Cosa fa un DIGITAL PR e cosa deve sopportare.
Qualcuno dovrebbe pensare alla salute mentale dei Digital PR, figura professionale metà uomo metà mail che si aggira sul web dispensando sorrisi, mentre nell’intimo maledice i blogger e i clienti con cui ha a che fare. Questo lo fanno un po’ tutti (maledire i clienti – soprattutto quelli che ti chiamano alle 17.55 del venerdì e ti dicono “No, va bene tutto, eh, sei stata BRAVISSIMA… ma magari possiamo cambiare font, logo, copy e anche template? Deve essere online lunedì alle 9. Buon weekend! tu tu tu tuuuu“) ma il Digital PR di più. Uno: perché avere a che fare con le persone, a volte, fa saltare i nervi. Due: perché essere cordiali ed esserlo sempre, a volte snerva. Siamo essere umani e non siamo stati creati per essere sempre gentili, ben disposti verso un genere umano che, a sua volta, non è che faccia proprio di tutto per farsi amare tutti i giorni a tutte le ore.
Invece la Digital PR deve essere gentile, per forza, sempre. Deve essere paziente anche quando ha davanti un fornitore che non capisce e che le sta mandando a scatafascio l’evento e deve esserlo quando tratta con blogger il cui italiano corrente è in fase terminale. Deve essere garbata e disponibile, anche quando le richieste del cliente si fanno pressanti (“Facciamo calare le blogger da un elicottero? Facciamo dei cupcake a forma cubica? Gli facciamo fare il giro del mondo in 18 giorni?“). E deve avere i nervi saldi se qualcuno pronuncia le magiche parole: “Voglio fare una roba fighissima . Ma SENZA BUDGET”.
Ma entriamo nel merito delle cinque tipologie di persone problematiche che un Digital PR si trova ad affrontare almeno una volta nella sua carriera giornata lavorativa:
1. il blogger scroccone: di solito il Digital PR si occupa anche di Social Media Marketing, o comunque gestisce per vie traverse le fan page del suo cliente. Questo lo mette a contatto con un mondo di blogger accattoni che si auto-eleggono influencer con tanto di spiegone su quanto sia importante avere un banner strategicamente posizionato in un blog da 20 visite al giorno e che si propongono come testimonial del Brand X o del Prodotto Y. Questi blogger scrocconi sono altresì chiamati dai professionisti del settore “Quanto tempo mi fai perdere a rispondere <Mi dispiace ma al momento non sono previste attività di invio prodotto>” e rispondono al momento più alto di finta diplomazia del Digital PR, che scrive una cosa e nel frattempo pensa: “Mai e poi mai ti invierò il mio prodotto, mai e poi mai ti inviterò al mio evento, mai e poi mai”.
2. il blogger che si offende: il blogger si arrabbia se non viene chiamato a un evento, soprattutto se nota tra gli invitati qualcuno che odia a morte. Dopo aver seguito la serata da casa, aggiornando compulsivamente la timeline dell’hashtag ufficiale, si sente in diritto il giorno dopo di tediare l’unica persona al mondo che ritiene responsabile del suo mancato invito, ovvero la Digital PR. Dal canto suo, la Digital PR avrà ben calcolato di non invitarla per motivi non precisati (la blogger non lavora bene, non è in target, non ha una buona reputazione, non è molto seguita o semplicemente perché le sta antipatica) e quindi legge la mail di sdegno con altrettanto sdegno. Ma può la professionista delle pubbliche relazioni mostrarsi offesa? Ovviamente no, ed ecco quindi che scatta il secondo momento più alto di finta diplomazia. La blogger si tranquillizza oppure si infuria ancora di più, e nel frattempo finisce (ad libitum) depennata dalla mailing list della PR.
