Come districarsi tra suoceri e genitori, soprattutto se il vostro uomo delega a voi tutte le incombenze diplomatiche genitoriali? Ve lo racconto io! 🙂
Questo articolo è tratto da Eroine Multitasking – Piccolo manuale di sopravvivenza per donne incasinate, che potete comprare su Amazon per tutto gennaio in promozione a 0,99 cent!
Avere una relazione vuol dire anche avere degli obblighi familiari che lievitano come la pasta per la pizza al calore del camino.
Perché se da single il vostro unico problema è avere a che fare con i vostri genitori (e se siete calabresi con i parenti più prossimi, ovvero quelli fino alla settima generazione), in coppia il parentado raddoppia: non una ma due zie Marie, non due ma quattro genitori da coccolare o a cui tenere testa, non tre fratelli più mogli ma tre fratelli più due cognati con rispettive compagne e così via.
Vi accorgete di cosa voglia dire orbitare in una doppia famiglia solo a Natale, non tanto quando comprate, ma quando pensate a cosa comprare per ciascun membro: se è già la terza volta che regalate candele a vostra madre e la quinta che impacchettate sottopentola a forma di fungo per la suocera, cadrete nel baratro senza avere possibilità di uscirne vive. È matematico che lui si disinteressi del regalo per sua suocera (vostra madre), mentre voi non potete assolutamente farlo con la vostra (sua madre). E quindi? Quindi sarete voi a provvedere a vostra madre e a sua madre, regalando splendidi ammennicoli sia da parte vostra che da parte del vostro ignaro partner. Quello che una donna in coppia con doppia famiglia a carico sa, è che, pur lavorando e avendo per la testa mille cose – dalla lavatrice da fare al cambio
degli armadi, fino alla riunione delle 17 del venerdì – i salti mortali per evitare che gli equilibri si rompano dovrà farli lei. Avvitati, tripli, con volteggi a mezz’aria: tutto pur di non creare conflitti. Che di solito nascono per poco: un pranzo saltato, una cena mancata, una settimana di silenzio telefonico perché «Hai sempre da fare, com’è che non mi chiami mai?» (le mamme a ciascun membro della coppia) o «Devo risintonizzare il decoder da mesi, possibile che tu non riesca mai a passare?» (i padri a ciascun
membro della coppia).
Quando si fidanza o si sposa, in dotazione insieme alla fede e a un compagno, ogni donna dovrebbe ricevere un pacchetto pieno di “Diplomazia familiare”, invece di una grattugia per la noce moscata (l’oggetto più inutile dopo lo schiacciapatate wireless e lo scalda tazze USB).
Grazie a questo dono riuscirebbe a districarsi dalle TRG, le Temibili Recriminazioni Genitoriali cui è sottoposta ogni giorno, non solo per telefono ma anche via mail, Skype e Facebook. Care amiche, diciamocela tutta: siete voi a spostare l’ago della bilancia dell’equilibrio parentale, perché lui, nel DNA, non ha insito il meccanismo
della “telefonata inutile che tranquillizza” o della “cena settimanale costi quel che costi”.
Lui semplicemente non chiama sua madre per dirle che è atterrato sano e salvo a Londra per il suo viaggio di lavoro (dovrete farlo voi, con una fitta rete di SMS live, riportando esattamente quanto detto da lui al telefono, con annessi saluti ai genitori, effettivamente mai pervenuti e aggiunti last-minute da voi medesime), non programma le feste comandate in modo tale da sapere con anticipo semestrale se il pranzo di Natale sarà dai vostri genitori o dai suoi senza creare una crisi, non scrive biglietti per augurare pronta guarigione allo zio Gennaro.
Sarete voi a fare tutto questo. Sarete voi ad alzare la cornetta per organizzare le cene settimanali incastrandole quando proprio non vi va e siete quasi sicure di non potercela fare, pur di non scontentare nessuno. E quando pensate di meritarvi addirittura un premio, ecco che scatta il disastro: vi siete dimenticati un compleanno, siete arrivati in ritardo alla cena di santo Stefano e il decoder è ancora da sintonizzare. Il disastro giunge sempre il giorno prima di una riunione, o la sera in cui sognate solo una vasca piena di bolle, un massaggio tonificante e un bicchiere di vino per quanto siete stanche. Ma sapete una cosa? La diplomazia non si ferma mai. Così come la
testa di due genitori (anzi, di quattro).
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Se siete curiosi di sapere cosa succede quando i suoceri piemontesi vanno in visita dai consuoceri calabresi, cliccate prima qui e poi qui.
Carolina G. says
Finalmente mi delurko!!!
Ti leggo da un pò e ho comprato (e letto) il tuo manuale appena è uscito. Da morire dal ridere! E coi disegni di Tegamini poi.
Anche io sono meridionale e i tuoi racconti di vita (soprav)vissuta (soprattutto durante le feste) sono fantastici.
http://coccolealcaffe.blogspot.it/
Giovanna Gallo says
@carolina: ma grazie mille! é sempre un piacere sapere l’opinione dei lettori 🙂 Un bacione!