Cosa sono i Terrible two? Come si fa a non sclerare, mantenere la calma, diventare zen, dire NO fermi ma giusti? Ecco il mio prontuario di sopravvivenza.
Prima di diventare mamma, io non sapevo niente. Non conoscevo la parola ragadi – applicate a nulla, neanche al di dietro, se ci tenete a saperlo – non sapevo niente di scatti di crescita, che ancora adesso quando ci penso mi immagino Elena su una pista olimpionica in tenuta sportiva, non sapevo niente di spannolinamenti, rifiuti a fare la cacca, creme allo zinco, Daniel Tiger. Soprattutto, non sapevo niente dei TERRIBLE TWO. Alla parola capricci associavo il biasimo: per quei genitori che lasciavano urlare i figli nel bel mezzo del supermercato, per esempio. Per quelli che passavano il tablet al bambino al ristorante per fargli vedere Daniel Tiger e quietarlo. Biasimo, biasimo, biasimo. Prima di diventare mamma, io non sapevo niente. Adesso quella mamma sono io.
Ma andiamo con ordine.
ELENA
Elena ha 19 mesi, ma finché non compirà due anni dirò a chi me lo chiede che ha un anno e mezzo perché mi rifiuto di enunciare la sua età anagrafica in una formula mensile. Quindi Elena ha un anno e mezzo, età topica e notoria per l’avvio della fase tanto temuta da tutti i genitori dell’universo mondo, ovvero quella dell’autoaffermazione. Potremmo dire che l’autoaffermazione sia la fase del “Faccio il cazzo che mi pare”, utilizzando una terminologia sociologica e del “Non mi rompere, mà, sto scoprendo la mia innata forza di volontà che prima non sapevo di possedere e che da ora ti causerà grossi problemi”, volendo invece usare il lessico della psicologia. MI piace pensare che Elena non se ne renda conto, ma invece lei SA. E’alta tipo 80 centimetri e ha il piglio di un comandante in capo dell’esercito, perché adesso ha imparato a dire “Vieni qua!” (in realtà pronunciato come un “EEEH CA’!”) che associa al gesto di indicarti precisamente dove vuole che ti sieda, che tu vada, che la porti: non un centimetro più, né uno meno. Se ti discosti dal seminato – il contadino ovviamente è lei – sei fritto. Se non fai quello che vuole, sei fritto. Se giochi troppo poco e sei poco divertente, sei fritta. Se superi il limite e giochi quando lei c’ha voglia solo di guardarsi quel maledettissimo bimbo dei Teletubbies che ride nel sole, sei fritta. Elena governa i nostri umori, e i nostri umori sono governati dalle sue fisse.
LE FISSE
La fonte principale dei capricci dei bambini piccoli (18 mesi – 2/3 anni) sono principalmente le fisse. La capacità di essere un genitore sensato ed equilibrato sta nella quantità di fisse giornaliere che riesce a gestire senza spaccare a morsi il lampadario di vetro di Murano. In una giornata senza asilo (che, come vedremo più avanti, sarà chiave fondamentale della fase capricci, in quanto all’asilo questa fase NON ESISTE) Elena ha in media 5 o 6 fisse quotidiane. Ecco un elenco non esaustivo di fisse di Elena e dei conseguenti stati emotivi miei e di suo padre:
- FISSA REITERATA, IL MOBILE DELLA CUCINA, che si ripropone ogni volta che vede l’armadietto o il mobile della cucina: Elena decide che deve salire sul mobile della cucina, rigorosamente in piedi e senza sostegno, per rovistare negli armadietti.
LIVELLO SCLERO PARENTALE: rinfaccio continuo dell’idea CUCINA A VISTA/OPEN SPACE con salotto per attribuirne la reale paternità, essendo fonte della fissa stessa
- FISSA OCCASIONALE: arrampicarsi. Sul letto, sulla culla, su un cartone con conseguente caduta nel vuoto, dal balcone, sulle poltrone, sul divano, sullo schienale del divano, non ultime le sedie perché il seggiolone FA SCHIFO (fortunatamente non abbiamo investito in un modello cool), sulla pancia delle persone.
LIVELLO SCLERO PARENTALE: “finché non ti fai male va bene, se ti fai male ti serva da lezione” a parole; nei fatti CORSA AL PRONTO SOCCORSO e INFARTI e recriminazioni reciproche che culminano in “La stavi guardando tu!”.
