Metodi pedagogici moderni VS metodi dei nostri genitori negli anni ’80: i primi fondati sulla comprensione e il dialogo, i secondi più spicci e pratici. Chi ha ragione?
Non l’avrei mai detto, ma mi sono scoperta una mamma senza fronzoli. Mi viene l’orticaria solo a sentir parlare di psicologi, non per presunzione, ma per troppo spirito pratico.
Con Elena sono molto pragmatica. Al netto di traumi infantili che rovineranno la sua adolescenza e che credo di non averle ancora provocato, non sono per le moine, quando si tratta di affrontare un problema.
In pratica: è un periodo che rifiuta bagnetto e shampoo. Non odia l’acqua, odia quello che l’acqua fa su di lei. Il mio metodo è prenderla almeno una volta ogni due sere, sviarla con giochini, moine, distrazioni, poi metterla piano piano nel lavabo, spogliarla come una cipolla strato per strato, aprire l’acqua mentre fa altro e lavarla come si faceva una volta: in piedi, in una tinozza. A parte questo momento back to Medioevo, la storia provoca liti, urla, strepiti e sguardi languidi di Davide che si impietosisce, Elena che singhiozza quando si accorge dell’acqua che lambisce le sue membra, per non parlare di quando DEVO farle lo shampoo: a quel punto le urla diventano tali che un giorno o l’altro arriveranno i servizi sociali a prendermi.
Ora, io non lo avrei mai detto, ma nell’affrontare questo tipo di problemi, mi sento uguale a mia madre: sono stata generata da una donna che non si è mai posta il problema del trauma che poteva provocarci quando avevamo le nostre fisse col cibo, con il bagno, con la cacca da fare nel vasino, e, con pazienza, comprensione e ingegno, ci ha sempre portati a fare le cose che non volevamo fare. Anzi, faceva di più: alla fine ci convinceva a fare tutto come diceva lei. Mia madre, come tutte le mamme, è un vero genio. La sua idea è sempre stata che “certe cose si fanno e basta”, ci si arriva piano e con gentilezza, ma alla fine lì finisci. Cosa c’è di sbagliato in questo?
Quindi stasera proviamo il metodo della psicologa del nido – lasciarla nelle mani di Davide e provare a farla lavare da lui; ma domani torno ai metodi della mia infanzia, che, scusate, se divento come mia madre, sapete quanto ci guadagna Elena?
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(Storie Calabre) Invecchiare significa diventare come tua madre
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