Ho comprato i primi giochini a mia figlia che non era manco nata, e quando è spuntata fuori chissà che pretendevo. Cioè, mentre io mi immaginavo serate intere a cullarla su una sedia a dondolo circondata da quadri motivazionali, canticchiandole canzoncine in inglese giocando alle costruzioni, quella boccheggiava in cerca della tetta. E tutti i librini adorabili acquistati in Feltrinelli, quelli molli, quelli tattili, quelli di stoffa, li ho tirati fuori due mesi fa. Insomma, la nostra amica Tracy (Hoggs, non fate finta di non conoscerla, in gravidanza per me era un faro: se fosse sceso Gesù dal cielo per parlarmi della maternità gli avrei chiesto: “Sì, ok, ma Tracy, che ne pensa?“) ci ha raccontato che tra mamma e bambino si crea subito un rapporto speciale, sin dal pancione, ed è vero: ma è un interazione viscerale, carnale, a volte alienante e e per niente sociale. Con un neonato i primi due mesi non ci puoi giocare attivamente: lo puoi nutrire, lo puoi cambiare, lo puoi guardare, lo puoi ficcare in carrozzina e portarlo in giro per non sclerare, lo puoi sbaciucchiare fino a farlo piangere, lo puoi anche mollare a padre e nonni per andare a dormire, però più di questo, semplicemente, non puoi fare.
Quello che ho capito dalla mia esperienza con Elena, che ora ha quasi 11 mesi, gattona e prova ad alzarsi, mangia di tutto e blatera cose che nella sua lingua hanno senso compiuto, è che per ogni età del neonato esistono dei giochi adeguati. Insomma, le costruzioni morbide a 2 mesi no, ma a 8 ve le ritroverete anche nel reggiseno, insieme alle apine della giostrina; i librini tattili a tre mesi saranno pieni di rigurgito, ma a 9 vi salveranno un viaggio in aereo; la palla a quattro mesi sarà più grande di vostro figlio, a 11 mesi ci inciamperete sopra e vi ci spaccherete un’anca.
Passerete mesi a sperare che il vostro bambino diventi più autonomo e giochi da solo seduto su un morbido tappetone giallo, e quando questo accade, non farete altro che raccogliere giochini.
Un’altra cosa che ho capito è che, per quanto la cesta dei giochi venga meticolosamente riempita ogni sera per conservare una parvenza di ordine in casa, la mattina alle 6 sarà già rovesciata e i giochini al suo interno, nottetempo, si saranno moltiplicati: non 10 ma 352 costruzioni, non 12 ma 527 formine a forma di fungo.
Ma insomma, come si intrattiene un neonato mese per mese? Quali giochini acquistare e quali invece non comprare, risparmiando così soldi per altro (che tanto ve ne serviranno a palate)?
Non sono una pedagoga, ma in questi mesi ho osservato mia figlia e mi sento di darvi qualche consiglio:
- PALESTRINA: la sfrutterete tantissimo, compratela o fatevela regalare da subito. Lasciando perdere i primi 40 giorni del bambino, in cui probabilmente per metà del tempo piangerete in preda agli ormoni e l’altra metà starete con le tette all’aria, successivamente potete già coricarcelo sopra a guardare i giochini appesi. Di solito sono tappetoni molto versatili che accompagnano il bimbo fino ai suo primi passi, quindi potrete sfruttarla fino all’osso. La nostra è un modello di Fisher Price che aveva anche una pianolina incorporata (ma anche quelle Ikea sono funzionali e carine): a un mese la accendevo per farla rilassare con le musichette; fino ai tre mesi Elena la suonava inconsapevolmente con i piedi; dai sei mesi quando ha cominciato a star seduta da sola ha cominciato a comporre nenie con le mani; adesso che ne ha 11 non la sta calcolando più di tanto perché deve gattonare e raggiungere i punti più pericolosi della casa e farci morire ogni volta. In tutto questo, la pianolina non si è mai scaricata, eppure suona dal 13 agosto 2015. Promossa.
- LIBRI: ho già un ripiano della Billy ripiena di libri per Elena, e li usiamo anche molto, ora che è grande e – attenzione – svolta non da poco – sa girare le pagine da sola. Ha cominciato a osservare i libri con più attenzione dopo i cinque mesi, ma dire che avesse la pazienza di ascoltare le storie di Topo Tip o Giulio Coniglio, per quanto invero appassionanti, è davvero troppo. Diciamo che all’inizio ha guardato le figure, e verso gli 8 mesi ha cominciato ad ascoltare e riconoscere i libri, a grattare con le sue unghiette quelli tattili che sulle pagine presentano bollini di diverse consistenze ed effetti e a mangiarsi le pagine di quelli di carta. Ecco, quelli di carta evitateli. Nella nostra libreria campeggia la triste storia di Gattino, che ha finito il latte e non ha una mazza da mangiare, ma poi arriva Topino con un bel regalo, Formaggio, che buono! (editore EL, sono libri di stoffa leggeri e colorati, consigliati: ne trovate qui), Topo Tip che va all’asilo in un cestino da picnic (è anche un cartone, ma la serie di libri li trovate qui), ma anche l’impareggiabile Giulio Coniglio, che principalmente fa cose, tipo il bagno, mangiare formaggio o carote, giocare a palla con l’Oca Caterina e l’Istrice Ignazio o cose così. Tra i libri pop-up ne abbiamo uno di Cenerentola, ma ho notato che le cose in rilievo sono più facilmente acchiappabili dalle sue manine prensili e a rischio strappo. Ultimamente i nostri amici Tegamini e Amore del Cuore ci hanno regalato il libro Giungla, Flip Flap (di Axel Sheffler) che Elena adora perché le pagine sono divise in due in modo da combinare insieme pezzi di corpo di animali, e lei si diverte a sfogliarlo per ore, mentre io, nel frattempo, faccio delle cose. Dio benedica i Tegamini del cuore.