- FISSA REITERATA: il bagno. Il bagno è il regno di tutti i bambini perché dentro ci sono svariate cose proibite che possono ferirli gravemente, quindi OK. Principalmente appena Elena trova la porta aperta si fionda al bidet, o allo scopino del cesso, con cui tenta di pulire il termosifone, sempre quando non cerca di toccarlo direttamente procurandosi ustioni di primo grado. Vuole sempre lavarsi i denti, quindi darle l’abitudine dello spazzolino sarebbe sensata in un mondo ideale, ma in quello dei bambini che si fissano no, perché poi vogliono farlo a tutte le ore solo per – non scherzo – mangiarsi il dentifricio. Poi ovviamente quando il bagno serve davvero per lavarsi, parte lo sclero totale.
LIVELLO SCLERO PARENTALE: tieniti le carie, io mi tengo la sanità mentale. Com’è che nessuno ha inventato il passato di verdura al sapore di dentifricio per bambini!?
- FISSA OCCASIONALE: rovistare. Non importa che dentro i cassetti ci siano mutande o soldi, chiavette della banca o fotografie. Se vedono un contenitore i bambini devono rovistarci dentro, è scritto nella carta dei valori dei bambini di due anni promulgata dall’editto di George la scimmia.
LIVELLO SCLERO PARENTALE: “Hai chiuso la porta della camera da letto o no!?”
A questi quattro punti fermi si aggiungono ulteriori fisse, tipo: palloncini, odio il passeggino, non voglio camminare tienimi in braccio, voglio camminare non tenermi, voglio giocare con le patate e lanciarle fortissimo contro il vetro della finestra, non voglio mangiare mai più, voglio mangiare solo rabarbari, odio papà e voglio stare solo con te anche mentre fai pipì e via discorrendo.
Quando un bambino si fissa, essendo lui un umano ragionevole a metà – esso non parla, il più delle volte riesce solo a mimare e vocalizzare desideri, sentimenti, concetti pretendendo che tu lo capisca – non puoi prenderlo da parte ed enunciargli i motivi per cui dovrebbe smetterla di frignare. Al massimo puoi distrarlo con altro, ma ai suoi occhi nulla avrà lo stesso appeal di ciò che in realtà vuole. Capiscono solo il NO, e quindi tu ti sforzi di pronunciarlo in modo dolce, sicuro e fermo (come suggerito dalle educatrici del nido e pure dai danesi, notoriamente esseri zen). Quindi, mentre lo tiri via dall’immondizia da cui sta raccogliendo cose a caso (da mangiare, ovviamente), ti sforzi di dire con un tono dolce ma inamovibile, da mamma che non ha bisogno di consigli danesi perché già equilibrata e calma: “No, Elenina, la spazzatura rimane dove è riposta, so che capirai”.
La risposta è pianto e stridore di denti. Grida. Urla. Scene madri con tanto di tuffo carpiato sul tappeto mentre si strappa i capelli che manco Brenda ai tempi d’oro di Beverly Hills, Dio santo. Hai un anno e mezzo, quasi un anno e mezzo più un mese, stai calma, porco cane. Ma Elena è in quella fase psicologica dell’autoaffermazione, e deve imporre la sua identità distinguendosi dall’IO materno, ed è entrata nei Terrible Two con un po’ di mesi di anticipo perché è particolarmente sveglia, e io devo pronunciare dei NO fermi ma sereni e mi sparo la pazienza in vena, ma niente. Più la cosa è proibita, più il No è grosso, più la crisi da sedare è ingestibile.
PARADISE LOST: L’ASILO (O SIMILARI)
Non c’è niente che indispone di più i genitori di bambini in fase capricci che sfogarsi con l’educatrice del nido, la babysitter, la tata e sentirsi rispondere: “Qui è un angelo”. Anzi, no, c’è qualcosa di peggio: sfogarsi con la nonna (fu tua madre) e sentirsi rispondere: “Elena? Ma va, sei esagerata”.
IN CONCLUSIONE
Elena compirà due anni il prossimo agosto. Nel frattempo ogni giorno acquisisce un tono nuovo per cazziarci, dirci quello che dobbiamo fare e per sgridare suo padre se osa anche solo sfiorarmi. I Terribile TWO pare abbiano un picco intorno ai TWO, quindi Elena, cosa dobbiamo fare di questi 8 mesi (dai 16 in poi) in cui hai deciso di mettere alla prova la nostra forza interiore e la pazienza dei danesi? La soluzione per noi è ignorare i capricci plateali, in cui è chiaro che Elena vuole solo pubblico (e quando si accorge di non averne, sbirciando tra le mani che tiene sul viso mentre simula pianto, la smette), mantenere il sangue freddo quando sclera in pubblico (Leggi: evitare di uscire in questa fase, soprattutto di sera), verbalizzare il più possibile perché “Non si fa”. A noi il PERCHE’ NO! Dei nostri genitori non bastava, perché dovrebbe bastare a lei?
