Giornata lavorativa assurda, ma le amiche ti reclamano dopo le 18. Riunioni a raffica, ma la sera c’è l’aperitivo fashion. Come sopravvivere a una serata mondana dopo una giornata in ufficio infernale? E come sopravvivere a una settimana in cui, invece, nessuno vi cerca? Ve lo racconto io!
Nella vita di una donna le settimane non sono mai uguali, ché tra il lavoro, i bambini, il partner, le amiche e i panni da infilare in lavatrice c’è da sbizzarrirsi. Però potremmo dividerle in due grandi filoni: le settimane che non c’hai mai niente da fare e quelle che tutti ti chiamano per uscire.
Le settimane che non c’hai mai niente da fare, quelle in cui si è in simbiosi con il palinsesto di Real Time, di solito sono lunghe e tormentate: i pensieri oscillano tra il “Non faccio mai niente“, “Nessuno mi cerca“, “Forse ho fatto qualcosa di sbagliato“, “Devo cambiare giro di amici” e “Morirò da sola e il mio corpo verrà trovato dopo tre settimane perché nessuno si accorgerà della mia assenza“.
Trascorrere la serata in pantofole a forma di zebra, leggings sformati, guardando serie tv becere in streaming, magari buttando qua e là qualche coccola da parte del partner (se presente) in quel periodo di mortorio sociale ci sembra la punizione del karma per azioni immotivate compiute nel corso della nostra vita: quello smalto verde pistacchio comprato a cifre imbarazzanti e mai usato, l’abbonamento in palestra annuale che non sfrutteremo mai, la bugia a fin di bene detta al fidanzato, quella scadenza di lavoro mai rispettata, la casa che va a scatafascio perché non hai mai voglia di sistemare come ti ha detto tua madre.
Trascorre così un’intera settimana in cui, a parte tua sorella (giusto se non ha altro da fare) nessun’altro ti chiama e ti ritrovi a fare torte per ammazzare il tempo, investendo preziosi fondi in libri sul Cake design di cui non seguirai mai le ricette, comprando gabbie per uccelli e teiere rosa pallido sui siti shabbychic, vecchi cd di Robbie Williams su Ebay, bigodini magici, magazine femminili a profusione tanto da risollevare la situazione dell’editoria italiana.
Poi succede qualcosa. Improvvisamente la settimana finisce e arriva il weekend e poi di nuovo il lunedì. Il telefono torna a squillare, Whatsapp fa vibrare il telefono che manco uno shuttle, su Facebook la casella di posta implode e ti ritrovi tutte le sere impegnate in eventi, aperitivi, cene, teatro e cinema, tutte cose che vuoi fortissimamente fare, pur sapendo di non essere ubiqua nè indistruttibile.
Le settimane in cui fioccano gli inviti sono fatte, nell’ordine di:
– selezione accurata degli amici che si vogliono vedere
– scelta del carnet di scuse da usare per gli amici che non si vogliono vedere
– organizzazione maniacale dell’agenda per far contenti gli amici del punto 1
– organizzazione maniacale della borsa in modo tale da farci entrare un cambio, le scarpe fighe, la pochette dei trucchi, profumo&deodorante, la limetta per unghie, lo smalto, l’acetone e i dischetti di cotone, le lenti a contatto, le calze di ricambio, il nastro per capelli che ti cambia il look in un nanosecondo
In un vortice di impegni post-lavorativi, dal lunedì al venerdì sei improvvisamente catapultata in un buco nero di Martini con ghiaccio, cene, pizze e film. Lunedì sei bella piena di entusiasmo, di rinnovata voglia di vivere, di felicità per le innumerevoli relazioni e contatti ripresi dopo una settimana di nulla assoluto.
Martedì, dopo 9 ore di ufficio, riunioni, capo in vena di cazziatoni, colleghe rompipalle e report annuali da preparare alla velocità della luce, senti già la voglia di raggiungere le amiche all’aperitivo tra donne che vacilla.
Imperterrito arriva mercoledì (serata cinema, secondo spettacolo): alle 19, che non sei quella delle pubblicità che si scioglie i capelli e diventa figa, senti le occhiaie arrivarti alle ginocchia e l’amico correttore che non vuole saperne di aiutarti. Come un condannato a morte, dopo interminabili telefonate di lavoro e una giornata pesante come un programma di Marzullo, ti trascini a un’ora immotivata al cinema, uscendone a mezzanotte (mezzanotte!!) con la testa vuota.
E’ il giovedì che il rimpianto delle ciabatte a forma di zebra, della tisanina alle 21 e letto alle 21.30 con conseguente sonno alle 21.45, dello shopping su shab.it e le coccole del fidanzato ti colpiscono allo stomaco come un pugno e speri che il weekend arrivi, arrivi, sì, per riposarti finalmente, non fare nulla, proprio nulla, manco caricare le serie tv in streaming che è gia fatica.
Già la seconda sera qualcosa andrà storto: dimenticherai le lenti a contatto per lo strategico cambio di look “Occhiale – make-up radioso da sera“, ritrovandoti con gli occhi gonfi e rossi che chiedono pietà; finirà il correttore per le occhiaie (con tragiche conseguenze), i capelli, costretti in uno chignon per tutto il giorno per la serata avranno la forma di un nido di upupa e il little black dress che è un ottimo passpartout per tutte le evenienze si sarà stropicciato alle 9.15.
Mercoledì in media staremo già invocando il Dio delle serata moscie e coccolose sul divano.
Perché a una donna puoi chiedere di sopravvivere a una serata mondana dopo una giornata infernale in ufficio, ma solo per una sera, e che ne valga la pena!
Io ho delle difficoltà a fare mezzanotte anche nel weekend, sono un caso disperato? e mi pregusto la seratina di oggi: fidanzato fuori, minestrone riscaldato e repliche di sex&thecity in tv, oh yeah!!
ecco, salvo questo articolo che mi rimarrà sicuramente utile in futuro. Per il momento: seratine tisanina in simbiosi con Real Time… a gogò pure (però ci sguazzo, lo ammetto)! 😀
Ciao! Sono appena approdata qui e sarei bugiarda se ti dicessi che è un caso. Sto proprio capendo come sopravvivere a questa settimana di lavoro (che non amo) full-time e ad eventuali programmi per il weekend. Inizio ad avere problemi con fidanzato e amici, che non riescono a capire come io sia così stanca…beati loro che non hanno bisogno dormire! Comunque mi piace molto come scrivi (scrivi anche su Serialmente? Ti adoro!), quindi ti seguo ufficialmente e appena troverò il tempo (sigh) leggerò anche altri tuoi post 😉
@roberta: è una vitaccia cara Roberta! Lascia perdere quelli che non capiscono il tuo bisogno di dormire: non so tu, ma io non ho più 20 anni e li sento tutti sul groppone!
Su Serialmente scrivo pochissimo (l’anno scorso avevo una rubrica, ero il capitano di Love Boat!) ma siccome scrivo ovunque e quelli di Serialmente sono superbravi anche senza di me, direi che gli lascio fare il loro lavoro e quando hanno bisogno recensisco qualcosina. So troppo fichi!