3. Il cliente SENZA BUDGET: il cliente senza budget ha sentito che organizzare un evento porta un sacco in termini di reputation e foto su Instagram e chiacchiere tra gli influencer e allora chiama la PR e le dice: “Cara, fammi un progettino per un evento. Lo voglio mastodontico: statue di ghiaccio a forma del mio prodotto TOP, location da favola, mood da Mille e una notte, buffet e open Bar, invitami le SUPER BLOGGER, mi raccomando! Ah, ovviamente SENZA BUDGET“. E’ su questa frase che la PR prima muore dentro lentamente e poi si riprende giusto il tempo di dire: “Caro cliente, le statue di ghiaccio non vanno bene a luglio nell’afa di Torino; la location da favola te la trovo, ma non di una che finisce bene, buffet e open bar illimitati esistono solo in crociera e nei villaggi Alpitour ma soprattutto, forse la SUPER BLOGGER vorrà un gettone di presenza. Non riusciamo a far niente senza budget”. Il cliente senza budget sentirà solo la frase “gettone di presenza” e comincerà a inveire contro le blogger senz’anima che non fanno un passo senza essere pagate, “e io voglio che vengano al mio evento perchè tengono al mio Brand, non perchè le pago” e il cuore del problema, ovvero che SENZA SOLDI NON SI ORGANIZZANO EVENTI viene messo da parte per ore e ore di inutile call.
4. Il fornitore che non capisce: il fornitore che non capisce può essere indistintamente un autista di autobus, il gestore di un locale o di un servizio catering o il call center di una compagnia aerea. Di solito non capisce quello che deve fare, per quante persone e per quando, provocando continui mal di testa alla PR che vorrebbe solo organizzare un evento con un transfer alla ora X, un catering a base di sushi, in un locale con un maledettissimo dehor.
5. La blogger diva: la blogger diva vuole essere trattata in modo diverso dalla massa di blogger sfigate che popolano il web e da cui si sente lontana anni luce. Così, quando l’ingenua PR l’invita all’evento X in tal data, lei parte già dicendo che è troppo impegnata per arrivare in quel giorno lì, ma magari “fa un salto” due giorni dopo. E se l’evento prevede delle attività, lei ne fa 3 e non 5, sia chiaro. E ha sempre delle intolleranze alimentari assurde (quasi sempre ai carboidrati) sfasciando l’idea di cena tipica regionale prevista l’ultima sera. E comunque si vuole portare un + 1 e possibilmente anche il cane. E se la location non è pet friendly pretende una sistemazione per il suo cagnolino, nei momenti in cui non sarà posizionato nella sua borsa. E nelle foto può comparire solo se viene bene, bisogna mandargliele in approvazione prima. E la prova prodotto la fa, ma niente recensione sul blog, solo uno scatto alle 8 di sera di domenica su Instagram, che gli altri giorni è piena. La blogger diva è uno dei massimi esempi di distruzione di neuroni validi della Digital PR ma anche una massima fonte di aneddoti da raccontare all’aperitivo, quando la giornata è ormai finita, l’evento andato, il cliente soddisfatto.
Qualcuno, dico io, dovrebbe pensare alla stabilità mentale dei Digital PR e ogni tanto dar loro un abbraccio, dirgli che andrà tutto bene e che nel magico mondo della vita reale, dove i blogger non sono nessuno e i clienti sono solo il vago ricordo di un telefono che squilla a ore improbabili, loro sono al sicuro e tornano persone normali, con possibilità di replica e il sacrosantissimo, inalienabile diritto di mandare il prossimo lì dove merita di andare.
Poi, oh, ci sono anche i PR stalker. Ma di questo parliamo la prossima volta.
ahahaha ho scovato tramite un’amica il tuo blog e questo incredibile articolo.
In effetti noi blogger non pensiamo mai a chi sta dall’altra parte.
Interessanti (e troppo divertenti) i tuoi spunti! 😀
@manuela ti giuro però che arriverà anche la vendetta per i blogger con il contro-articolo: la dura vita del blogger tormentato dai digital PR stalker 😉 Grazie!
Rido e piango al tempo stesso.
Sono blogger, ma sto studiando Marketing all’università perché mi piacerebbe intraprendere una carriera nelle Digital PR.. dopo questo post sto iniziando ad avere dei ripensamenti 🙂
Giovanna, farò leggere al mio corso per diventare fashion blogger il tuo articolo (e anche tanti altri devo dire); così evito un po’ di spiegazioni sulla netiquette 😉
Articolo spassoso, e al contempo pieno di verità!
Corsi Fashion Blogging
Leggo solo ora questo post e ne farò un quadro in casa mia! Grazie per aver detto che, diamine, questo lavoro è bello ma non facile! Daltronde, quale lo è? no…aspetta…lo so! quello della mantenuta!!!! manca solo la materia prima con la regola delle tre “ente”…-attraente-intelligente-moltoabbiente!
Articolo divertentissimo e ben scritto. Compimenti davvero!