Felicità
improvvisa vertigine
illusione ottica
occasione da prendere
parcheggiala
senza frecce o triangolo
tutti dormono già
e si é spento il semaforo
Il momento esatto in cui l’anno vecchio finisce e quello nuovo inizia mi commuove. E siccome non so gestire le emozioni se non piangendo, e piangere davanti a occhi indiscreti distrugge l’immagine di donna forte e indipendente che per tutto l’anno ho cercato di costruire, di solito va che alle 23.59 mi chiudo in bagno. Simulo una pipì lunghissima per evitare lo scoppio di auguri e ne esco quando è già l’anno nuovo.
In quel minuto chiusa in bagno faccio i conti con i buoni propositi, quelli falliti a settembre e poi riposti in una cassapanca shabby chic del mio cervello (che mi immagino arredato come una casa svedese) nei mesi autunnali. E penso con forza che l’anno nuovo è un momento di passaggio, un nuovo inizio.
Il mio 2012 è stato bello intenso. Se volessi riassumere in una parola come mi sento, direi senza dubbio: felice. Felice è quando ti svegli ogni mattina con un obiettivo, no? Quando intorno a te tutti stanno bene e accanto hai una persona che sa quando vuoi il silenzio e quando vuoi parlare e in entrambi i casi è presenza vigile e sostegno. Felice non è quando ti piace il tuo lavoro e la mattina le mani friggono dalla voglia di scrivere parole nuove? Non è forse quella sensazione che tutto sia al suo posto e che sei esattamente dove volevi essere? Che stai realizzando i tuoi sogni di bambina e che ogni sera ti addormenti accanto a un uomo che quando sorride ti fa venire voglia di credere al Per Sempre?
Felice non è avere una famiglia bellissima ma lontana e proprio per questo ancora più presente? Un bambino da educare e crescere e far ridere e con cui fare cose stupide come se fosse un figlio, anche se è un fratello?
Per me felice è la colazione del sabato mattina lenta e pigra e quella solitaria del lunedì, quando tutto ricomincia e hai voglia di fare e sei piena di energie. Per me felice è un cuore di vimini appeso alla porta, il primo albero di Natale insieme, le arance e i mandarini del giardino in Calabria, il profumo del mare quando piove, gli amici che ti ricordano chi eri e com’eri, la mamma che ti dice come si stira, una sorpresa ricevuta e una fatta, le persone nuove che incontro per lavoro.
Per me felice è la coda all’imbarco mille ore prima per mettersi in fila e la piccola gioia di essere la prima a salire sull’aereo per tornare a casa. La fortuna di averne due, di case, in cui sentirmi bene. Felice per gli amici a cena, per quelli che vengono a trovarti una volta e poi ritornano ancora e ancora, per quelli che senti una volta all’anno ma sempre volentieri, per quelli che senti tutti i giorni e ti ispirano cose belle anche se non lo sanno. Felice è un libro scritto e uno letto, felice è una fattura saldata a fine mese e l’affitto pagato senza affanni, felice è il poter ritornare la sera in un posto che sento mio e che so già mi spiacerà lasciare; è il caffè con l’amica prima di rimettersi a lavoro, la telefonata della buonanotte a mamma e papà, i baci mandati da un capo dell’Italia all’altro, una letterina scritta a mano, un pacco pieno di regali da spedire per far felice un bambino, felice è il buon cibo, la prima torta commestibile fatta con le tue mani, felice è vivere in una città bella e accogliente, è il cioccolatino mangiato senza sensi di colpa, è una sera in cui i piatti non toccano a te, felice è stare delle ore senza parlare e poi ritrovarsi a letto per raccontare la propria giornata.
Felice è sapersi incrociare al momento giusto, ed esserci quando questo scocca. Felice è il cliente che rinnova il contratto, felice è la routine giornaliera, l’agenda fitta, i viaggi in treno, i pranzi al volo per aggiornarsi, felice è la tua serie tv preferita, un romanzo che leggi e rileggi e non ti stanchi mai e piangi sempre allo stesso punto. Felice è la felicità di chi ami.
Felice è quell’attimo unico che lega l’anno nuovo all’anno vecchio e li rende un tutt’uno. Così che la forza del passato quasi si fonde con il futuro e ognuno da un pezzo di sè all’altro, come la speranza che ciò che verrà dopo sia come quello che è venuto prima. Oppure meglio, si può?
Valentina Gattei (@Valuita) says
Ecco mi sono commossa…
Giovanna Gallo says
@valentina cosi siamo pari, io mi commuovo coi tuoi!
Fra says
Lacrimuccia! Tesoro, nel 2012da ricordare e “ringraziare” ci sei anche tu! Un bacio*