Le mamme degli altri sono sempre le più perfette, le più pazienti e le più precise. In una parola: quello che non sono io.
Ieri ho portato Elena al parchetto dietro casa. Il suo obiettivo era scaracollarsi dallo scivolo a testa in giù provocandomi infarti multipli, il mio quello di diventare invisibile agli occhi delle altre mamme presenti. In queste occasioni divento asociale: come quando alle elementari tiravi su l’astuccio tra un banco e l’altro per non parlare con il vicino, tipo muro di Berlino fatto di penne Replay e Carioca.
La fauna delle mamme al parchetto dietro casa è uguale a quella di qualsiasi parchetto del mondo: c’è quella in pieno isterismo post parto, quella che si ficca il tacco 12 nonostante le sterpaglie, la multitasking che nasce, cresce e figlia solo per farti sentire una merda, perché, a differenza sua, anche tu nasci, cresci e figli ma non riesci a fare che due cose contemporaneamente: 1. cercare di essere paziente e 2.non riuscirci.

Ieri c’erano tutte, e avevano un sacco di voglia di parlare: a quel punto non resta che allearsi con quella giusta. Io mi sono alleata con quella che sembrava più affine a me, una mamma normale che si è presentata elencando i motivi per cui il suo Leo da grande sarà uno scavezzacollo e la farà morire di crepacuore.
Così ho esordito, per portare avanti una conversazione fondata su convenevoli evergreen (mentre Elena masticava pietre e mela essiccata) : Eh, i bimbi vanno a fasi, c’hanno le fisse.
e lei mi ha risposto: Eh, sì. Il mio non vuole più mangiare nel seggiolone!
e io allora le ho detto (mentre Elena si faceva centrare in pieno da un’altalena in moto): Ma dai! Elena certe sere vuole mangiare solo seduta su una mensola del soggiorno con Occidentali’s Karma in loop da ore!
e lei mi ha detto: Nooo! Anche Leo ha avuto questa fase, ma ascoltava Rovazzi
e io le ho detto (mentre Elena mi diceva in modo ossessivo compulsivo “AMM! AMM!” segno di fame ma anche di scazzo imminente): Guarda, adesso abbiamo un problema con l’acqua, non vuole farsi il bagno, appena la spoglio nuda sclera, non so come fare, il padre si impietosisce quindi la cattiva che la lava sono sempre io!
E’ a questo punto della conversazione sulle fasi dei nostri rispettivi quasi-duenni che la madre multitasking, perfetta e paziente ha deciso di integrarsi nella conversazione.
La mamma multitasking perfetta ha detto: Mi state parlando di cose che io giammai ho vissuto con i miei due cuccioli. Hanno sempre mangiato seduti composti a tavola, da soli! E il bagnetto, che momento adorabile: lo fanno insieme e si divertono così tanto che fatico a tirarli via dalla vasca.
al che io ho detto (ricordando l’ultimo bagnetto di Elena, in cui ho seriamente rischiato di farla venire a prelevare dai servizi sociali, tanto urlava): Ah
e la mamma normale alleata: Eh
Al parco il tempo va avanti lento. I bimbi giocano e tu ti spalmi su una panchina cercando di inquadrarli ogni tanto per verificare che non ci siano segni di lotta sul loro corpo.
A un certo punto Elena ha intercettato dei giochini. Non è ancora in fase E’ mio, ma in un nascente e perenne mood da capetta afroamericana di gang di quartiere. Quindi presumo che tutti i bimbi siano così: irragionevoli e gelosi delle proprie cose. Se posso, evito di farle prendere giochi a caso, perché poi il casino di pianto e il loop di lacrime che si crea io manco sto a dirvelo.
Ma i giochini erano dei figli mamma multitasking perfetta e paziente.
Io faccio: Elena, non toccare quei giochini, non sono tuoi
e la mamma multitasking perfetta e paziente ci ha tenuto a dirmi: Ma no, ho insegnato ai miei bambini i valori della condivisione, quindi non se la prenderanno assolutamente se la tua tocca i loro giochini.
E lo fa indicando i suoi figli – piccoli e maturi – che effettivamente stanno annuendo, e io sento in sottofondo un coro di angeli, mentre vedo la scena attraverso un filtro perlaceo e con la coda dell’occhio vedo Elena che afferra il cucchiaio di un altro bimbo per raccogliere terra che non riusciremo a lavare perché in questo periodo non ci facciamo il bagno.
Lei ha insegnato ai suoi figli il valore della condivisione, mentre tu, mamma inadeguata, a malapena sai trattenerti dall’urlare parolacce quando ti incazzi a bestia perché quel mostriciattolo pretende di fare cose impossibili e pericolose.
Lei ha insegnato ai suoi figli a sedersi sulla panchina a mangiare la loro briochina biologica e a guardarti come solo i putti sanno fare dall’altare delle chiese.
Lei ha insegnato ai suoi figli ad accettare le delusioni e a tornare a casa senza strepitare dopo il giro al parco, anche se ci si stava divertendo. Infatti i piccoli putti hanno raccolto le loro cose, sempre con quella faccia angelicata, senza storie, già pregustandosi il bagnetto di armonia che avrebbero fatto di lì a poco.

Io ho preso Elena e l’ho ficcata nel passeggino. Ha pianto con la faccia nella fodera per tutto il tragitto dal parchetto a casa, urlando in loop “ME! ME! ME! ME! ME! ME” e contorcendosi come manco quelli del Cirque du Soleil, invocando non so chi per 10 minuti buoni e gettando a terra tutto quello che le passava tra le mani: case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale, ciucci, sciarpe e se avesse potuto pure naso e orecchie.
E’ stato in quel momento che mi sono accorta di avere un super potere che la mamma multitasking, perfetta e pazientissima non ha: l’udito selettivo.
L’ho acceso e per un attimo, solo per un attimo, delle mamme degli altri non mi è importato più niente: semplicemente, NON LE SENTIVO.
Vedrai quando andrà a scuola!!!!! Le altre mamme li lasciano fare i compiti in cameretta. Da soli. E nemmeno controllano. Io invece mi siedo di fianco…Tipo tutrice…Maestra…Cretina….Non so come definirmi…So solo che sto lì a spingere e a leggere insieme a lui. Alla fine fa i compiti, va a calcio, fa la merenda…Ecc ecc..Ma gli altri bimbi fanno tutto da soli. A sentir le altre mamme. Poi invece, il giorno che li inviti a casa per pranzo e per i compiti…Cade giù tutto. E tu? Ti senti figa. E vorresti tanto aver detto, il giorno in cui eri esausta per tutto e intanto ti raccontavano l’ autonomia degli altri bimbi, ” ma va a caké!!! “