Obiettivo: matrimonio senza stress. Poi però vediamo che succede a due settimane dal Sì.
Il 27 ottobre 2018 convolo a giuste nozze con il mio compagno di sempre: la vigilia di Natale scorso mi ha regalato l’anello, mi ha fatto la proposta e prima che scoccasse l’anno nuovo avevamo già trovato location, data e individuato il mood di tutto l’evento. Che sarà l’autunno, essendo il matrimonio in autunno: la creatività ci ha letteralmente divorati.
Però le partecipazioni sono venute fuori bene, anche mio padre ex-tipografo Pino Gutemberg approva:
Attualmente ho solo una certezza sul mio look: tutto, abito, capelli, trucco, deve essere realizzato o selezionato in funzione del fatto che dopo la torta voglio scatenarmi al ritmo di My dream is to fly over the rainbow so high e di altra musica trash tipo i BackstreetBoys. Le priorità, gente, le priorità.
Ho fissato degli appuntamenti per l’abito, trovando quello perfetto da Liù Atelier a Torino, ho bloccato il fotografo, abbiamo fatto un pranzo di prova alla villa del matrimonio prima di scegliere il menù. Ho anche ordinato da un e-shop 50 boccette di bolle di sapone che sono attualmente chiuse nell’armadio perché se Elena le scopre addio momento epico alla fine della cerimonia circondati da impalpabili bollicine e fatto 2000 sogni a occhi aperti su come vorrei essere quel giorno (aspettative che saranno indiscutibilmente deluse). Ho anche pronunciato le parole location e matrimonio più volte di quanto sia lecito in una vita intera, figuriamoci in un mese.
Poi mi sono spenta. Per due mesi ho pensato a tutto tranne che al fatto che in ottobre verranno in città più di 80 persone per vederci vestiti ridicolmente eleganti e che probabilmente gli ospiti calabresi rimarranno qui per sempre, perché la BlueAir, l’unica compagnia low cost che copre la tratta, ha deciso di non mettere in vendita i voli dal 28 ottobre in poi.
Ci sono quelle che per un anno non pensano ad altro e poi ci sono io che in 10 minuti riesco a mettere a fuoco 17 problemi e all’undicesimo mi sono già annoiata.
Però in realtà l’organizzazione di questo evento sta procedendo e a parte alcuni compiti che ho affidato al mio compagno e che non verranno mai e poi mai portati a termine nei tempi giusti e il fatto che per Cosmopolitan (a proposito, qui puoi leggere tutti i miei articoli!) sto seguendo gli sviluppi del matrimonio reale tra gli stramaledetti Meghan e Harry facendomi odiare il tema e le sue declinazioni, beh, direi che il grosso c’è.
E ora vi riassumo come ho fatto senza impazzire, procrastinando il momento in cui crollerò al giorno prima del matrimonio, quindi ancora c’è tempo per tenere botta. Buona lettura!
L’ABITO DA SPOSO QUANDO SEI CICCIOTTO
Lo scorso sabato siamo andati a caccia dell’abito di Davide. Se fossimo magri non avremmo problemi, invece qualcuno deve dirlo che siamo grassi e quindi le taglie e di conseguenza anche i modelli da uomo si riducono drasticamente, lasciandoti una scelta di 3 vestiti già fatti in croce. Questi 3 vestiti in croce o costano uno sproposito o sono brutti o sono lucidi o sembrano la divisa di Andrè di Lady Oscar o sono damascati e insomma, puoi concentrare le tue attenzioni solo su uno e dunque non è più una scelta ma un obbligo: sei grassoccio, o questo o questo. Farlo su misura esula dal budget, che nel nostro caso ricordo essere l’equivalente di un automobile di medie dimensioni nel mondo delle persone sensate e due noccioline per quelli che si sposano al Castello di Don Antonio Polese.
Quindi sento che la ricerca del vestito di Davide ci ucciderà lentamente o magari per salvarci potremmo optare per un look spaiato, io in abito di pizzo e lui in tuta di Kiabi: risolveremmo un sacco di rogne.
Per quelli che abitano a Torino e dintorni: al momento siamo andati da Vestil in Piazza Statuto, ma siamo stati idioti e abbiamo sparato una cifra troppo alta come budget perché non avevamo fatto quello che in gergo di marketing si chiama benchmark e quindi siamo usciti sentendoci poveri. Davide è attualmente ancora nudo.
