Per gli amici senza figli e per tutti quelli che abbiamo perso per strada.
Una volta l’amico senza figli eri tu. Ad ogni annuncio di una nuova gravidanza partiva una catena di messaggi infinita per informare questo e quello, commentare, speculare sulle motivazioni del concepimento: diventare genitori era un evento, una cosa strana, una roba atipica e in quanto tale andava trattato. Andavi in ospedale a trovare l’amica neomamma e la ritrovavi diversa, più grande, più saggia: l’unica del gruppo ad aver figliato e, dunque, ad essere cresciuta d’un colpo. Le cose di prima passate in un lampo: le uscite improvvisate, i pigiama party, le sbronze moleste. Andavi a trovarla a casa e lì dove una volta c’erano i trucchi ora ritrovi uno sterilizzatore per biberon, coppette per il seno, pannolini.
Come la guardavi quella mamma, quando eri tu l’amica senza figli?
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Quando abbiamo raccontato agli amici che sarebbe arrivata Elena, ormai avevamo già 30 e qualcosa, stavamo insieme da 10 anni: non proprio una storia alla 16 anni e incinta. Siamo entrati nel vortice delle cose da fare coinvolgendo chi voleva: è una cosa bella, perché gli amici di sempre, quelli che fino a ieri brindavano con te alle stronzate più assurde, non avrebbero dovuto gioire?
Gli amici senza figli li abbiamo persi piano piano: li abbiamo persi nelle serata dentro i ristoranti kids friendly, quelli dove puoi scrivere sulla tovaglietta; li abbiamo persi nei racconti trucidi delle prime notti insonni; li abbiamo persi durante quei weekend in cui ti diverti di più a guardare tua figlia giocare nelle foglie dell’autunno che non in un locale sperduto chissà dove a brindare per le stronzate più assurde.
Sono stata l’amica senza figli per molto tempo: ho giudicato pianti e capricci guardandoli con disappunto, mentre mangiavo con calma la mia pizza e osservavo quella degli altri raffreddarsi nel piatto; e ho commentato con supponenza scelte familiari altrui di cui non sapevo nulla, mentre mi godevo le mie notti piene di sonno, le mie sveglie alle 11, la mia carriera senza intoppi o impedimenti, il mio stipendio senza investimenti in asili nido, pannolini, corsi di musica e acquaticità.
Ci sono amici con cui condividevamo ogni cosa ed era cinque anni fa: passa una vita in 5 anni, quando cresci. Non hanno mai visto Elena e non sono interessati a conoscerla, a ridacchiare come facciamo noi mentre dice “Io vuoi…” anzichè “Io voglio” o si mette le scarpe per andare al super a comprare la pasta col pesto con 10 centesimi intasca, credendosi ricca e adulta. Non hanno la minima idea di come sono cambiate le nostre giornate e i nostri weekend e della mappatura di posti nuovi che abbiamo fatto in città per farle scoprire spazi adatti a lei, mettendo un po’ da parte i nostri gusti.
Questa cosa bruciava parecchio i primi tempi, quando faticavamo a lasciare andare la vita che facevamo prima: quella di una coppia che si godeva le cose piccole – una colazione a letto e quelle grandi – un viaggio organizzato all’ultimo. Ci sembrava un’ingiustizia che non volessero far parte della nostra nuova routine.
Ma ora che sono passati 3 anni, io li capisco, questi amici senza figli. Non è che non comprendono: semplicemente non gli è dovuto starti accanto, se non vogliono. Un po’ come al liceo guardavi le tipe all’università e ti sembrava una roba strana, lontanissima e francamente non così semplice.
Lo è: essere una famiglia è una cosa strana e decisamente complicato. Non viene naturale, come dicono in tanti: ci devi lavorare su, ti devi impegnare. Poi, forse, qualcosa viene bene, altrimenti si ricomincia. Ci siamo fatti amici nuovi e rafforzato legami con chi comprende i nostri ritmi e li condivide: e va bene così.
Brucia pensare a ciò che poteva essere e a ciò che era, ma siamo umani: ci ricorda che la ruota gira ed è democratica e che il punto di vista cambia di continuo, e la vita migliora sempre, se solo sappiamo da che lato guardarla.
Ale says
Non so, la prima parte sembra dire: “ah, io ho figliato e sono matura e cresciuta, non ho tempo per le strozzate”. Semplicemente ora il tuo mondo ruota intorno a tua figlia. Perché dovrebbe ruotare intorno a lei anche quello dei tuoi amici? Perché pensi che passino il tempo a brindare alle stronzate mentre il tuo tempo passato a vedere tua figlia che gioca con le foglie è più edificante? Sono scelte diverse. Sono vite diverse. Sono sicura che ci sono amici senza figli che non hai perso per strada e che ti stanno accanto. Ma quello che passa leggendo questo pezzo è: io ho una figlia e il mio tempo ora è solo per cose davvero importanti, gli altri sono ragazzini.
Senzanome says
Magari l’amico senza figli soffre perché lui non ne ha, e si sente inadeguato e in difetto, prova invidia e questo lo fa stare male perché mai avrebbe pensato di provare un sentimento così umiliante nei confronti di chi vuole bene. Magari vorrebbe confidarsi, parlare dei suoi problemi ma gli amici con i figli non sempre capiscono, la loro attenzione ormai è persa perché concentrata sulla propria famiglia. Non credo dipenda da come si guardi la vita, ma da quanto ci si senta al centro del mondo con la propria.
