Cinque personaggi molesti che trovi ai matrimoni (degli altri).
Andare ai matrimoni è uno sport. Anzi, è un giorno lavorativo. Di più: è una faticaccia. Se sei un’invitata, ti svegli all’alba per farti i capelli, e il trucco, e stira il vestito, e poi preparati, metti in borsetta i cerotti Dottor Scholl altresì chiamati “Grazie a Dio esistete i miei piedi ringraziano“, se è estate poi suda nell’inutile stola messa per salvare le apparenze in chiesa e poi vallo a trovare il posto dove si fa il ricevimento, e aspetta gli sposi prima di avventarti sul buffet, e preparati mentalmente al pranzo e spera fortissimamente nell’open bar e che la serata finisca con Gigi d’Agostino.
Ma soprattutto, mettiti davanti al tableu de mariage e scopri con chi sei seduto. Il tableu de mariage ai matrimoni degli amici in cui conosci solo gli sposi e non hai un gruppo di persone con cui trascorrere la giornata è il più alto tra i livelli di convivialità forzata di cui sono a conoscenza, secondo solo all’acquagym nei villaggi turistici.
L’unica differenza è che nei villaggi turistici non ci vado, mentre se si sposano gli amici sì – perché amo i matrimoni e piango sempre quando gli sposi si incontrano sull’altare e poi si dicono “Io ti accolgo” e bla bla bla. Comunque il tableu – ovvero scoprire con chi trascorrerai le successive quattro ore seduto intorno a una tavola rotonda mangiando risotto al castelmagno e salmone – è il massimo momento di stress dei miei matrimoni. Alcune volte va bene, altre va male, altre ancora va che “quando finisce Gesù santissimo”, ma l’ultimo caso è effettivamente una sfiga che non mi è mai capitata.
Essendo io un’antropologa con grande spirito d’osservazione e avendo avuto quest’anno e negli anni precedenti una quantità immonda di matrimoni (degli altri), mi sento di stilare la lista dei Cinque invitati molesti che trovi ai matrimoni, che ricorrono manco ci si fosse messi d’accordo e che, se sei fortunata, ti ritrovi pure seduto accanto.
1. Il piacione che parla solo di sè stesso: il piacione che parla solo di sè stesso è uno che non ha altri argomenti al di fuori del suo lavoro, la sua fidanzata, il suo gatto, i suoi genitori, le sue vacanze. Ogni cosa che fa è di più: il suo lavoro dunque è il più fico, la sua fidanzata la più intelligente, il suo gatto il più simpatico, i suoi genitori più svegli, le sue vacanze più divertenti. Se è seduto al tavolo con te, monopolizza l’attenzione per almeno un’ora, raccontando dettagli non richiesti della sua giornata lavorativa e introducendosi nei discorsi aprendo ogni frase con “Invece io…” quando è evidente che nessuno vuole essere messo a conoscenza della sua esperienza. Il piacione che parla solo di sè stesso, sapendo parlare solo di una cosa, si spegne lentamente dopo che ha esaurito l’argomento (ché poi non c’è mica tanto da dire), soprattutto se gli altri commensali trovano un argomento generico che li accomuna e dunque si mettono a parlare d’altro. Il piacione si autoesclude dal discorso perché non sa cosa dire; e quando apre bocca, è solo per dire che non vede l’ora di andarsene (e un attimo prima era lì che ci raccontava la sua giornata meravigliosa tipo, entusiasta fino al midollo).
2. L’amico molesto e ubriaco: l’amico molesto ubriaco (anche in versione femminile) va ai matrimoni con il solo scopo di bere gratis e questo fa dalla fine della cerimonia fino alla festa. All’aperitivo si è già scolato tre bottiglie di prosecco e comincia a molestare gli amici, gli sposi, i genitori degli sposi e le statue equestri della villa in cui si sta svolgendo il ricevimento. Magari quando è sobrio è pure simpatico, ma questa brillantezza si appanna man mano che aumentano i bicchieri: la sua simpatia si tramuta immediatamente in una brutta replica de La sai l’ultima mixata a un film dei Vanzina e le gag che lo vedono come protagonista finiscono sempre con lui che balla sudato, con la camicia aperta, la cravatta intorno alla fronte e gli occhi vacui, mentre cerca di infilarsi nella foto con gli sposi che tagliano la torta.
