Una lezione di giornalismo a caso
Venne il giorno in cui il mio prof di giornalismo dell’Università, dall’alto del suo megastipendio e del suo BMW, ci disse di viaggiare con i mezzi pubblici per imparare cose nuove.
“Sui mezzi pubblici incontrerete storie“, disse quel giorno “vivrete la verà umanità. Io per esempio cerco di prenderli almeno due volte l’anno per lasciarmi ispirare“.
E noi, che sui mezzi ci viaggiavamo davvero, tutti i santi giorni, e che ci vivevamo quasi, quel giorno prendemmo la dritta per buona, anche se la vita sui mezzi, quando è abitudine, non è quasi mai un’esperienza che regala ispirazioni, ma solo irritazioni.
Da allora quando sono su un tram, o su un bus, o in metro, io osservo la gente per imparare cose nuove. Ieri, sul 16, ho imparato infatti una cosa nuova: un bacio, che definirei “altamente esplorativo”, può durare 1 minuto e 45 secondi, circa 4 fermate di tram ininterrotte, senza mai staccare le labbra o prendere un respiro. Se ci provo io, muoio.
Ringrazio quindi i due giovani arrapati che mi hanno ispirato ieri sul 16, e che mi hanno fatto vivere la vera umanità, insegnandomi una cosa nuova.
Al mio prof di giornalismo, che è ancora lì legato alla scrivania per non farsi rubare il posto dalle giovani leve, figlio di una casta ricca di privilegi, auguro un mese e mezzo di BMW rotta e una corsa infinita su uno scassato tram degli anni ’90: così potrà vivere la vera umanità, che, tra parentesi, oltre a regalare baci mozzafiato a bocca aperta, non si lava.
Vedrà, prof, che inchiesta che esce fuori.
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