COME CI SIAMO DIVISI I COMPITI, OVVERO VOGLIO ESSERE FIDUCIOSA
Mica mi sposo da sola, mi sposo con questo qui: ci ho fatto una figlia e lo amo tantissimo da quasi 13 anni, lo sceglierei mille volte ancora eccetera eccetera ma di certo non è il caso di assegnargli compiti burocratici. E quindi, giustamente, in occasione del nostro matrimonio io gli ho affidato quello che è in assoluto l’attività più burocratica del mondo, senza la quale non ci sposeremo mai, ovvero le pubblicazioni. Voglio avere fiducia in lui e che Dio mi fulmini se mi accollo la questione in sospeso col comune di Torino.
L’altra attività delegata è comporre le partecipazioni da spedire e consegnare a mano nei prossimi mesi: sono una cosa come 50 buste con tre cartoncini dentro, 30 minuti di orologio al massimo e che Dio mi rifulmini se mi viene voglia di toccarle.
Infine, l’ultima attività affidata al mio futuro sposo è quella di googlare Abiti Cerimonia Uomo Torino per ovviare al problema della nudità e che Dio mi strafulmini se chiamo ancora una volta io per prendere appuntamento, l’ultima volta la signora ha creduto fossi l’ufficio stampa e Davide un vip.
TRUCCO E PARRUCCO SPOSA: MATRIMONIO SENZA STRESS
La questione è questa: mi sposo a Cavour. Cavour è un delizioso borgo a 50 km da Torino, quindi quando mi verrà voglia cercherò anche di capire come spostare la gente, ma anche me stessa, la mia famiglia, i bagagli, l’abito da sposa e via discorrendo, ma non è questo il giorno. Quindi, onde evitare di investire centinaia di euro nell’ovvio rimborso chilometrico dei fornitori su Torino per farmi raggiungere alla villa, venerdì sono andata in gita in un posto che si chiama Bagnolo Piemonte, che è tipo un paesino della Calabria però al Nord, con la gente che si veste bene per andare a Torino, proprio come facciamo noi in Calabria quando andiamo a fare le vasche sul lungomare la domenica. Bagnolo Piemonte è adorabile e ha anche il meraviglioso vantaggio di trovarsi a 10 km dalla location del matrimonio. Bingo! Insomma, mi sono calata subito in una dimensione che conosco bene, quella di gente che conosce gente, che conosce gente che ti manda da altra gente e tac, i problemi tuoi e del mondo sono risolti. Con una gita a Bagnolo Piemonte, per altro.
Nel mio caso, lo schema virtuoso da paese di provincia cui sono già avvezza si è così strutturato:
- Mi lamento che non ho ancora trucco e parrucco e che li vorrei vicini alla location
- Mi lamento che non conosco nessuno vicino alla location
- In una delle sessioni lamento, Sara, la grafica che ha disegnato le partecipazioni, ha la scintilla: “La truccatrice del mio matrimonio è a 10 minuti dalla tua location!“. Perfetto, chiamo e fisso prova.
- Marika, la truccatrice, mi manda da Jenny, la parrucchiera: perfetto, incrocio appuntamento make-up subito dopo i capelli.
- Jenny, mentre mi intreccia le chiome, mi dice che sua madre ha un negozio di fiori a Bibiana: oltre a non sapere ancora adesso dove collocare geograficamente Bibiana e neanche pronunciarne correttamente il nome senza aggiungere troppe B, mi si accende la lampadina. Il bouquet!
- Corro a Bibiana ovunque essa sia e fisso anche due bouquet per me e mia figlia tutti tempestati di rose bianche e pure la nebbiolina per i capelli che mi farà Jenny e io manco devo dirle niente, è la mamma, diamine! Fanno tutto loro. Le amo.
In sei passaggi ho sbloccato tre fornitori in un caldo venerdì di maggio, a prezzo onesto, in modo comodo per evitare sbattimenti quel giorno e ottimizzare al massimo il tempo che tra Elena, lavoro, famiglia e amici vari in arrivo non ne avrò poi molto.
Ma mi chiedo a cosa serve tutto questo, visto che probabilmente il Comune di Torino, sezione matrimoni civili residenti a Torino per nozze fuori Torino non verrà mai a sapere della nostra esistenza.
***
Un po’ di informazioni utili sui fornitori, questi li potete usare in tutta Italia, non solo a Torino.
- Le partecipazioni ce le ha stampate l’azienda wowlab4u: stampa tutto e spedisce ovunque
- Le buste per le partecipazioni le abbiamo prese su Buste24: mio padre ex-tipografo approva il prodotto
Lascia un commento