Sei utenti (donna) che dovresti evitare sui social network.
1. Quella che si crede webstar e invece NO
L’utente che si crede una webstar è di solito una ragazza normalissima, con una vita neanche troppo eccitante e movenze da vip. Ricordiamo a tutti che in realtà non è una webstar, dunque non ha necessità effettiva di scrivere post sulla sua vita scintillante, semplicemente perché la sua vita non è scintillante. Selfie, pose da gran diva, sui social questa utente che dovreste evitare non ha un seguito eppure scrive come se si stesse rivolgendo ai partecipanti della maratona di New York e usa tag strategici per descrivere la sua vita da webstar, possibilmente anglofoni, che fanno webstar internazionale (come #thatsmyamazinglife, #yesIcan, #mylife #enjoythelittlethings) oppure costruendone alcuni ad hoc ed illegibili (come #non homaidettocheilmiomododiviveresiagiustomaèilmio oppure #lososonotroppoburlonascusatemitutti). Quellla che si crede webstar di solito ha un blog in cui parla di quello che fa e di chi vede e dei prodotti che usa ma in nessun caso riesce a essere interessante; di solito questa tipologia di utente si combina bene con la spammer (leggi sotto) perché, pur non sapendolo fare, vive per condividere i suoi post o le sue foto sulle bacheche altrui. Altrimenti nessuno se la fila. E’ anche quella che comincia ogni sua frase con “A grande richiesta” oppure “Visto che in molti avete chiesto a gran voce…” riferendosi ovviamente a un pubblico inesistente composto da sè stessa e basta.
2. Quella che spamma (ovunque)
Quella che spamma sostanzialmente non ha tempo per lavorarsi gli altri utenti a furia di PR e commenti normali e quindi fa l’antisocial per eccellenza: si impone. Commenti sotto alle foto di Instagram di solito strutturati con un contentino, giusto per far vedere che non è lì solo per spammare, e poi ecco il markettone. Suo è ad esempio una frase di questo tipo: “Bella la tua foto! Passa dalla mia pagina, se ti va! Tanti consigli di moda lowcost per te!“. Impossibile da gestire se quella che spamma è anche una venditrice di bijoux. In quel caso non resta che una cosa da fare: bloccare senza pietà (e segnalare, pure).
3. Quella che vende bijoux (su Instagram soprattutto)
Quella che vende (e fa) bijoux ha deciso che vuole investire nella carriera di creatrice di gioielli riciclati dal rotolo di cartaigienica e deve dirlo al mondo. Di più: deve vendere. Per velocizzare la copravendita comincia a seguire centinaia di persone e a lasciare su ogni bacheca Facebook, timeline di Twitter o foto di Instagram un messaggio promozionale, di solito prodigo di link, tag e mention dedicati alla sua pagina di gioielli handmade. Il meglio lo dà quando, sotto la foto di Bèlen promuove la sua linea lowcost pregando per uno shoutout, ovvero una cosa che Bèlen non farà mai.
4. Quella polemica a tutti i costi
Quella polemica di solito ha un seguito abbastanza nutrito di lovers e di haters, divisi in parti uguali, che la idolatrano o la insultano a turno, a seconda del momento. Essendo trascinata da questa corrente di utenti a supporto – ma anche da chi le odia – sono perennemente attive sul fronte polemica, soprattutto quelel legate al mondo del web, che bazzicano ogni giorno sui social e tramite il loro blog. Ogni scusa è buona per creare disagio o malumore intorno al tema caldo del giorno, come se fosse fondamentale dire la propria opinione. Quelle polemiche non sanno che estratte dal web perdono tutta la carica polemica, l’autorità e la potenza di fuoco che hanno su Facebook, dove vivono grazie all’idolatria delle ragazzine. Ora aspetto la polemica su questo post dedicato alle polemiche, eh!
5. Quella esperta di tutto lo scibile umano
Quella esperta è molto competente in qualcosa e dunque ci tiene a dircelo. Sempre, a qualsiasi ora, weekend compreso. Le esperte di social network parlano solo di aggiornamenti e cambiamenti su Facebook; quelle che organizzano eventi ripostano fino allo sfinimento il link all’evento; le ambientaliste cercano di trovare casa a tutti gli animali della taiga e di accendere fuochi su questa o quella causa; l’esperta di cibo propone ricette a rotazione; l’esperta di fuffa non ha un focus centrale ma cavalca l’onda (come faccio io. Evitatemi).
6. Quella che allude a complotti e quella che si sente vittima dell’allusione
Quella che allude al complotto vive perennemente di dietrologia, insinuazioni, accuse velate e indici puntati. Ma lo fa con garbo: “Qualcuno la pagherà” o ancora “Non credere che la farai franca” sono solo due dei modi in cui quella che allude al complotto accusa qualcuno sui social network. Sotto il post o il tweet nascono così tutta una serie di possibilità su chi possa essere il cattivo di turno fino all’arrivo di quella che si sente vittima dell’allusione (mentre in realtà non lo è per niente). Quella che si sente vittima dell’allusione ha la coda di paglia di natura, quindi si sente sempre in colpa per qualcosa. Legge tra le righe e ci vede scritto il suo nome; rilegge il post e chiaramente comprende di essere colpevole. In quei casi, solo due sono le cose da fare: passare al contrattacco – generando uno sfiancante battibecco sul genere “Ammettilo che sono io se hai il coraggio” e “Non sei sempre al centro dell’attenzione scendi dal piedistallo” – oppure supplicare pietà in privato. In ogni caso, se vi capitano due utenti del genere, che vivono di dietrologia e vittimismo, sappiate che esiste uno strumento apposito per annientarli. Si chiama Nascondi Post.
Oh no! Temo di essere quella polemica! Solo che nella vita sono pure peggio mi sa. *__*