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Quello che non voglio più essere

15 ottobre 2015 | Scritto da Giovanna Gallo | 11 commenti

Me l’avevano detto che diventare mamma mi avrebbe cambiato la prospettiva, eppure io già ci avevo pensato che non volevo più essere uno di quelli. Ci avevo pensato prima ma non avevo messo a fuoco il pensiero e adesso ne sono sicura.

Non voglio più addormentarmi col cellulare in mano. Voglio chiudere gli occhi dopo un bacio in testa dato e ricevuto prima del sonno, e dire Buonanotte e Ti amo e Ti voglio bene e nient’altro.

Non voglio lavorare solo per soldi. Vorrei avere il dono di accontentarmi di ciò che mi basta. Svegliarmi, felice di fare quello che mi piace, anche di lunedì. E se non mi piace, avere il coraggio di cambiare. Non voglio più essere una di quelle che non ha il coraggio di mollare.

Non voglio più appigliarmi alle cose. Vorrei lasciar andare quello che può scivolare via senza lasciare traccia e tenermi addosso solo le cose importanti. Che sono veramente poche. In questo modo sarei vestita solo di ciò che è giusto trattenere: il superfluo occupa spazio.

Non voglio più polemizzare a vuoto. Trascorrere ore a parlare del nulla invece di riempirlo.

Non voglio più andare a dormire arrabbiata. Il cliché del “Oggi ci sei, domani chissà” non è un cliché. Voglio chiudere gli occhi e sapere che ho detto Ciao a mia madre, e fatto un sorriso al mio compagno e a mia figlia. Al mattino dopo sarà stato un gesto come un altro, e alla sera si ricomincia di nuovo. Sarà sempre uguale e mai uguale, ma non avrò rimpianti.

Non voglio più dirmi “Domani”. Non abbiamo poi tutti questi attimi da perdere rimandando.

Non voglio più stare a ripetere cento volte la stessa cosa per imporre la mia idea con più forza. Voglio impegnare la mia voce per dire cose nuove, e accettare che, a volte, è possibile che non mi stia ascoltando nessuno.

Non voglio più avere cento libri sul comodino e la scusa in bocca “Non ho tempo”. I libri sono come il vero amore, che è lì in giro che ti aspetta e se non ti guardi intorno non lo scovi mica. Solo che provare l’amore a volte fa male, con i libri non soffri mai.

Mi piacerebbe dire che ho ritrovato maggiore consapevolezza delle cose davvero importanti quando ho visto per la prima volta mia figlia. Ma quando l’ho vista per la prima volta ero stremata, e non ci capivo niente, e in quel momento ero sempre io, quella di prima, e non è che abbia proprio provato amore subitaneo, ho provato amore per il mio compagno che piangeva, e l’ho amata attraverso di lui, e sono rimasta uguale finché non l’abbiamo portata a casa, e poi ancora per tutto il suo primo mese di vita.

Mi piacerebbe dire che sono diventata più matura da quando sono mamma, da quando so cosa vuol dire veramente la parola Protezione e anche Sacrificio, ma ancora adesso mi sento più figlia e più compagna e questa bambina che mi guarda e pretende e piange se non ha subito ciò che vuole a volte mi rende solo più consapevole di quello che non sono.

Io ho capito che non voglio più essere una di quelle persone che sentono musica triste perché vogliono star male, o che si autocommiserano se qualcosa non va, e che mentre piangono pensano a cose brutte per piangere più forte, io voglio essere felice, perché se c’è una cosa che ho davvero capito da quando sono mamma è che non ci si può permettere l’infelicità, o l’insoddisfazione, o il crogiolarsi nell’inutilità delle cose che non servono e questa cosa l’ho sempre avuta davanti agli occhi, ma l’ho capita solo la prima volta che mia figlia mi ha messo a fuoco per la prima volta. E’ in quel momento che mi ha riconosciuta, e mi sono ritrovata anche io.

 

 

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Categoria: Sono mamma, e adesso?
Tag: diventare mamma, essere mamma, mamma

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Commenti

  1. Frudi says

    15 ottobre 2015 at 15:06

    Non sono incinta e non prevedo neanche di diventare mamma nel futuro prossimo. Leggendo il tuo pezzo, però, mi sono quasi commossa, perchè mi guardo e vedo una ragazza simile a quella che hai descritto tu in questo post. Anche io mi auguro di riconoscermi a breve, negli occhi di qualcuno, in un cambiamento, in una svolta chissà…Intanto grazie e in bocca al lupo per la tua nuova avventura!

    Rispondi
    • gioska23 says

      15 ottobre 2015 at 15:10

      @frudi grazie a te!

      Rispondi
  2. Nelli says

    15 ottobre 2015 at 15:43

    Quanto mi sono ritrovata nelle tue parole… dopo la nascita del mio piccino (5 mesi fa ma mi sembrano 5 anni) ho capito che voglio lavorare meno e solo cose che mi piace fare… voglio dedicare piu tempo a lui, a me e alla nostra famiglia.
    certo avremo meno soldi… ma forse si vive bene anche con una borsa firmata in meno, no?
    🙂

    Rispondi
    • gioska23 says

      15 ottobre 2015 at 18:50

      @nelli credimi, i soldi ci servono anche perché ad aprile le tocca il nido ed è una batosta; ma è un cane che si morde la coda, se stessi a casa con lei non avremmo bisogno di sborsare. Mettere da parte le mie ambizioni no, non voglio farlo, tant’è che se mi è tornata la voglia di scrivere è proprio perché la mia bimba mi ha dato nuovi stimoli. Ma neanche sacrificare lei perché devo rincorrere chissà cosa. Unn bacione a Oliver!

      Rispondi
      • Nelli says

        16 ottobre 2015 at 12:48

        🙂

        Rispondi
  3. Sara says

    15 ottobre 2015 at 17:23

    Giò,
    le tue parole sono bellissime, le più belle che tu abbia mai scritto credo.
    Non so come commentare la bellezza della tua sincerità e della fame di Vita e di gioia che traspare in questo post.
    È stato bellissimo, non vedo l’ora di abbracciarti, la nuova te eppure sempre tu.
    Ti voglio bene amica mia.

    p.s. Il nuovo template lo commento quando asciugherò gli occhi e riuscirò a vederlo 😀

    Rispondi
    • gioska23 says

      15 ottobre 2015 at 18:48

      @sara grazie amica mia!

      Rispondi
  4. Cristina Usai says

    5 aprile 2016 at 6:57

    Che bell’articolo Gio… mi sono commossa ed ho riletto tutte le mie parole che ho nel cuore e nei pensieri.
    🙂

    Rispondi
  5. Marco Reis says

    18 giugno 2016 at 21:23

    Hai scritto un piccolo capolavoro del cuore.

    Rispondi
  6. Rita says

    11 luglio 2016 at 16:37

    Grazie 🙂

    Rispondi

Trackbacks

  1. Tornare a lavoro dopo la maternità – Giovanna Gallo ha detto:
    20 aprile 2016 alle 11:08

    […] Quando sono stata mamma a tempo pieno per la prima volta, ed è stato bellissimo. […]

    Rispondi

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