Satta se @sattamelissa in un pessimo italiano ci fa sapere da Twitter che al momento non si vede con nessuno? Perché scomodare un giornalista per scoprire se la figlia di Dj Francesco è bionda o mora, quando @frafacchinetti si è inchiodato l’iPhone alla mano e non fa altro che postare news sulla pargoletta?
E se Fiorello cita Twitter nel suo programma da 15 milioni di spettatori , non sarà mica il caso di iscriversi per vedere se si riesce ad attirare la sua attenzione (ovviamente no, ché lui parla solo con Jovanotti)?
Insomma, dal giorno alla notte il panettiere sotto casa, a cui daremo per comodità l’aka @panecaldo, ha sentito la necessità di aprire un account senza scomodarsi di cambiare l’ovetto dell’avatar di default per mettere la foto di una pagnotta fumante e così tutta una serie di utenti più o meno attivi (attivi non vuol dire seguire miliardi di persone sperando di essere ricambiati senza far nulla, manco un “Ciao nè!” di circostanza, n.d.r.).
Perché Twitter è diventato mainstream.
Che poi comunque io volevo dire una cosa ai miei nuovi followers che nella bio (per quei pochi che hanno capito che la bio è fondamentale e dunque addirittura compilano il campo), scrivono Social Media stacippa Specialist/web addicted/web strategist e sono iscritti a Twitter da 2 ore e non hanno ancora capito che per rispondere a qualcuno non è sufficiente la telecinesi ed è necessario menzionarla, beh, a voi tutti volevo dire:
- compilate ‘sta benedetta bio e scrivete chisietecosafate
- fate almeno finta di essere interessati a usare Twitter (e dimostrate che non vi siete iscritti solo perché ci sono tutti) e cambiate l’avatar
- smettetela di scrivere solo ai vip, tanto quelli parlano solo tra loro ( a parte @marcobellavia che un giorno dal nulla mi ha scritto “Vai Gioooo!” come se fossimo amici dai tempi di Kiss Me Licia.
- se sei un social media strategist e si presume che i social network siano il tuo pane, ti prego, smettila di chiedere in giro a cosa serve il #.
Di moda o no io non ho ancora capito come funziona :(((
Post analogo pubblicato nel periodo Fiorello.. Per fortuna che il programma è finito 😉 ah aggiungo che a me invece ha risposto Andrea Pezzi! Qualcuno si scomoda.. Ma le conversazioni “tra loro” mi fanno morir dal ridere!! Brava oggi ottime riflessioni, studio aperto me l’ero persa 😉
ma @marcobellavia è quello che faceva bim bum bam?
@cristina puoi dirlo forte. Faceva anche il capellone in Kissmelicia con Cristina d’Avena, il prodotto televiso più ’80s che sia mai stato inventato e programmato in un palinsesto. Ricordi?
Sarà che io ho recentemente scritto un post di difesa sulla categoria “bimbominkia”, ma io sinceramente non sono d’accordo con questo post e visto che ci sono, spiego anche il perché :p
Ho cominciato a navigare su Internet nel 1999, mi sono iscritta a Facebook nel 2008, a Twitter ad inizio 2009 e a Tumblr poco dopo. Adesso lavoro nell’ambito del Web-marketing e Social Media Marketing, ma il fatto di essere sempre un passo avanti rispetto all’italiano medio in fatto di web è sempre stato per me un motivo di vanto.
Detto questo, di solito sono i bimbominkia a scoprire le realtà nuove sul web e Twitter è popolato di bimbominkia da sempre, io seguo i worldwide trends ed è sempre stato pieno di topic “bimbominkiesi” (e non è un caso che Lady Gaga e Justin Bieber siano i più seguiti). Il problema sono i bimbominkia cresciuti, ma in questo caso la mia domanda è: che male fanno?
Ho visto moltissimi in questi giorni lamentarsi della nuova ondata di utenti, ma basta non seguirli.