APPENDICE: ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA
Per alternare ai NO degli spunti di conversazione fantasiosi che possano distrarre il bambino mi sono inventata la regola delle parole difficilissime, un’ottima alternativa al barattolo della calma, che, per altro, Elena ha tentato di usare contro di me per provocarmi un trauma cranico. Ieri, ad esempio, mentre passeggiavamo in centro circondati da centinaia di migliaia di palloncini simil-Minnie e Masha, con Elena già pronta a buttarsi per terra e cominciare il suo show, l’ho presa in braccio, le ho dato un biscotto e le ho detto: “Elena, purtroppo lo Stato italiano ci impedisce di comprare quel palloncino. In Italia è illegale”. Crisi sedata. (Vorrei prendermi il merito del successo dell’iniziativa, ma penso di doverlo attribuire al pandistelle).
Mio Dio, sei un Genio! Ho un bambino di 18 mesi (compirà due anni a settembre) e mentre leggevo le tue parole mi sembrava di vederlo…
Elena, non sono un genio, è che sono tutti uguali! 😀
Va beh…a parte che mi sto piegando dalle risate (isteriche, s’intende!) concordo e condivido tutti i tuoi “drammi” Gio. Anche il mio piccolo capriccioso compirà due anni ad agosto (ma vuoi dire che forse è stato proprio il caldo agosto 2015 a renderli così, diciamo, iperattivi?).
Anche da me al nido mi ripetono sempre: “è stato bravissimo, un vero tesoro”. Ed io: “ma coooome è possibileeee?”. Ormai sono giunta alla conclusione: è un mutante. Si trasforma all’occorrenza. All’asilo è un tesoro. Con il papà (e tutto il resto del mondo) è un angioletto. E con la mamma…si trasforma in Terminator. E dire che siamo solo a marzo e ai “Terrible two” mancano ancora 5 mesi! Ma dovremmo essere contente: ci stiamo portando avanti! Super efficienti questi bambini, proprio come le mamme!
Ah dimenticavo, il barattolo della calma l’ho escluso in partenza perché rischierei (nell’ordine): un trauma cranico tipo il tuo, l’arcata dentale superiore (e, probabilmente, anche quella inferiore) distrutta, tumefazioni sparse, porte bucate, finestre in frantumi. Forse quel barattolo serve solo per i bambini già calmi o per mamme isteriche (in effetti, dovrei prenderlo per me, magari funziona!).
Ale, stringiamoci forte e ringraziamo SEMPRE gli amici Teletubbies o chi per loro per la calma infusa nei nostri figli! La mia è totalmente fissata con la musica quindi abbiamo sempre il momento coccole sonore con greta la maledetta, ci tormenta anche i sogni; però la tranquillizza e la distrae!
Non è che voglio scoraggiarvi piu’ di tanto, ma dopo i terribili two ci sono il terribile three e il tremendo four etc… ho 2 figli Tommaso di 4 e Ludovica di quasi 3 e la sera alterniamo momenti di amore fraterno in cui corrono da una camera all’altra ridendo e scherzando a spaccarsi la testa con il mertelletto di legno del meccano dell’ikea…. quindi tranquille le gioe nn termineranno tanto presto…comunque l’articolo è divertentissimo!!
Grazie Irene, non so perché lo sospettavo! 😀 in bocca al lupo a noi!
Ho letto l articolo e mio figlio è praticamente uguale alla tua…. ha iniziato decisamente prima,ma a maggio compirà 3anni…. e siamo ancora nel pieno… quando finirà o almeno si attenuera questa fase… sono sfinita 😢
@maria Sai che ele si è abbastanza calmata? Cioè, fa ancora capricci insensati ma non è una guerra ogni volta, stiamo prendendo un po’ di respiro… vedrai che passerà!
ahahah mi hai fatto morire dal ridere! anche la mia giulia sembra avviata verso i terrible two (ha 16 mesi). una domanda: che cos’è il barattolo della calma? mi incuriosisce molto! grazie di cuore 🙂
il mio bimbo ha aspettato i 2 anni esatti.. ora sono un po in difficoltà perche io e il mio compagno abbiamo 2 linee educative diverse. lui è piu rigido e pronto a suonare se necessario, io piu riflessiva e incline al compromesso.. il mio metodo funziona solo quando sono da sola con coccolo, perche lo stronzetto quando siamo tutti insieme fa il matto peggio del normale tirandosi dietro lavaggi capo mondiali del papà che ovviamente cazzia anche me perche sono a suo dire debole.. a metterci il carico sono i nonni con cui coccolo passa tutti i weekend per via del nostro lavoro.. qualche consiglio?