Il giorno due e il giorno tre (ancora in corso) live dal Festival del Giornalismo di Perugia sono frenetici. Sono tutti che lì che scrivono e rincorrono le loro star preferite. In programma nella giornata di mercoledì, incontri dedicati al web: perchè qui, al Festival Internazionale di Perugia, sono tutti blogger.
Il lavoro tradizionale del giornalista, subissato dai cambiamenti, ha dovuto adeguarsi alla tecnologia: ora si legge su uno schermo, che sia quello dell‘I-pad, o quello di un Mac.
I volontari, o almeno quelli che devono scrivere degli eventi sul sito ufficiale o sul Blog, si dividono tra i mille incontri e si ritrovano tutti all’Hotel Brufani nel Press Office a buttar giù i loro pezzi.
Io mi aggiro sempre furtiva nella sala rassegna stampa, dove Vodafone, sempre lei, offre gratis la colazione. Il giorno due me la perdo; il giorno tre arrivo che è gia tutto finito.
Ieri, tutti incontri hi-tech: c’è Luca Conti di Pandemia, che partecipa agli incontri da blogger, c’è chi discute sul futuro della lettura maneggiando entusiasta un I-pad (con Stefano Bonilli, ex signor Gambero Rosso, argomento vietato, dopo i fattacci di Striscia la Notizia), si parla ancora di Meredith Kercher nell’incontro con Mapelli di La7 (qui il mio pezzo sul magazine del Festival). Vedo Emilio Carelli, e lo riconosco a malapena: è talmente ingrassato che passa inosservato ai più, perché i più non lo riconoscono.
La cosa più bella del giorno due, è lo spettacolo serale al teatro Pavone di GianAntonio Stella, quello della “Casta”, per intenderci: uno spettacolo teatrale, una reading del suo nuovo lavoro “Negri, froci, giudei e Co.“, uno spettacolo che tutti dovrebbero vedere. Un riassunto storico del modo in cui il razzismo è stato vissuto in passato, con il gruppo spalla a cantar nenie e vecchi stornelli riarrangiati con sax e tamburi, due voci meravigliose e quella del giornalista che, coadiuvato da immagini forti e provocatorie, ha portato avanti la sua idea di diversità. Che non esiste, in effetti, nella sua ottica.
Commozione e magone sulle immagini di Auschwitz, bambini emaciati, sofferenti. Commozione e magone sulle immagini dalle guerre in Ruanda. Reportage di massacri che tutti hanno dimenticato.
Il giorno due finisce con un coma profondo della sottoscritta, a letto, allergica ma mai poco letargica.
Il giorno tre si apre con piastra e phon, non necessariamente in quest’ordine e continua con l’incontro a tu per tu con lo storico tv di TVtalk, Simonelli, con il giornalista di Libero Francesco Specchia e Nanni Delbecchi, critico tv del Fatto quotidiano. Chi mi segue da tempo, sa che la tv è il mio primo amore. Sa che pagherei per lavorare nell’ambito in esclusiva. Ascolto inebetita dalla felicità gli aneddoti dei tre su Antonio Ricci, scazzoso e altezzoso, e su Gigi d’Alessio, che è solito chiamare i critici che lo elogiano (in questo caso, Specchia per il programma su Rai uno di un paio di mesi fa), per ringraziarli sentitamente e magari mandargli due o tre babà in omaggio.
Incontro Gabriele di Tvblog, con cui nottetempo mi sono riappacificata dopo il fattaccio dei BlogAwards (hanno giustamente vinto il premio come Miglior Blog tv, n.d.r), e chiacchiero di blogging. Ancora abbacinata per aver incontrato quel mito personale che è per me Simonelli, mi lancio nella cronaca dell’incontro per il blog ufficiale del Festival del Giornalismo (nel link un mio pezzo).
E mangio baci Perugina, tanti baci Perugina. Rischio di diventare come Emilio Carelli.
[…] This post was mentioned on Twitter by Giovanna Gallo. Giovanna Gallo said: festival del giornalismo, leggi il mio reportage del giorno due e tre http://www.giovannagallo.it/festival-del-giornalismo-2010-reportage […]