Cosa sta succedendo nella mia vita proprio ora.
Elena mi ruba le penne, le usa un secondo e poi le lancia sotto il divano, nel punto più inaccessibile. C’è un paradiso delle penne, laggiù, dove nessun numero di telefono o appuntamento preso nella fretta col telefono incastrato tra mento e orecchio va mai perso.
Elena vuole mangiare dal mio piatto, anche se lei nel suo ha la stessa cosa. Si siede sulle mie gambe e con la forchetta spilucca il mio cibo, poi va dal papà a nutrirlo e lo fa con una cura e una foga che ti commuove, come se mangiare fosse una cosa che possiamo fare solo quando lei ci aiuta, quando ci imbocca.
Elena vuole dormire nel nostro letto, la notte si alza e fa uno, due, tre passetti veloci e si butta nel lettone, mi tocca la faccia fino a consumarla e si riaddormenta in mezzo, in un casino di gambette e braccine, di capelli in bocca, di gomiti dove non dovrebbero stare.
Elena vuole fare le pulizie come i grandi. L’aspirapolvere, la scopa, la paletta, lo straccio, i davanzali sempre perfetti, il ripiano della libreria ad altezza naso che splende.
Elena ha dei ricordi. Si ricorda il mare dell’estate, gli amichetti lontani, la piscina di ieri, la lezione di musica della settimana scorsa, le maschere brutte di carnevale nel piazzale dell’oratorio, la piscina nel giardino, la trama di Nemo e di Coco, il nome dei Tre Porcellini, e la sorellina di Filippo, come si chiama mamma?. Si ricorda il posto in cui ogni cosa che le è proibita si nasconde.
Elena mi dice Ti voglio bene e lo fa come se fosse una poesia, un po’ a memoria e un po’ no, lo dice per farmi contenta o per farsi perdonare, altre volte è spontanea, come se non potesse non dirlo, come se comunicarmi, in quel momento perfetto, che mi vuole bene, sia di vitale importanza, sia necessario.
Elena si sceglie da sola i vestiti e abbina fiori e pois, righe e quadretti, giallo e viola e sceglie solo cose con le tasche per camminarci tutta impettita con le mani dentro e vuole solo cose colorate e non le piacciono le gonne ma si saluta allo specchio mandando un bacio alla Principessa Elena.
Elena fa cose senza di me e se ne va nel mondo scuotendo i boccoli colore del miele, saltellando allegra se dici qualcosa che le piace un sacco, prendendo per mano la sua amica e portandosela a spasso per il parchetto, ripetendo con faccia severa quello che si fa e quello che non si fa, qui si sale e qui no, là e per i grandi, non ci puoi andare.
Elena sta diventando grande. Chissà se c’entro io o se prima di nascere era già così. Chissà se il mio nutrirla, coccolarla, dirle le cose belle all’orecchio, sgridarla quando le combina grosse, costruirle i weekend su misura sua sta formando la persona che è, o quella che diventerà non dipende da me?
Ho una bambina che sta crescendo sotto i miei occhi e niente, volevo dirlo: nella mia vita in questo momento sta succedendo una magia e me lo dico mentre accade, così magari dura ancora un altro pochino.
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