3. lo zio folkloristico: lo zio folkloristico di solito è un vecchietto arzillo che, complice il vinello sul tavolo, a un certo punto libera le inibizioni e comincia a fare parecchie cose imbarazzanti. Canta, tira fuori la fisarmonica dalla macchina e comincia a suonare Oi vita oi vita mia, ma, soprattutto e immancabilmente, prende di mira l’amica degli sposi che ha avuto la bella idea di dargli confidenza quando era ancora sobrio e simpatico e non la molla più. La tira in pista, la palpeggia, le dedica canzoni: alla fine la moglie o chi per lei lo attacca a una sedia per impedirgli di prendere nuovamente il microfono e dedicare Perdere l’amore a questa povera sprovveduta.
4. la coppia che si scazza: partecipare ai matrimoni può essere divertente per molti motivi, a trovare il lato ottimistico della cosa. Si mangia e si beve gratis, si passa una giornata in compagnia degli amici più cari o si ha la possibilità di conoscere persone nuove, si vedono location da favola, giusto per fare tre esempi che mi spingono sempre con entusiasmo (almeno all’inizio) verso occasioni del genere. Ma non tutti sono felici e non sempre chi partecipa alle nozze di qualcuno ci va con spirito partecipativo. La coppia che si scazza è fondamentale per mettere un po’ di pepe al ricevimento, tra il secondo secondo e il sorbetto: di solito si scazza perché arriva già in assetto da guerra, oppure perché uno dei due fa qualcosa che non deve fare (broccolare le invitate, bere troppo). Li riconosci perché a un certo punto si appartano e cominciano a litigare e rimangono isolati per la maggior parte del tempo con gli sguardi torvi. Oppure spariscono al primo e non li vedi che al taglio della torta: sono andati in macchina a urlarsi cose. Mi ricordo un matrimonio di un parente, anni e anni fa, in cui lo zio Gigino fece incazzare talmente tanto sua moglie per comportamenti un pelo troppo sopra le righe che fu costretto a tornare a casa a piedi (almeno fino a un certo punto: poi qualcuno si impietosì e andò a recuperarlo in strada).
5. l’entusiasta: l’entusiasta è felice di essere dov’è, ovvero a un altrui matrimonio. Essendo felice e contento per gli sposi, ma soprattutto voglioso di dimostrare la dedizione alle nozze che ha in corpo, l’entusiasta non fa altro che distinguersi per i suoi gesti felici e gioiosi sin dalle prime ore della cerimonia. Innanzitutto ha sempre la fotocamera in mano, perché lui deve ricostruire la festa attimo per attimo per poi farci un album su Facebook; va in giro a scattarsi foto con ogni invitato per la stessa logica; vive per l’ippiphurrà; i brindisi partono sempre dal suo tavolo; il bacio! bacio! Bacio! pure. E’ talmente contento di essere stato invitato che a un certo punto batte anche gli sposi in partecipazione all’evento. Grado di correlazione/parentela/amicizia con la coppia convolata a nozze: prossima allo zero, anzi, più l’entusiasta spunta fuori dal nulla, più riesce a toccare picchi di fuoriluoghismo inenarrabili (anche e soprattutto per i padroni di casa).
Oh, come adoro i matrimoni. Si mangia e si beve gratis ma soprattutto guardo chi mi sta intorno e poi posso scrivere post come questo qua.
…dopo tanti anni posso dire che ne è valsa la pena…:)
W i matrimoni!
@zio gigino: ciao zio gigggì!
Beh al mio c’è stata la zia che andava a sgridare gli ospiti lamentandosi della musica, i miei genitori arrivati in ritardo alla cerimonia con tanto di imbarazzo del fotografo che voleva immortalarmi con mia mamma, la suocera che non voleva fare le foto, il batterista pazzo, 4 imbucati che ancora oggi ci baciano e abbracciano ringraziandoci di averli invitati alla festa, il cuoco entusiasta, i parenti di mia moglie dalla calabria che hanno benedetto la mia casa e regalato improbabili centrini e cuscini…. ok faccio parte della prima categoria
@simone dovresti scriverci un libro su ‘sta cosa: io lo leggerei 😀