Inoltre”nessuno nasce imparato”. Durante il corso di specializzazione sui social media che ho seguito c’erano molti miei colleghi che, pur essendo bravissimi con il pc (ah, questi programmatori 😛 ), ci hanno messo un po’ a capire il meccanismo di Twitter.
Lo so, sembra un po’ un discorso alla “vivi e lascia vivere”, ma a mio avviso Twitter è meno succube alle relazioni sociali che Facebook (su Facebook mi sento obbligata ad aggiungere le persone che conosco nella vita reale, su Twitter non mi passa neanche per l’anticamera del cervello).
Per finire: quelli che si definiscono Social Media Specialist e cavoli vari, ma non sanno usare Twitter, sono persone tristi e probabilmente la gente se ne accorgerà, quindi non ingannano nessuno (io su Twitter ho avuto una polemica con HTCItalia che mi sta portando a dire a tutti “non comprate HTC”, ecco questo lo considero più grave: HTC dovrebbe sapere come rivolgersi alle persone).
P.S. A me alcuni VIP hanno risposto su Twitter: Josh Charles,Tamara Mello, Chris Gorham, un paio di attori di Skins e Leslie Bibb mi ha mandato dei bacini 😛
@angel: no, dai, non ce l’ho con i bimbominkia, sono abbastanza lucida da capire che sono il traino dei nuovi trend 🙂
In realtà il post non era contro di loro e contro nessuno: ho la lingua lingua e quindi certe cose le dico in modo molto ironico, quasi come se me ne importasse più della vita, ma non è così. Siccome ritengo di usare Twitter e di saperlo fare al meglio delle sue possibilità, mi è sembrato divertente analizzare invece il comportamento di chi lo usa perché “ci sono tutti” “perché ci sono i vip” “perché se ne parla il TG1 allora è facile” ecc, ma davvero, era solo uno spunto per ridere, non per filosofeggiare. Io sui social ci lavoro, ma lungi da me pormi come l’esperta del secolo, anzi. Prendi il post come un’analisi semiseria e vedrai che tutto torna! 🙂
Grazie per il tuo commento!
Gio
Bella Giooooooo!
Hai guadagnato un follower
Ma tu non PUOI essere mainstream!
Ho letto e apprezzato molto il post e lo condivido pressoché in toto, tranne per aver sbattuto “il mostro -Studio Aperto- in prima pagina”. Lungi da me l’idea di difendere il tg (?) di Italia 1, ma qui non mi sembra proprio il caso di dargli la colpa di tutto, magari solo perché ti sta sugli zebedei – come un po’a tutti, del resto ;).
Infatti, tu stessa dici che Studio Aperto “si è accorto che i vips twittavano alla grandissima” e poi che “Fiorello cita Twitter nel suo programma da 15 milioni di spettatori”. Va da sè che, vista la leggera discrepanza di audience fra i due programmi televisivi, quello che più ha “inquinato” Twitter sia stato, presumibilmente, proprio Fiorello. 😀
@simone: ciao! Quando dico Studio Aperto in realtà voglio dire Mezzi di comunicazione di massa (bassa) e quindi diciamo che lui è l’emblema, il capro espiatorio, il simbolo di una certo giornalismo. Chiaramente adoro Studio Aperto! 🙂
Oddio, come fai ad adorarlo? 😛
Comunque pensi che il mio ragionamento fili? A prescindere dalle colpe dei tiggì, non sarà davvero Fiorello – da molti (troppo) incensato – ad aver mandato i pullman di giapponesi nella piazza di Twitter?
Alla fine pero` per quanto sputtanato, diventato mainstream o che..twitter continua a piacermi. E` come vivere in una grande citta`, vedi che c’e` un sacco di gente diversa da te ma alla fine finisci per frequentare i pochi che ti piacciono.
Alla fin fine twitter sono i tuoi followers/ing e quindi uno riesce a preservane la magia, no?
Non smetterò mai di utilizzare l’idiozia gente sbarcata 6-7 anni fà su internet che ad oggi si ritiene avanti rispetto all’italiano “medio”, continuate così vi voglio bene.
boooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!