- ETICHETTE: pensavo fosse una fissa solo di mia figlia, poi un giorno leggo su Facebook che è una fissa dei neonati. Dai un’etichetta in mano a un bambino di 4 o 5 mesi e lui sarà felicissimo. Così ho comprato a Elena questo Elefantino Dodou della Label Label, interamente costituito da etichette, ed Elena cosa ha fatto? Ha intercettato tra le etichette finte quella vera e ha cominciato a tirare e accarezzare quella. Una vera intenditrice.
- Costruzioni, formine, giochi che suonano e si illuminano: sin dai primissimi mesi, come tutti i neonati, Elena è stata attratta da tutto ciò che era luce e suono. Carillon, tamburi, orsetti parlanti hanno creato e creano tutt’ora un inquinamento acustico non da poco a casa nostra. Dai cinque mesi ha cominciato a tenere in mano da sola le cose, e questa è una vera svolta, che ha toccato l’apice quando ha imparato a tenere in mano ben due cose e a sbatterle tra loro come fossero uova. Essere lei stessa la causa del rumore la fa sentire una divinità e la esalta no poco. Da quel momento in poi ha cominciato a sfruttare davvero tutti i suoi giochini, e ad aver bisogno di un tappetone e di una cesta (anzi, tre) per raccoglierli tutti. Tra i tanti giochini che appassionano Elena ora che ha quasi 11 mesi ci sono quelli di Famideal, un e-commerce che abbiamo scoperto da poco e che provvede alle esigenze di mamme in attesa, neomamme e bambini, con un bel catalogo che spazia dai passeggini ai giochi educativi e con un’attenzione particolare al green e all’ecofriendly. Famideal ci ha mandato due scatole piene di giochini in legno che Elena adora: il primo è un set di scatoline in legno che fanno tutte un rumore diverso (lo trovate qui), mentre il secondo è un cubo (qui) dove Elena non ha ancora imparato a incastrare le cose ma che ama per il rumore che fanno se le sbatte tra di loro fortissimo. E anche noi la amiamo per questo, e pure le nostre orecchie.
- Giochi a caso: ovvero bottiglie di plastica vuote, casse d’acqua da usare come bongo (ora che riesce a intercettarle e raggiungerle ovunque sta diventando un problema), la cintura del papà che fa un delizioso rumore metallico, il pacco delle salviettine, la scatola con dentro 200 pannolini sul fasciatoio che invariabilmente si fa cadere in testa, buste vuote di cereali, tetrapack, la cordina del ciuccio, le collane della mamma, tutto ciò che la piccola Attila Elena incontra sul suo cammino, comprese briciole e pezzi di biscotto, sono un potenziale gioco. Sin da quando ha imparato a tenersi le cose in mano da sola, Elena ha scoperto che ogni cosa, potenzialmente, può essere sbattuta contro un’altra per creare rumore o attrito, e va avanti così anche intere ore. Ma c’è solo una cosa che la rilassa, la diverte e la esalta al contempo, ed è ridurre la carta e i fazzoletti in minuscoli, impercettibili pezzettini, che riesce a ficcarsi in bocca con una nonchalance inaudita, o a nascondere in punti imprecisati della casa, o a spargere per il soggiorno come fosse neve, ma neve piccola piccola, che a raccoglierla ci metti ore e comunque domani ne trovi ancora un po’ sotto il divano e forse se mi guardo nei pantaloni ne trovo anche lì. Grazie Elena: sei la nostra spargi cose del cuore. Per non parlare di quando il tuo gioco preferito è tirare fuori tutte le mutande di tuo padre dal comodino. Lì l’amore tocca picchi inenarrabili!
ErgoSylar says
Ri-ciao cara Gio, sto recuperando con la lettura di alcuni post che mi ero persa qua e là e questo lo DEVO commentare per forza!! Bellissimo, mi ci sono ritrovata tantissimo, specialmente nelle 3 ceste di giochi che evidentemente di notte si accoppiano e si moltiplicano, perchè non c’è altra spiegazione sennò…. Ho invece appena preso su Amazon il giochino fatto di etichette: è ge-nia-le! L’ho preso per il bimbo appena nato della nostra super-tata, se lo avessi conosciuto quando erano piccoli i miei ne avrei fatto scorta!
Non parliamo poi degli oggetti definiti come “pattume” che diventano il gioco preferito…. Bottiglie vuote, vasetti di yogurt… Torri, grattacieli, intere skyline in salotto costruite con vasetti vuoti (e lavati naturalmente….) di yogurt!
Di solito non lo faccio mai ma mi sento di linkarti il post che ho scritto tempo fa proprio sugli oggetti indispensabili (almeno per me!) dei primi due anni…. Anche se parla di mamma gemellare può essere uno spunto (credo/spero) per condividere sorridendo un po’ di esperienze, dato che siamo tutte nella stessa barca mi sa! :))
https://oblezio.wordpress.com/2016/05/02/guida-semiseria-per-la-neomamma-gemellare/
Un abbraccio e occhio a quel tablet sul comodino…. Tra pochissimo diventerà il nuovo oggetto del desiderio proibito che farà passare in secondo piano tutti gli altri (ahimè-ahimè!!!)
Giovanna Gallo says
ihih siamo tutte sulla stessa barca sì! Elena adesso ha imparato ad alzarsi da sola (fino a ora gattonava velocissima) e quindi vive in una sorta di delirio di onnipotenza quando riesce a tirarsi su e ad afferrare quell’unica cosa pericolosissima che abbiamo lasciato sul comodino 😀
Ora vado a leggermi il tuo post!