Alessia says
Ti mando un abbraccio
Barbara says
Mamma da 3 mesi, già prima faticavo a mantenere le frequentazioni perché lavoravo e studiavo 24/7. Ora mi sento davvero isolata, e anche le mamme del famigerato corso pre-parto faccio fatica a coinvolgerle: sono tutte prese dai nuovi ritmi e chi ce l’ha vicina si ripiega molto sulla famiglia di origine. Sapere che col tempo siete riusciti a crearvi un nuovo giro di amici mi da speranza!
Sara says
Io sinceramente non ho colto l’egocentrismo che altri ci hanno visto. Io ho letto un articolo molto ben scritto, con una riflessione molto bella sul come cambiano i rapporti di amicizia dopo un figlio. Ci ho visto un pensiero maturo che si “mette il cuore in pace” perché ognuno prende la sua strada a seconda degli interessi e degli stili di vita. Non c’è una vita giusta è sbagliata e, ripeto, leggendolo a me non sembra che Giovanna volesse dire questo. Forse io lo leggo da mamma di bimba di 18 mesi, e devo dire che praticamente tutte le riflessioni che hai scritto, Giovanna, le potrei sottoscrivere immediatamente. A me è piaciuto molto il post, complimenti.
Giovanna Gallo says
grazie Sara 🙂
Fra83 says
Condivido tutto,io e mia moglie abbiamo vissuto e viviamo esattamente ciò che hai scritto, ho letto un paio di commenti contrari al tuo pensiero ,che assolutamente non ho apprezzato solitamente sono i neo genitori che trovandosi in un momento di passaggio avrebbero bisogno degli amici di sempre ,invece magicamente non poter più fare le nottate o il non poter essere sempre disponibili all’ultimo momento rende i neo genitori come alieni al mondo dei senza figli, come quelle responsabilità fossero qualcosa di quasi preoccupante o da evitare , nel nostro caso io e mia moglie siamo addirittura gli unici sposati oltre che gli unici con una bambina del nostro gruppo di amici,perciò immaginate il grado di distanza che ormai si è creata ma come e vinto dal post di Giovanna dopo un po si accetta il fatto che la vita possa allontanare cosi come avvicinare le persone.
Veronica says
Ciao, parlo da ragazza matura che nella vita ha sempre dato il massimo sul lavoro, studio e legami affettivi. Ho investito anni a realizzare il mio sogno è in questo percorso purtroppo la vita mi ha fatto conoscere persone sbagliate. Non ho una famiglia,non ho figli anche se ne desidero davvero tanto ma sono cose che non dipendono da noi. Ho 35 anni ma fino a qualche anno fa mi sono sempre divertita tantissimo con le amiche nei modi più semplici o pazzi. Da quando la mia migliore amica è rimasta incinta il nostro rapporto ha cominciato a incrinarsi. A volte non vi rendete conto di quanto certe mamme possono diventare terribilmente noiose, fissate, monodiscorsive ed essere al centro dell’attenzione sempre! io sono sempre stata felicissima dell’arrivo del suo bimbo ma piano piano sono rimasta in un angolo e sinceramente mi mancano le nostre risate, non mi importa se davanti a un cocktail o davanti a giochi per bambini. Semore noi siamo. Eppure lei è cambiata e non so come fare perché io ci tengo a lei, ci conosciamo da 15 anni e mo rendo conto che non la conosco più. Lei fa l’invito è poi sparisce. Accetto di vederla anche per poco ma un’ora a me sembra volare. Le parlo di qualsiasi cosa…. Lei deve sempre essere la protagonista, lei è la sua pancia prima, lei e la sua capacità di proliferare. Io ci sto male perché un figlio non so nemmeno se potrò mai averlo. Non ho più un lavoro, laureata, una bella ragazza ma sfortunata in tutto. Per di pi non mi è stata vicina nel momento della mia disperazione: sia mio padre che mia sorella che mia madre sono stati ricoverati per malattie gravi diverse che non vi sto a spiegare, cose brutte. Lei mi manca ma lei mi evita. Forse voi mamme dovreste rivedere anche i vostri punti di vista e chi vi vuole bene veramente anche con un bambino e la pancia…. Anzi ve ne vuole ancora di più.
Elisa says
Ciao.. sono una mamma di Torino, di due bambini.. 4 anni e 1 e mezzo; mai come in questo momento sento il dolore per la perdita di quasi tutte le amicizie che avevo prima di diventare madre. Non pretendo che mi si cerchi tutte le settimane o che mi si chieda, anche solo per finta, come passeremo il capodanno o il ferragosto. Anche solo passare a vedere come stai, come sono cresciuti i tuoi bambini in un giorno sfigato della settimana. Invece no.
Ci sono giorni in cui questo mi fa soffrire moltissimo.. mi sento depressa, sola. Poi guardo la mia piccolina venirmi incontro sorridendo.. un piccolo raggio di sole.. e mi sento ancora più in colpa per aver avuto questi pensieri.